Cronaca locale

Il pass invalidi è scaduto 130 multe in 10 giorni

L'incredibile caso di un anziano passato per errore nelle strade vietate: «Non dormo più»

Il pass invalidi è scaduto 130 multe in 10 giorni

Il postino consegna al pensionato di 86 anni un pacco di notifiche. Ventidue multe in blocco. Tutte destinate al capo famiglia ed è solo la prima consegna.
Ne arriveranno altre, tante altre: centoventinove nel giro di una decina di giorni da quasi 100 euro l'una. Una collezione spaventosa, un mucchio di soldi da pagare: più di 11mila euro. Lui racconta la storia con il sudore che gli cade dalle tempie e gli occhi azzurri che si sgranano. «Una sciagura che mi è caduta addosso, per me è una cifra impossibile, io e mia moglie viviamo con mille euro al mese, la pensione minima e l'invalidità. Cosa devo fare? Non ci dormo più la notte, cosa devo fare?». Il suo pass invalidi che gli permetteva di circolare nelle Ztl era scaduto da pochi giorni e lui non se ne era accorto. La risposta dei vigili: certo, lei ha sempre diritto al pass, ma queste multe intanto vanno pagate.

Suonano alla porta. È il postino con un pacco di notifiche. Ventidue multe consegnate in blocco. Tutte destinate al capo famiglia, un pensionato di 86 anni di Milano. Ed è solo la prima consegna.

Ne arriveranno altre, tante altre: centoventinove nel giro di una decina di giorni da quasi cento euro l'una. Una collezione spaventosa, un mucchio di soldi da pagare: più di undicimila euro. Lui racconta la storia con il sudore che gli cade dalle tempie e gli occhi azzurri che si sgranano. «Una sciagura che mi è caduta addosso, per me è una cifra impossibile, io e mia moglie viviamo con mille euro al mese, la pensione minima e l'invalidità. Cosa devo fare? Non ci dormo più la notte, cosa devo fare? Alla mia età, con tutti i problemi che già ogni giorno dobbiamo affrontare io e mia moglie, legati alla salute, è davvero un colpo al cuore». Ma come è possibile che abbia accumulato tante ammende in poco tempo? Tutta colpa di una maledetta svista, una stupida distrazione. Il pass di invalidità che gli consentiva di attraversare strade di Milano altrimenti vietatissime era scaduto da una ventina di giorni. E lui non se ne era accorto e ha continuato ad attraversare la città ignaro. «Lo so, ho sbagliato, sarei dovuto stare attento, ma a dire la verità non lo sapevo che il pass per invalidi aveva una data di scadenza».

E invece, cinque anni e poi il permesso va rinnovato. Solo una formalità, perché nel caso di quest'uomo il suo handicap non è sparito, e il diritto di avere il permesso resta ovviamente invariato. Ma ci sono quei venti giorni fuori legge. «Erano proprio i giorni in cui dovevo andare a fare le infiltrazioni in ospedale, e passavo almeno per cinque strade vietate all'andata e così facevo al ritorno». Una beffa dai risvolti sconcertanti. Lui che non ha mai avuto problemi con la legge, ora si sente in trappola, una vita tranquilla spesa in un laboratorio di peltro aperto agli inizi degli anni '50 con la moglie, a Milano, sui Navigli; il paesino in Puglia, la terra d'origine, che resta la meta delle vacanze in estate; i figli, i nipoti cresciuti con i nonni a disposizione: un'esistenza come tante, nel tran tran quotidiano, se non fosse per questo pasticcio che sta togliendo la serenità conquistata dall'anziana coppia. «Quando ho realizzato cosa stava succedendo mi stavo sentendo male». Il mento che balla per la commozione. «Non riesco più a pensare a nient'altro. Mi sento come se avessi una spada sul collo. E mi pesa». Lui che immediatamente cerca di capire, ricostruisce con uno sforzo di memoria quei giorni, i percorsi. «Sono corso subito dai vigili, loro erano più sconcertati di me, mi hanno detto: Invalido eri e invalido sei, su questo non c'è dubbio, ma queste multe vanno pagate. Mi è crollato il mondo addosso. Come faccio? Come?». Ora non gli tocca che sperare in un grosso, grossissimo sconto, insomma, un atto di clemenza dal parte del giudice, ma pare che non sia così semplice. Dopo un primo incontro sfumato con il Giudice di pace, ora conta i giorni per il secondo appuntamento.

E incrocia le dita.

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