L’ebola nella Repubblica Democratica del Congo fa sempre più paura. Come già scritto nelle scorse settimane, la parte orientale del vasto paese africano è alle prese con la seconda epidemia di ebola più pericolosa della storia, dopo quella che nell’estate del 2014 colpisce diversi paesi dell’Africa occidentale e mette apprensione in tutto il continente. L’epidemia in Congo va avanti dallo scorso mese di agosto, quasi un anno in cui si assiste alla morte di 1.655 persone ed al contagio di almeno il doppio dei cittadini. La paura maggiore di queste ore riguarda il primo caso riscontrato a Goma, capoluogo del North Kivu e dunque della regione più colpita dall’epidemia.

Il pericolo rappresentato da un’epidemia a Goma

La città in questione è molto popolosa, quasi trecentomila abitanti affacciati sul lago Kivu ed a non molta distanza dal vulcano Nyiragongo, uno dei più attivi di questa parte dell’Africa centrale. Goma risente molto dei conflitti che imperversano da anni nella regione di cui è capoluogo, figli a loro volta delle ataviche tensioni etniche che tra gli anni ’90 e 2000 danno origine a due sanguinose guerre civili. Nonostante tutto però, Goma rimane un importante punto di riferimento sia per il North Kivu che per l’intera parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Da qui passano i commerci più importanti della regione, è qui che hanno sede gli uffici periferici del governo e gli istituti scolastici principali. Inoltre le frontiere con il Ruanda sono a due passi ed appaiono quotidianamente frequentate da lavoratori ed operatori economici. A Goma vi è anche il più grande aeroporto del North Kivu, con voli quotidiani verso la capitale Kinshasa.

Dunque, quando dalla sede del ministero della Sanità arriva conferma del primo caso di ebola a Goma, da subito in tutto il paese si diffonde una grande preoccupazione. L’epidemia, se prende piede in questa città, rischia di diventare un salasso non indifferente per tutto il Congo od almeno per la sua parte orientale, oltre che colpire potenzialmente migliaia di persona. La paura emerge quando un contadino proveniente da Butembo, località tra le più colpite dai focolai dell’epidemia, accusa i sintomi della malattia trasmessa dal virus dell’ebola mentre si trova a Goma. Poco più tardi le analisi danno la triste conferma: l’uomo ha contratto il virus ed è il primo caso ufficiale nella città più popolosa della regione. Dopo i tre casi segnalati in Uganda nei giorni scorsi, che fanno temere un contagio anche al di fuori dei confini congolesi, il fatto che l’ebola sia arrivata a Goma dimostra la pericolosità sempre più evidente dell’attuale epidemia.

Le autorità invitano alla calma

Sia da Kinshasa che dalla stessa Goma però, arrivano appelli alla calma tanto alla popolazione quanto agli stranieri presenti: “La situazione è sotto controllo – si sottolinea in una nota emanata dal ministero della sanità del North Kivu – La possibilità di un contagio in città rimane basso”. Questo perché secondo gli stessi addetti del ministero, gli operatori sanitari di Goma sono intervenuti subito in ragione dei sintomi mostrati dal soggetto in questione e dalla sua provenienza. In particolare, oltre ad isolare il paziente, si è proceduto con la vaccinazione dei diciotto cittadini a bordo dell’autobus che hanno viaggiato assieme allo sfortunato contadino da Butembo.

Da diverse ore, anche per mezzo dei social, vengono diffusi degli appelli alla calma nel resto della Repubblica Democratica del Congo. Anche se il rischio di contagio nel capoluogo della regione appare basso, di certo però la stessa cosa non si può dire nelle province del North Kivu dove invece al contrario la diffusione del virus non si ferma. È qui che l’ebola fa davvero paura, anche perché tra territori poveri ed instabilità politico/militare per tutti gli operatori sanitari presenti appare molto difficile operare e provare a fermare i contagi oramai quotidiani.