Cronache

La Cassazione conferma: diplomati magistrali fuori dalle graduatorie

L'ordinanza delle sezioni unite civili della Cassazione: nessun eccesso di potere giurisdizionale da parte delle toghe amministrative

La Cassazione conferma: diplomati magistrali fuori dalle graduatorie

Arriva la sentenza delle sezioni unite civili della Cassazione: il ricorso presentato da 27 persone in possesso del diploma magistrale conseguito entro l'anno 2001/2002 è stato dichiarato inammissibile. I ricorrenti avevano denunciato l'abuso di potere giurisdizionale e la "lesione dei diritti fondamentali": la Suprema Corte l'ha però ritenuto "non esistente".

Confermato dunque il pronunciamento del Consiglio di Stato, che a fine 2017 aveva escluso dalle graduatorie a esaurimento per scuole materne ed elementari gli insegnanti in possesso del solo diploma magistrale che non avessero partecipato alle sessioni di abilitazione o ai concorsi.

La sentenza

Nell'ordinanza delle sezioni unite si legge: "Non è ravvisabile alcun superamento da parte del giudice amministrativo dei limiti interni della giurisdizione, sia con riferimento all'esame delle eccezioni di decadenza, sia in relazione all'affermata insussistenza dei diritto dei ricorrenti ad essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento". La Cassazione aggiunge che è legittimo "l'operato amministrativo ove ha negato ai ricorrenti l'inserimento nella terza fascia delle graduatorie (graduatoria permanente che consente l'immissione in ruolo per scorrimento) pur essendo invece consentito agli stessi di essere inseriti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto che permettono, comunque, di svolgere l'attività di insegnamento con il solo diploma".

Un comunicato del sindacato Anief riporta: "Per meglio precisare, la Cassazione non ha detto che le conclusioni del Consiglio di Stato siano corrette e condivisibili, ma ha ritenuto che la sentenza del più alto consesso della Giustizia Amministrativa, essendo frutto di una mera interpretazione delle norme giuridiche, non determini un abuso del potere giurisdizionale".

È intervenuto anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: "Non ci fermeremo. La nostra azione di tutela non si esaurisce qui e agiremo su più fronti.

Riteniamo vergognoso l’accanimento nei confronti di tanti docenti colpevoli solo di essere stati ingannati per anni dallo Stato italiano che ora continua a sfruttare la loro professionalità nelle scuole per assicurare il corretto svolgimento delle attività didattiche".

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