Al galoppo

Claudio Colombi, il lord inglese del galoppo italiano. "Vi dico cosa farò dopo 35 anni di onorato servizio"

In un noto ristorante alle porte di Livorno abbiamo incontrato il fantino Claudio Colombi, la sua compagna Enrica e la piccola Anna. Da oltre 30 anni Colombi è sulla cresta dell'onda

Folgaria
Folgaria

Ad organizzare l’appuntamento è stato il proprietario del ristorante, nonché mio cugino Francesco. Una conviviale decisamente piacevole e informale che mi ha fatto conoscere due splendide persone e una bellissima bambina, che non poteva che avere un cavallino tra le sue piccole mani... L’incontro aveva lo scopo di intervistare il famoso Jockey livornese, ma ne è uscito qualcosa di più; infatti, tra una portata e l’altra abbiamo trascorso qualche ora in tranquillità e allegria, una piccola e doverosa premessa per introdurvi l’intervista e ringraziare questa splendida famiglia.

Il 2023 è stato un anno da ricordare. Leggendo le classifiche rimane uno dei fantini più forti e affidabili del circuito. Anche domenica scorsa, sulla pista di San Rossore, ha lasciato il segno vincendo in grande stile la corsa di centro con Tenjaku, cavallo americano figlio di Kantharos, purosangue imbattuto ed adesso stallone Hill ‘n’ Dale Farms in Kentucky. Mi permetto di essere preciso per due motivi: il primo per rispetto al libro che ho scritto, il secondo perché mi dicono che quando scenderà dal cavallo, insieme alla sua compagna che è qui con noi, farà il broker ippico…

"Sinceramente sono molto contento dell’anno 2023, mi sono tolto delle belle soddisfazioni, ho vinto corse importanti e per un fantino vincere è il sale, ma vincere le corse importanti lo è ancor di più. Per me la corsa è tutto ed adesso che sono vicino a smettere, posso affermare che ho raggiunto l’equilibrio psico-fisico, finché reggono le gambe e le braccia vorrei continuare. Sì, in futuro mi piacerebbe frequentare le aste ma anche aiutare i giovani ad intraprendere la professione, che è difficile, complicata ma ricca di soddisfazioni. Entrambe le ipotesi sono aperte e le percorrerò, nella speranza che il comparto riesca a ritrovare la strada giusta. Nel nostro piccolo io ed Enrica faremo tutto il necessario perché la strada non si interrompa e ritorni ad essere l’autostrada che era un tempo, non troppo remoto".

ColombiBaragiola
Claudio e Enrica alle aste

In un’intervista del 2005 Valfredo Valiani la descrisse così: "Claudio ha due punti di forza: l'onestà assoluta e la capacità di studiare a fondo le corse, di entrare in esse con la testa e non solo con le braccia e la frusta. È uno di quei fantini a cui puoi non dare ordini, convinto che in pista farà quello che tu avresti fatto". In quell’anno, all’età di 31 anni, vinse la sua prima corsa di gruppo, il Premio Paolo Mezzanotte in sella alla sorprendente Vigata da Orpen e Welsh Down, allenata appunto da Valfredo Valiani. Sono passati la bellezza di 19 anni ed è sempre nel gruppo dei migliori, nel ristrettissimo club di chi vince le corse di Gruppo. Un assist per parlare di Folgaria allenata da Stefano Botti di proprietà della Scuderia Sagam, da Due Diligence e Full Moon Never con cui ha vinto 5 corse su 5 disputate, con l’ulteriore gioia di tagliare per primo il traguardo nel Premio Primi Passi (GR3) ed il Premio Dormello (GR2).

"Per me è stato l’Oscar alla carriera, se vincere con Swipe Up il Premio Regina Elena mi ha lasciato un bellissimo ed indelebile ricordo..."

Swipe up
Claudio e Swipe up

"Vincere con Folgaria significa molto di più, l’acquisto della puledra è stata una nostra scelta, condivisa, mia e di Enrica e speriamo che possa essere la prima di una lunga serie. Folgaria è una cavalla speciale, con un cuore ed una testa fantastica. Per il 2024, in accordo con la proprietà, abbiamo già un’idea del programma agonistico ma la scaramanzia ci impone il silenzio, mi capisce, vero? A parte gli scherzi, noi siamo fiduciosi e stiamo valutando anche una sortita al di là delle Alpi".

Folgaria 2
Claudio e Folgaria post training

Come sono i rapporti con i proprietari, gli allenatori, i colleghi… spesso si sente dire che il mondo dell’ippica sia un po’ qualunquista e dove ognuno tende a fare le scarpe all’altro, non credo sia vero, che mi risponde?

“Enrica è la mia compagna e la mia manager, talvolta mi chiede di esser un po’ più diplomatico, io però sono livornese e come tutti i livornesi sono schietto e sincero, talvolta questo lato del mio carattere mi ha penalizzato ma sinceramente ne sono fiero. Ormai alla soglia dei 50 anni, dopo 35 anni di onorato servizio non ho alcuna intenzione di cambiare".

La frase di Claudio mi fa molto piacere e in piena onestà intellettuale posso affermare che persone così sono l’anima perbene del comparto.

Quali sono gli obiettivi per questo 2024 che è iniziato sotto una buona stella?

"Come ho già detto, ci sono progetti importanti con la Scuderia Sagam, ho una stretta collaborazione con Stefano Botti e la vittoria con Tenjaku è stata una bella iniezione di fiducia, la volontà è di correre ancora un po’, quanto ancora non lo so".

“Ha corso in tutti gli ippodromi, qual è il suo preferito?”

"In verità no, mi manca Follonica…Sono livornese e il Federico Caprilli (di Livorno, ndr) rimane nel mio cuore ovviamente, la pista però che amo è San Siro, bellissima, lunghissima, selettiva".

Mentre parla gli brillano gli occhi…

in allenamento a Newmarket
lavori mattutini

È noto che per fare il fantino ha fatto e fa molti sacrifici per rimanere nel peso, quanto è difficile?

"Le svelo un segreto, non ho la bilancia, non mi peso e paradossalmente riesco a mantenere il mio peso standard. Come vede adesso sto mangiando e non mi freno, ho raggiunto un equilibrio tra il buon cibo e la sauna, pratica che mi accompagna da sempre. Tutte le professioni sono un giusto mix tra doti fisiche e psichiche, la nostra lo è un po’ di più perché rimanere in equilibrio su un animale di mezza tonnellata che corre a 60 chilometri all’ora non è proprio uno scherzo, poi io ed i miei colleghi facciano sembrare tutto facile e talvolta la nostra bravura paradossalmente ci fa prendere anche qualche insulto".

Affermazione più vera non poteva esser fatta, noi però continuiamo a domandare per conoscerlo ancor di più.

“Nel tempo libero che fa?”

“Alcuni colleghi vanno a pescare, a giocare a calcetto, altri stanno sul divano, io vado a fare funghi con Francesco!”

Una gran bella risata collettiva e poi...

“Non mi prenda in giro, mi dica la verità!"

"No, non è una battuta, lo facciamo davvero, comunque quando non è periodo, il tempo lo passo volentieri a camminare perché è un momento tutto mio che mi rilassa, non amo i social network, non amo il telefono, a me piacciono gli spazi aperti"

Ed in famiglia, qui è con lasua compagna e la vostra splendida bambina…

"Siamo felici, Anna è una gioia, sono sereno e questo è quello che ogni persona di buon senso desidera…io vivo ogni giorno questa felicità, che posso desirare di più?"

Magari, rivincere le Oaks (vittoria nel 2020 in sella a Auyantepui), visto il tuo gran feeling con i purosangue di sesso femminile?

Oaks 2020
Claudio e Auyantepui

“Eh, un gran bel desiderio, ma se devo scegliere un obiettivo centrabile, forse, è meglio andare a far funghi con Francesco!”

Con questa scherzosa affermazione si conclude il nostro incontro con Claudio e la sua famiglia. Trarre una conclusione sembrerà un po’ azzardato ma il coraggio non mi manca ed allora posso con sincerità scrivere che Claudio Colombi è il Lord del galoppo italiano: forbito, elegante, educato, amante dell'arte e i musei, rappresentante ideale del galoppo romantico, quello che piace ai veri appassionati. Senza mancare di rispetto a sua Maestà Lanfranco Dettori, il portabandiera del galoppo del Belpaese dovrebbe essere proprio lui, per questi semplici motivi: Lanfranco ha lasciato l'Italia troppo presto per poter poi, alla fine, riconoscersi nell’Italia, Claudio non l'ha mai lasciata e questo è un grande pregio che ha premiato solo in parte la sua bravura e professionalità. Ricordiamo che ha vinto in Francia ed Inghilterra e non lo ha mai fatto pesare ed il suo fisico longilineo non lo ha certo aiutato… insomma è un'icona del nostro galoppo e questo, secondo me, bisogna riconoscerlo.

Con questa intervista speriamo di aver centrato l’obiettivo perché, alla fine, Claudio ha ricevuto meno rispetto a quello che ha dato all'ambiente delle corse dei cavalli.

ColombiDettori
Claudio e Lanfranco

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