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La truffa di Rousseau: la Casaleggio prepara un plebiscito per Conte

Il voto ci sarà, ma il quesito citerà il premier e non il Pd. Per evitare che la base insorga

La truffa di Rousseau: la Casaleggio prepara un plebiscito per Conte

Di Maio, dopo l'incontro con il premier incaricato, spariglia di nuovo le carte e nasce la «corrente Rousseau». Sulla votazione dell'alleanza con il Pd, o meglio, come ripetono dal M5s «dei punti del nostro programma» si sta scatenando un'altra gazzarra interna ai Cinque Stelle che potrebbe rischiare di far perdere la pazienza ai dem.

I capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli giovedì avevano parlato di un Movimento compatto come «un monolite», un'affermazione facilmente smentibile attraverso una radiografia, a taccuini chiusi, del ventaglio delle posizioni che si sta squadernando intorno alla consultazione sulla piattaforma gestita da Davide Casaleggio. Con una saldatura, nelle ultime ore, delle posizioni del guru aziendale con quelle del capo politico.

Ma prima bisogna partire dalle tempistiche per l'apertura dell'urna virtuale. «È chiaro che bisognerà votare entro martedì, massimo mercoledì», dice una fonte in stretto contatto con Casaleggio. Sul punto, invece, il premier Giuseppe Conte aveva provato a rinviare quanto più possibile la data, magari a nomi dei ministri già acquisiti. E c'è chi giura che il presidente del Consiglio, concorde con Roberto Fico e molti parlamentari, avrebbe preferito evitare il ricorso alla base in un momento così delicato.

La seconda questione da affrontare è la formulazione del quesito, che sarà uno e su alcuni punti del programma illustrato da Di Maio. E qui emergono le divisioni tra i filo-Pd e chi preferirebbe tornare al voto, dando l'impressione di una piattaforma online che è diventata terreno di scontro tra le varie anime del M5s. Il senatore e presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, a favore dell'accordo, ha parlato di formulazione «neutra». Ovvero con Conte in bella evidenza e senza menzionare il Pd. Soluzione che, in prima battuta, aveva convinto il capo politico. Il pressing degli uomini vicini a Casaleggio, d'altro canto, «è per una domanda il più chiara possibile, anche perché se il nome Pd c'è o no per gli attivisti cambia poco».

Nel pomeriggio di ieri, questo ultimo tipo di approccio sembrava convincere molti esponenti del cerchio magico di Di Maio. Allo stesso tempo fioriscono i sospetti, in area Fico, che il leader di Pomigliano e Casaleggio vogliano sabotare la cosa giallorossa servendosi del voto su Rousseau. In tanti nel M5s, al di là dei veleni interni, hanno paura che la votazione possa essere condizionata da iscritti «dormienti» simpatizzanti della Lega.

Sabotaggio o no, l'unica certezza «è che il voto ci sarà», ribadiscono dal Movimento. A insistere sul ricorso a Rousseau è stato nuovamente il Blog delle Stelle: «Rousseau Conta - hanno scritto i grillini in un post - non è un vezzo ma uno strumento che la nostra comunità politica si è dato per far arrivare nelle istituzioni la voce dei cittadini». E non contano solo i gruppi parlamentari: «I gruppi parlamentari del M5s hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell'esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com'è ovvio, alla loro decisione».

E sui problemi della sicurezza un esponente grillino scherza: «Alla fine funziona come il televoto dei programmi televisivi».

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