Referendum

"Astenersi per difendere la Costituzione"

Passigli, Bassanini, Tabacci, Angius e molte altre personalità riunite nel Comitato "Amici della Costituzione" si battono contro il referendum  invitando gli italiani a disertare le urne: "Resterebbe un parlamento di nominati e tornerebbero le correnti"

"Astenersi per difendere la Costituzione"

Milano - C'è chi si batte per il sì e chi si batte per il no. Ma c'è anche chi è convinto che la scelta giusta per il referendum del 21 giugno sia l’astensione, per evitare una "ulteriore legittimazione del porcellum". È la tesi del comitato "Amici della Costituzione per l’Astensione", composto, tra gli altri, dai professori Stefano Passigli e Franco Bassanini, dal parlamentare Udc Bruno Tabacci, da Pino Pisicchio dell’Idv, dall’ex vice presidente del Senato Gavino Angius e dal presidente della "Fondazione Di Vittorio" della Cgil, Carlo Ghezzi, e sostenuto da diversi esponenti del mondo della cultura, da Claudio Abbado a Gae Aulenti, da Claudio Magris a Dacia Maraini a Lucia Annunziata a Carlo Federico Grosso.

Resta la nomina dei parlamentari "Questo - sottolinea Bassanini - è un referendum che non incide sul problema principale di questa legge e lascia invariata la nomina dei parlamentari; inoltre mantiene il premio di maggioranza e, di fatto, se dovesse passare rappresenterebbe una legittimazione popolare dell’attuale legge che non verrebbe di certo cambiata".

Svolta plebiscitaria Inoltre, attacca Bassanini, visto che in caso di vittoria del sì il premio di maggioranza andrebbe alla sola lista che ottiene più voti, questo rappresenterebbe una "torsione in senso plebiscitario e personalistico" del sistema "di cui non sis ente certo il bisogno".

Sistema simile alla Russia "Guzzetta e Segni - sottolinea Tabacci - hanno in testa di farci diventare americani, ma in realtà ficcandoci in un sistema argentino, o simile a quello della Russia di Putin, per questo io andrò a votare ai ballottaggi a Milano ma non ritirerò la scheda del referendum e chiederò che questo venga messo a verbale".

Tornerebbero le correnti Passigli critica invece la questione della riduzione della frammentazione sostenuta dai referendari. "Quella - sottolinea - è legata alla soglia di sbarramento, non c’entra con il premio di maggioranza, anzi: i piccoli partiti se passasse il referendum ricomparirebbero sotto forma di correnti dei grandi: si aprirebbe la via a un ritorno della Repubblica delle correnti".

Verso la legge Acerbo Insomma, dice anche Pisicchio "questo referendum porta con se tanti punti interrogativi e se passa rappresenterebbe un aggiustamento successivo verso la legge Acerbo...".

Diritto all'astensione "Lo considero un

referendum indecente", taglia corto Angius che invita all’astensione che, sottolinea "è un diritto costituzionalmente sancito visto che i costituenti hanno previsto che per questo tipo di referendum ci sia un quorum".

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