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Dallo scontro sulla Ue a Tav e migranti: cronologia di una crisi

Le prime bordate risalgono al 18 luglio. Poi i tentativi di ricucitura e infine lo scontro finale: le cinque settimane che portano alla crisi di governo

Dallo scontro sulla Ue a Tav e migranti: cronologia di una crisi

Sono passate cinque settimane da quando Matteo Salvini, da Helsinki dove era per una riunione con i ministri dell'Interno dell'Ue, lanciò le prime pesanti bordate contro il Movimento 5 stelle. Nei giorni precedenti nubi già si erano avvicinate a Palazzo Chigi, trascinate dal vento del caso Russia, delle liti sulla Tav, delle polemiche sull'Autonomia e sull'elezione di Ursula van der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, ma era il 18 luglio quando il leader della Lega tuonò per la prima volta in modo categorico contro l'alleato.

Ecco quindi la cronologia dello scontro che ha portato alla crisi di governo:

17 LUGLIO - dalla Lega si fa trapelare una accelerazione di Salvini verso la crisi, dopo il voto in Ue sulla von der Leyen, che ha visto i 5 stelle votare a favore con il Pd e altre forze e la Lega votare contro.

18 LUGLIO - Salvini si lascia andare a un lungo sfogo con i giornalisti, denunciando il "tradimento" degli alleati e il venir meno della "fiducia anche personale" con Di Maio. Nel pomeriggio il sottosegretario Giancarlo Giorgetti sale al Colle, ufficialmente per tirarsi fuori dalla partita per il commissario Ue. In serata la linea viene 'ammorbidità: "Di Di Maio mi fido, è persona per bene ma altri ministri non sono all'altezza", afferma Salvini.

19 LUGLIO - La Lega attacca: "Ci sono dei ministri che bloccano opere necessarie e vitali". Nel mirino ci sono i ministri pentastellati Toninelli e Trenta, che il Movimento continua a sostenere.

21 LUGLIO - Mentre i presidenti di Lombardia e Veneto criticano il premier sull'autonomia, Salvini invoca una manovra "coraggiosa" altrimenti, minaccia, "la faremo da soli. Non ci stiamo a perdere tempo non siamo nati per le poltrone". Sul salario minimo si apre un altro fronte di scontro: "Presto sarà legge", dice Di Maio, ma la Lega frena.

22 LUGLIO - Salvini attacca per i no sulla Tav di Toninelli, nella bufera per il licenziamento dell'unico esperto pro Torino-Lione del Mit, Pierluigi Coppola. Per Di Maio "Qualcuno gioca a spaccare il governo e l'Italia.

23 LUGLIO - Il presidente Conte conferma il via libera alla Tav: "Non farla costerebbe più che realizzarla". Il Movimento 5 stelle frena gli entusiasti: "Decideranno le Camere". Ma Salvini rivendica il successo: "Abbiamo perso tempo, ora si devono sbloccare gli altri cantieri".

24 LUGLIO - Mentre alla Camera passa la fiducia sul decreto Sicurezza bis e in Val di Susa si scatena la protesta dei No Tav, in Senato il presidente Conte riferisce sul caso Russia. Salvini lo accusa di cercare voti per una nuova maggioranza. I 5s lasciano l'Aula, al posto del premier - sostengono - doveva esserci il ministro dell'Interno.

25 LUGLIO - Chiarimento tra Salvini e Di Maio dopo lo scontro su Russia e Tav. "Si va avanti" dice il leader della Lega. Conte assicura che la manovra sarà espansiva, ma Salvini avverte Tria, se fa una 'manovricchià si torna al voto. Arriva il monito di Mattarella: "Nel governo c'è bisogno di collaborazione".

26 LUGLIO - Tria di nuovo nel mirino del vice premier leghista sul tema del taglio delle tasse, chiesto dal Carroccio. "O il problema sono io o è lui", dice Salvini. Di Maio conferma la fiducia in Conte e nel titolare del Mef e ribatte: "Sulla flat tax non ho ancora visto le coperture".

27 LUGLIO - In Val di Susa alla marcia dei No Tav si registrano violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Di Maio ribadisce l'intenzione di non voler fare "regali a Macron" e promette battaglia in Parlamento, ma Salvini lo stoppa: "Indietro non si torna". Salvini è a Milano Marittima, dove trascorrerà 8 giorni, tra vacanze con il figlio e nuove bordate agli alleati di governo e l'improvvisata alla consolle del Papeete.

28 LUGLIO - La tensione tra gli alleati di governo sulla Tav sale alle stelle. I Capigruppo della Lega invitano i 5 stelle a dimettersi: "Se è un crimine che ci fate al governo?" Dura la replica di Patuanelli, capogruppo al Senato: "Restiamo per rompere le scatole".

29 LUGLIO - In un audio 'rubato' Di Maio si sfoga con i suoi: anche su autonomia e Tav "serve sempre un accordo con quell'altro". 'Zen' la risposta di Salvini: "Mi chiamo Matteo"

31 LUGLIO - Ai temi di scontro si aggiunge anche la riforma della giustizia, che arriva in Cdm. Salvini torna a Roma per il Cdm e la boccia: "E' acqua, non c'è la separazione delle carriere". Di Maio avvisa: "Nessuno blocchi un testo epocale".

1 AGOSTO - Il duello sulla giustizia e sulla manovra si inasprisce. Salvini torna a minacciare il voto, Di Maio lo invita a smetterla con "le sparate sopra le righe".

3 AGOSTO - "Serve una squadra compatta o la forza la chiederemo agli italiani": è la nuova sfida al Movimento lanciata da Salvini che critica ancora il salario minimo ("rischia di far chiudere molte Pmi") e conferma il taglio delle tasse "anche se all'Ue non va bene".

5 AGOSTO - Il decreto Sicurezza bis è legge, anche al Senato passa con la fiducia. Cinque dissidenti pentastellati non votano.

6 AGOSTO - E' la vigilia del voto del Senato sulle mozioni sulla Tav. Salvini conferma il no a quella del M5s: "E' il suo suicidio politico". Le elezioni anticipate? "Lo capiremo anche prima di settembre".

7 AGOSTO - Il Senato boccia la mozione con cui M5s chiede al Parlamento di fermare la Tav. Passano tutte quelle a favore della Torino-Lione. La Lega vota con il Pd. Salvini va a palazzo Chigi in serata e vede il premier Conte. Un faccia a faccia durissimo durato 50 minuti. Poi il titolare del Viminale va al comizio di Sabaudia e dal palco parla al passato: "E' stato un anno bello". Quindi esordisce: "Qualcosa si è rotto". E' il comizio dello 'strappo'.

8 AGOSTO - Alle otto di sera Salvini prende tutti in contropiede e annuncia: non c'è più maggioranza, si torni alle elezioni. In una nota ufficiale la Lega afferma: inutile andare avanti a colpi di no. In tarda serata Conte convoca i giornalisti a palazzo Chigi e annuncia che intende fare comunicazioni al Parlamento. "Salvini mi ha detto che vuole capitalizzare il consenso", attacca e assicura: "Questa crisi sarà la più trasparente della storia Repubblicana".

9 AGOSTO - La Lega tenta di accelerare i tempi della crisi e deposita in Senato una mozione di sfiducia contro Conte e accusa il premier: non è venuto in Aula a ribadire la posizione del governo favorevole alla Tav.

10 AGOSTO - la Lega chiede l'immediata calendarizzazione della mozione di sfiducia in Aula. Salvini tuona: i senatori tornino subito dalle ferie. Beppe Grillo 'blindà Di Maio e apre al un possibile dialogo con il Pd.

12 AGOSTO - si riunisce la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Decisione a maggioranza: Pd e M5s compatti sul no alla mozione di sfiducia. Il 20 Conte in Aula per rendere le sue comunicazioni. E' scontro con la Lega. Deve decidere l'Aula, convocata per l'indomani. Anche la conferenza dei capigruppo della Camera fissa l'Aula per il 21 con le comunicazioni di Conte e, a sorpresa, all'unanimità, i presidenti dei gruppi calendarizzano per il 22 il taglio dei parlamentari. Salvini: "non c'è altra maggioranza. Mi affido al Colle" e si dice pronto a ritirare i 7 ministri della Lega.

13 AGOSTO - giornata di riunioni e controriunioni, vertici e strategie. Inizia a spuntare l'ipotesi di un nuovo governo sostenuto da M5s e Pd. Non decolla, invece, la trattativa tra Lega e Forza Italia, che dice no a un listone unico. Il leader Pd, Nicola Zingaretti si dice pronto al voto, mentre l'ex premier Matteo Renzi propone un governo 'no tax' e spunta il 'lodo Bettinì per un esecutivo di legislatura. Salvini interviene in Aula e non ritira la delegazione leghista dal governo: "Pronto a subito taglio parlamentari e poi al voto". Ma la Lega finisce in minoranza. Pd, M5s e le altre forze di opposizione, ad eccezione di FdI e FI, votano per confermare il calendario

14 AGOSTO - Salvini non ritira la mozione di sfiducia a Conte. Il Pd valuta la possibilità di un governo con M5s purchè di legislatura. Conte, Salvini e Di Maio a Genova per il primo anniversario della tragedia del ponte Morandi. Gelo tra alleati.

15 AGOSTO - nuove tensioni nel governo sul fronte immigrazione. Salvini nega alla nave Open Arms di far sbarcare i migranti salvati in mare. E' il giorno delle 'letterè aperte via social tra Salvini e Conte. Un duro botta e risposta, in cui il premier accusa il titolare del Viminale di "strappi istituzionali" dettati dalla "foga politica" e di "sleale collaborazione". Gelida la replica di Salvini: "Poteva dirmelo in faccia". Ma poi sembra 'ammorbidirè i toni e le sue parole sembrano un tentativo di 'riavvicinamentò ai 5 stelle, con un "vedremo" che apre a diverse strade. Ma Di Maio chiude ogni spiraglio: "Ormai la frittata è fatta".

16 AGOSTO - M5s e Pd si 'sondano' a vicenda, ma Di Maio pone paletti: mai con Renzi e Boschi. Si fanno insistenti le voci di un possibile riavvicinamento tra M5s e Lega. Ma Di Maio, che secondo le indiscrezioni sarebbe il premier del nuovo esecutivo, stoppa tutto: "Fake news". E attacca Salvini: "Si attacca a poltrona". Per Zingaretti prima bisogna attendere le mosse di Conte, poi le parole di Mattarella e quindi si può ragionare su scenari futuri. "No a governi pasticciati".

18 AGOSTO - alcune parole di Di Maio rianimano voci su possibile riavvicinamento con Lega: "taglio parlamentari se Lega non sfiducia Conte". Romano Prodi lancia e 'benedicè alleanza Ursula per nuovo governo. Salvini mette in chiaro: Non tolgo il disturbo. Parlerò in Aula". Quindi torna a proporre: "Senza elezioni ci si siede al tavolo e si ragiona". Vertice M5s a Bibbona: presenti Di Maio, Grillo, Casaleggio, Di Battista e Fico. Esito: "Salvini non più credibile".

19 AGOSTO - vigila del discorso di Conte al vetriolo, tra accuse e bordate reciproche. Lega a M5s: dicano se accettano 40 voti di Renzi. Di Maio: "Salvini disperato". E i leghisti controbattono: "M5s preferisce Renzi a Salvini".

Renzi annuncia il voto contro del Pd a Conte, Di Maio e Salvini al Senato, qualora si dovessero votare le risoluzioni successive alle comunicazioni di Conte che, però, potrebbe dimettersi prima, salendo al Colle.

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