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Così Arata si vantava ​di Siri sottosegretario

Vanterie al telefono su Siri e sulla sua nomina nel governo gialloverde. Ecco le intercettazioni della Dia di Trapani su Arata

Così Arata si vantava ​di Siri sottosegretario

Nell'inchiesta sul caso Arata che ha portato alle dimissioni del sottosegretario Armando Siri, spuntano alcune intercettazioni su alcune conversazioni telefoniche di Arata. L'ex consulente per l'energia, al telefono si vantava di avere conoscenze "in alto". Al punto da vantarsi di aver fatto alcune mosse per la nomina di Siri a sottosegretario. Le conversazioni intercettate dalla Dia di Trapani hanno il sapore della vanteria e della millanteria: "Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi – si vantava Arata, intercettato dalla Dia di Trapani - devo dire che Letta è sempre un amico". Poi le parole di Marco Perini, stretto collaboratore di Siri rivolgendosi a Francesco Paolo Arata affermava: "So che oggi Armando ha ricevuto una telefonata da Arcore". Poi a seguire il commento dello stesso Arata: "Quindi è stato utile l'intervento che abbiamo fatto".

Poi, sempre nelle intercettazioni depositate tra gli atti dell'incidente probatorio che si terrà giovedì prossimo c'è anche un'altra conversazione che quetsa volta riguarda il figlio di Arata con il padre: "Armando mi ha detto se potevo fargli arrivare qualche sponsorizzazione presso l’ambasciatore americano che a quanto pare si sente con il presidente Mattarella, è allora papà? Il cardinale non lo conosce questo ambasciatore?". Insomma richieste, parole e intrecci che per il momento non hanno avuto alcun riscontro e che potrebbero rientrare in un quadro in cui Arata faceva lo "spaccone" al telefono rivelando i suoi presunti contatti col mondo della politica. Intanto, nell'ambito dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno avanzato una richiesta precisa: ascoltare Vito Nicastri, il "re" dell'eolico che sarebbe entrato in affari con lo stesso Arata. In più potrebbe essere ascoltato anche il figlio di Nicastri, Manlio.

L'inchiesta dunque prosegue.

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