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De Benedetti difende il Domani: "Vicinanza agli indagati..."

L'editore rompe il silenzio sulla sconcertante vicenda che ha scosso il suo quotidiano. "Mio obbligo morale non intervenire su giornalisti". Gasparri lo bacchetta: "Risposta patetica. I suoi comportamenti sempre gli stessi"

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Invoca la libertà di stampa e solidarizza con i "suoi" giornalisti indagati. Però si guarda bene dall'entrare nel merito della vicenda, tanto delicata quanto sconcertante (almeno secondo quanto emerso sinora). Carlo De Benedetti rompe il silenzio per difendere il proprio quotidiano dalla bufera scatenatasi nelle ultime ore sul caso dei presunti dossieraggi. La vicenda - lo ricordiamo - vede iscritti nel registro degli indagati una quindicina di persone, tra cui il finanziere Pasquale Striano, all'epoca in servizio alla procura nazionale antimafia, e il magistrato dello stesso ufficio, Antonio Laudati. Tra gli indagati anche tre giornalisti del Domani, accusati di accesso abusivo a sistema informatico, in concorso con Striano, e di rivelazione di segreto in seguito alla pubblicazione di notizie riservate sul ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Ebbene, a seguito dello sconcerto suscitato dalle prime notizie sull'indagine, De Benedetti si è addirittura scomodato personalmente. "Con riferimento all'inchiesta di Perugia che ha coinvolto anche alcuni giornalisti del quotidiano Domani da me fondato voglio esprimere la vicinanza nei loro confronti certo che sapranno chiarire pienamente il loro operato professionale. La magistratura saprà senz'altro distinguere ogni eventuale responsabilità nella vicenda", ha scritto l'ingegnere. "Ancora una volta - ha proseguito - voglio però ribadire l'importanza di difendere il fondamentale diritto alla libertà di stampa inteso sia come diritto ad informare ed essere informati sia, con riferimento specifico al mio ruolo di editore, come obbligo morale a non interferire in alcun modo nel lavoro dei giornalisti, come è testimoniato dalla mia storia nei giornali ora del gruppo Gedi e oggi in editoriale Domani".

Un intervento dai toni altisonanti nel quale però, in sostanza, l'editore ha detto poco o nulla, preferendo piuttosto ribadire la propria estraneità a qualsiasi interferenza nel lavoro dei giornalisti. Sebbene non fosse questo il punto centrale della bufera scatenatasi attorno al quotidiano di sua proprietà. Del resto, i discorsi sulla libertà di stampa sembrano un po' generici rispetto al quadro accusatorio sinora emerso dall'indagine. E infatti le parole dell'ingegnere non hanno convinto affatto chi si aspettava una presa di posizione più esauriente. "Leggo una patetica risposta di Carlo De Benedetti nel suo ruolo di proprietario del quotidiano 'Il Domani'. Invece di scusarsi per le gravi vicende che vedono protagonisti esponenti della Procura nazionale antimafia e giornalisti suoi dipendenti ostenta la solita superbia", ha attaccato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.

"La libertà e la verità non si difendono agendo in questa maniera. De Benedetti fa riferimento alla sua storia di editore e, in effetti, conferma che i suoi comportamenti sono sempre gli stessi. E noi abbiamo il diritto di pensare sempre le stesse cose su un protagonista così negativo, della vicenda italiana", ha proseguito il senatore azzurro, punzecchiando l'ingegnere.

Inutile domandarsi se l'editore avrebbe usato argomentazioni analoghe qualora una simile vicenda avesse coinvolto altre testate, magari distanti dalla sua sensibilità politica e di pensiero.

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