Teatro

Addio a Scaparro, visionario del teatro

È stato un protagonista del '900 collaborando con Strehler e Brancati

Addio a Scaparro, visionario del teatro

In una vecchia intervista a Sipario, Maurizio Scaparro, regista e critico teatrale romano, classe 1932, scomparso ieri a Roma, ricordava insieme alle sue stesse origini, l'ascesa del teatro italiano dopo la Seconda Guerra Mondiale: «Adesso, a sessant'anni da quel periodo, molto è cambiato. Riconosco un'involuzione, legata ai tempi che stiamo vivendo, se il teatro è sempre specchio dei propri tempi, adesso ci parla di tempi oscuri. La funzione per la quale nacquero i primi teatri pubblici non è più la stessa. A quei tempi non c'era la televisione, avevamo una vitalità che nasceva dall'essere appena usciti da una guerra».

Un bilancio che Scaparro ha potuto permettersi fino all'ultimo, da vero protagonista della scena teatrale italiana e della nascita della regia moderna.

Direttore artistico di diversi teatri, tra i quali lo Stabile di Bologna, quello di Bolzano, nel 1983 «directeur adjoint» del Théatre de l'Europe a Parigi, al fianco di Strehler, del Teatro di Roma e dell'Eliseo, sempre a Roma, senza dimenticare a Parigi la direzione del Theatre des Italiens e della sezione spettacoli dell'Expo di Siviglia del 1992, come regista ha debuttato nel 1965 al Festival dei Due Mondi di Spoleto con La Venexiana. E a Venezia professionalmente è stato molto legato: direttore del Festival Internazionale di Teatro dal 1979 al 1983 nell'ambito della Biennale, re-inventa il Carnevale, invadendo campi e campielli. Proprio lo scorso anno la Biennale aveva omaggiato i suoi 90 anni con la mostra Il Carnevale squarcia la nebbia, fotografie, video, manifesti, documenti, oggetti e articoli d'epoca, provenienti dall'Archivio Storico.

Autore di spettacoli rimasti celebri, segnati da un lungo sodalizio con l'attore Pino Micol, con cui nascono Cyrano di Bergerac, Don Chisciotte, Caligola di Albert Camus, la brechtiana Vita di Galileo e poi ancora Il fu Mattia Pascal, Enrico IV, Don Giovanni, la scandalosa Governante di Brancati, sino ai privati sentimenti e le riflessioni politiche delle Memorie di Adriano della Yourcenar che dal 1989 diverrà cavallo di battaglia di Giorgio Albertazzi e oggi di Micol, fino ai due Pulcinella di Santanelli-Rossellini con Massimo Ranieri, diventato nel 2009 anche un film, Scaparro ha diretto tra gli ultimi spettacoli Aspettando Godot, ripreso fino al 2019.

Domani al Teatro Argentina di Roma la camera ardente aperta al pubblico.

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