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Abbandonati 2 milioni di minori Il mondo fa a gara per adottarli

Il terremoto ha spazzato via le loro case e ucciso i loro genitori. Ora, per i due milioni di bambini coinvolti nel dramma, questa è la stima di Save the Children, resta solo la speranza di essere salvati. Perché se gli adolescenti erano già merce prima che accadesse la tragedia, adesso i rischi per loro aumentano.
«Lasciate andare via i nostri orfani». Un appello accorato quello lanciato da Haiti alla comunità internazionale. Un appello che sta trovando risposte da tutto il mondo, a partire dall’Italia, ma anche difficoltà di attuazione. È una corsa contro il tempo. Diversi orfanotrofi del Paese sono diventati macerie, il palazzo di giustizia è crollato, assieme con i documenti delle adozioni, e la maggior parte del personale che si occupa delle pratiche adottive è morto.
«Vorrei che la comunità internazionale - ha dichiarato Dixie Bickel, a capo dell’orfanotrofio God’s Littlest Angels - adottasse un piano per i bambini che sono stati già adottati da famiglie europee, canadesi e americani sulle modalità di trasferimento nei Paesi:o sotto la status di rifugiati o quello di emergenza». La richiesta riguarda solo i bambini già adottati, ma che per lungaggini burocratiche non hanno ancora raggiunto i loro genitori. Un processo che richiede da sei mesi a due anni. Troppo, per le condizioni attuali. Per questo motivo, il Canada ha deciso di creare un canale preferenziale all’esame delle richieste di adozione di bambini haitiani. Alla Commissione adozioni internazionale (Cai) e al consolato haitiano sono giunte numerose telefonate ed e-mail di coppie che chiedono informazioni sulla possibilità di adottare minori provenienti da quel Paese, ma il presidente della Cai Carlo Giovanardi ha invitato alla prudenza. «Serve - ha sottolineato - un coordinamento internazionale. Non è pensabile che ogni Paese si muova per conto suo». La Cai si riunirà martedì prossimo per varare, d’intesa con gli altri Paesi, un piano straordinario per assicurare una famiglia agli orfani di Haiti. Colpito dal dramma dei bimbi haitiani anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Mio figlio Leonardo, di 7 anni – ha raccontato - mi ha chiesto se possiamo far venire a casa nostra due bambini delle migliaia di Haiti che vagano per le strade dopo il terremoto. Se fosse per me a bordo della portaerei Cavour, che probabilmente invieremo, ricovererei solo bambini e penserei poi alla possibilità di adozione o di affido a cittadini italiani».
Prima di tutto sarà necessario effettuare un censimento per accertare l’effettivo stato di abbandono dei minori residenti nelle aree colpite, le cui famiglie potrebbero essere solo temporaneamente disperse. Ma per censire una popolazione di nove milioni di abitanti ci vorrà del tempo, forse troppo. Così si pensa ad altre ipotesi. Come quella dell’affido temporaneo, proposta dall'associazione La Scuola della Pace, come avvenne dopo l’incidente nucleare di Chernobyl. I bambini verrebbero accolti da famiglie in attesa che la situazione nel Paese d’origine migliori.
Anche il mondo dello spettacolo sta fornendo il suo contributo per i terremotati. Grazie al social network Twitter il rapper haitiano-americano Wyclef Jean ha raccolto oltre 750mila dollari in poche ore. Il campione di golf Tiger Woods, ha donato due milioni di euro, Madonna 250mila dollari. Demi Moore e il marito Ashton Kutcher hanno chiesto ai fan su Twitter di donare all’Unicef, mentre Brad Pitt e Angelina Jolie hanno messo un milione di dollari a disposizione di Medici senza frontiere. George Clooney ha annunciato un telethon il 22 gennaio su tutti i canali della rete Mtv.

Ma per quello che è stato definito dall’Onu «il peggior disastro mai affrontato» ci vorranno 120 milioni di dollari solo per aiutare i bambini nei prossimi sei mesi.

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