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Aeroporti e emissioni nocive: l’anima verde di Re Carlo III d'Inghilterra dice no a Heathrow

L’anima verde di Re Carlo III è viva e vegeta. Sua Maestà non desidera che la sua immagine sia collegata ad un aeroporto. Ecco cosa è successo a Heathrow con la rinomina del Terminal n 5

Aeroporti e emissioni nocive: l’anima verde di Re Carlo III d'Inghilterra dice no a Heathrow

Signore e Signori, benvenuti al Terminal Re Carlo III dell’aeroporto di Londra Heathrow.

Se Sua Maestà Carlo III avesse consentito alla società aeroportuale inglese di onorare la celebrazione della sua incoronazione nominando il pluripremiato avveniristico Terminal 5 con il suo nome, questo sarebbe stato più o meno il messaggio di benvenuto che avremmo udito a bordo di un aereo all’arrivo a Heathrow, il principale aeroporto di Londra.

Invece no, thank you.

Re Carlo ha declinato l’offerta, gentilmente, ci tengono a precisare le fonti ufficiali. Rimandando al mittente la simbolica proposta studiata con la (buona) intenzione di celebrare in grande stile l’imminente incoronazione e la figura di Sua Maestà.

Eppure la scelta di dedicargli il Terminal 5 era ricaduta sul simbolo più prestigioso che si potesse offrire, il fiore all’occhiello della importante aerostazione londinese. Una infrastruttura in cima alla lista delle classifiche del Skytrak World Airport Awards, votato il miglior Terminal al mondo per 6 volte consecutive su 11.

Con le sue 9000 poltrone di pelle, i 65 ascensori, un’opera grande al punto da poter inghiottire lo stadio di Wembley "

Capace di sopportare un traffico di 30 milioni di passeggerei all’anno aumentando con la sua costruzione la capienza dell’aeroporto fino a 90 milioni di presenze.

Cifre da capogiro che per un ambientalista come lui potrebbero non essere tutte fonte di orgoglio. Infatti gli organi ufficiali attribuiscono il rifiuto a “considerazioni ambientali” e alla “mancanza di connessione tra il Principe e l’aeroporto”.

Evidentemente al quartier generale dell’aeroporto hanno fatto i conti senza l’oste, credendo di onorare l’immagine del sovrano, trascurando un dettaglio che per Carlo è tutt’altro che superfluo. La sua anima green. E deve averne fatto una questione di coerenza.

Una svista ingenua da parte dei sudditi che tradisce un rapporto ancora da rodare con Re Carlo III.

Che segna una nuova era rispetto al Regno della Regina madre.

Elisabetta II invece aveva accettato di buon grado che il terminal 2 a cui oggi ci si riferisce come al Queen’s Terminal le fosse dedicato 10 anni fa.

La Regina madre nel 2008, in occasione dell’inaugurazione del terminal 5 dichiarò:“

"oggi è un piacere aprire il Terminal 5, una porta del 21 secolo aperta sul il Regno Unito e per noi verso un più vasto mondo"

Il Re ha una posizione diversa che riconferma l’impegno dell’ex Principe attivista anche nella nuova veste di sovrano.

E c’era d’aspettarselo.

Sua Maestà ha affermato di aver effettuato dei cambi nello stile di vita per ridurre il suo impatto ambientale installando pannelli solari a Clarence House e caldaie a bio massa a Birkhall.

Quanto ai suoi mezzi di trasporto preferiti, confessa che la sua vecchia Aston Martin sia stata convertita per funzionare a bioetanolo “con una miscela di scarti di vino e formaggio”.

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