Ambiente

Stufe a pellet, camino a legna e termocamini: l'impatto ambientale

Stufe a pellet, camini a legna e termocamini sono tre opzioni a combustione abbastanza diffuse per il riscaldamento domestico: come funzionano, quali sono i vantaggi e quale il loro impatto sull'ambiente?

Stufe a pellet, camino a legna e termocamini: impatto ambientale
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Con l'arrivo dell'inverno, riscaldare l'ambiente domestico diventa una necessità: tra le opzioni più convenienti, in termini di rapporto tra valore del prodotto e consumo energetico, figurano le stufe a pellet, il camino a legna e i termocamini. Ma quali sono le maggiori criticità degli impianti di combustione che sfruttano le biomasse legnose? E, soprattutto, in che misura questi combustibili impattano sull’ambiente? Proviamo a fare chiarezza, analizzando pro e contro di ciascuna soluzione.

Stufe a pellet: quale scegliere?

PELLET

Le stufe a pellet permettono di riscaldare la casa sfruttando l'aria calda ottenuta dalla combustione, appunto, del pellet: si tratta di piccole "compresse" ricavate dalla segatura del legno. Questo tipo di combustibile, che può essere prodotto anche da legno vergine, si ottiene mediante la pressatura dei residui di scarto industriali o da legname di recupero.

Il tipo di legno impiegato incide su due fattori:

  • la potenza calorifica (la quantità di calore prodotta mediante la combustione): a parità di combustibile impiegato, i pellet con un potere calorifico più alto garantiscono un riscaldamento più efficiente.
  • la quantità di ceneri residue: minore sarà il residuo incombusto, minore sarà anche la necessità di pulizia e di manutenzione della stufa.

Per la scelta del pellet bisogna orientarsi su prodotti certificati - come En Plus di classe A1 o A2 - e ottenuti mediante pressatura. Questo tipo di combustibile sfrutta come legante la lignina, un polimero organico naturalmente presente nel legno. Inoltre è privo di colle che, durante la combustione, possono produrre sostanze nocive per l’ambiente. Quindi, attenzione alle informazioni riportate sull’etichetta del prodotto.

La scelta della stufa

Nella scelta della stufa a pellet bisogna prendere in considerazione diversi elementi, tra cui:

  • lo spazio che si intende riscaldare. Possiamo avere l’esigenza di riscaldare un unico ambiente o tutta la casa. Nel primo caso, sarà sufficiente assicurarsi che la stufa abbia una potenza in kw adeguata allo spazio da riscaldare. Solitamente, i produttori indicano i metri quadrati riscaldabili con un equivalente livello di potenza. Se, invece, dobbiamo riscaldare più ambienti, l’opzione ideale sono le stufe a pellet canalizzate: diffondono l’aria calda tramite dei collegamenti in ogni stanza dell’abitazione;
  • la presenza o meno della canna fumaria. Nel caso in cui non fosse possibile collegare la struttura alla canna fumaria dell’abitazione, si può optare per le stufe a pellet senza canna fumaria. Questo non vuol dire che non ci saranno emissioni - sono inevitabili durante la combustione - ma potranno essere espulse tramite un condotto di soli 8 centimetri, coadiuvato da un ventilatore elettrico. Per l’installazione è necessario l’intervento di un tecnico abilitato.

I vantaggi del pellet

Quanto ai vantaggi derivanti dall’uso del pellet, ecco quali sono:

  • consente di risparmiare sul riscaldamento: anche se il costo dei combustibili a biomassa ha subito un rialzo di prezzo negli ultimi mesi, il risparmio è notevole. Un altro aspetto importante è la possibilità di conoscere la spesa a priori evitando, così, brutte sorprese in bolletta;
  • se si utilizzano pellet ottenuti dagli scarti delle lavorazioni del legno, si ha un prodotto eco-compatibile che alimenta una nuova filiera produttiva;
  • le moderne stufe a pellet sono anche di dimensioni ridotte, si integrano con l’arredamento della casa e trasmettono il calore “emotivo” alla vista della fiamma. Sono programmabili e, le più moderne, anche controllabili a distanza e integrabili nei sistemi di domotica.

Il camino a legna

LEGNA

Il camino a legna è sicuramente di grande fascino rispetto ad altri sistemi di riscaldamento domestico. Quello classico - "a camera aperta" - diffonde il calore all'interno della stanza per irraggiamento. I fumi derivanti dalla combustione vengono convogliati nella canna fumaria e quindi espulsi attraverso il comignolo all'esterno dell'abitazione.

In termini di impatto ambientale, il camino a legna è per certo una soluzione ecologica. Se, però, l'accensione non viene eseguita correttamente, il fumo che fuoriesce dallo sbocco può generare una grande quantità di sostanze nocive per l'uomo e l'atmosfera. Stiamo parlando degli idrocarburi aromatici policiclici (PAH, la sigla) e delle polveri sottili, in particolar modo di quelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri: il cosiddetto Particulate Matter PM2.5 (particolato). Entrambe sono considerate sostanze cancerogene e inquinanti.

Per limitare le emissioni, nel caso del camino tradizionale, occorre utilizzare una legna certificata (norma Iso/Iec 17065) da un organismo accreditato. La certificazione, generalmente identificata con un marchio volontario, assicura la legalità, sostenibilità e tracciabilità del prodotto. Non solo. Acquistare legna certificata significa salvaguardare l’ambiente. Il disboscamento/deforestazione illegale di aree protette danneggia la biodiversità ed è considerato un reato perseguibile penalmente.

Lo stesso discorso vale per la legna secca presente nei boschi. A meno di particolari concessioni (nulla osta) per aree circoscritte - eventualmente riservate ai residenti del perimetro boschivo - è vietato raccogliere la vegetazione nei terreni di proprietà del Demanio di Stato.

Come funziona un termocamino

CAMINO

L’ultima opzione per il riscaldamento domestico è il termocamino. Si differenzia da quello classico perché il braciere è protetto da un vetro e, dunque, la fiamma è "isolata" all’interno di una camera chiusa: un aspetto tutt’altro che irrilevante per la sicurezza degli utilizzatori. Inoltre, queste strutture sono realizzate con materiali refrattari molto performanti e durevoli (lamine in ferro, ghisa eccetera).

Esistono due tipi di termocamini. A fare la differenza è il mezzo attraverso cui si propaga il calore in uno o più ambienti dell’abitazione:

  • termocamini ad aria. Funzionano come quelli tradizionali: il calore generato dalla combustione riscalda l’aria che, quindi, viene diffusa all’interno dell’ambiente domestico. Mediante l’ausilio di ventole elettriche o tubi per condotte di areazione, il calore viene propagato anche in altre stanze della casa, non solo in quella dove è stato installato il termocamino.
  • termocamini ad acqua. Questo tipo di impianto è multifunzionale poiché può produrre acqua calda sanitaria fino a 1200 litri, ad una temperatura di ben 70°, conservabile all’interno di serbatoi per diverse ore.

Quanto ai vantaggi del termocamino sono molteplici. Anzitutto è più sicuro ed efficiente del camino tradizionale e poi, richiede minore manutenzione garantendo maggiore autonomia. In ultimo, grazie alle tecnologie di "combustione controllata" si può avere la stessa potenza calorifera usando meno legna.

A tutto beneficio dell’ambiente.

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