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"È una minaccia": così l'Italia allarga la coalizione contro la carne coltivata

L'Italia ha opposto un netto rifiuto nei confronti della carne prodotta in laboratorio. Domani il dibattito al Consiglio Agricoltura a Bruxelles, e 11 Paesi si dichiareranno contrari

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È stato un deciso "No" fin dal principio, l'Italia si è subito dichiarata contraria alla carne coltivata in laboratorio, esprimendo dubbi riguardo alla sua sicurezza e ai possibili effetti futuri sui consumatori. Non solo. Il governo italiano ha voluto mettere al primo posto i produttori di carni nostrane, proteggendo la filiera. Ma ecco che, dopo mesi di discussioni, tanti altri i Paesi si sono aggiunti all'Italia, che sulla vicenda è stata indiscussa capofila.

"La carne coltivata è una minaccia"

Nel corso della giornata di domani, martedì 23 gennaio, si discuterà proprio di carne coltivata al Consiglio Agricoltura dell'Ue, e sono tante le Nazioni a voler fare muro. Stando alle ultime notizie riportate, Italia, Francia, Austria e altri 9 Paesi, per un totale di 11 Nazioni, hanno sottoscritto una nota congiunta inviata ai vertici dell'Unione Europea. Nel documento vengono espressi tutti i dubbi relativi alla carne prodotta in laboratorio. In particolare, i Paesi firmatari definiscono la carne coltivata come"una minaccia per gli approcci primari basati sulle aziende agricole e per i metodi di produzione alimentare genuini che sono al centro del modello agricolo europeo".

"Lo sviluppo di questa nuova produzione alimentare coltivata in laboratorio solleva molti interrogativi che devono essere discussi approfonditamente tra gli Stati membri, la Commissione, gli stakeholder e il pubblico in generale", si legge nella nota, riportata da Agi. "Questi interrogativi sono essenziali per la società futura che vogliamo e dobbiamo costruire in Europa essere parte di un rinnovato e ampio dibattito nell'Ue specifico sulla carne coltivata in laboratorio".

I Paesi chiedono dunque un approccio più ampio sulla discussione relativa alla produzione di carne ricavata da cellule. "Pertanto, per valutare è necessario un approccio trasparente, scientifico e globale", domandano. A firmare, come abbiamo detto, 11 Nazioni. Italia, Austria e Francia hanno prodotto il documento, mentre delegazioni di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia lo hanno sottoscritto e sostenuto.

L'impegno del ministro Lollobrigida

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha voluto congratularsi col ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida per la dura battaglia portata avanti. "La nostra Nazione sta facendo da capofila a paesi come Francia e Austria, che oggi inviano una nota congiunta all'Ue. Una posizione chiara e forte quella che l'Italia mantiene in Ue a salvaguardia della salute dei cittadini, a difesa dell'operato degli allevatori e a custodia del nostro sistema agroalimentare che ci caratterizza nel mondo", ha dichiarato.

Plauso da parte anche di Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Il ministro Lollobrigida sta riuscendo a difendere non solo i cittadini italiani ma anche quelli europei, al contrario di quanto speravano i pasdaran del prodotto da laboratorio. La nota è un ennesimo successo all’insegna del diritto al cibo di qualità e alla difesa della salute delle persone", ha commentato.

Esulta Coldiretti

"L'alleanza nata in Europa fa proprie le perplessità sollevate per prima dalla Coldiretti e conferma il ruolo di apripista dell'Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare", ha commentato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, come riportato da Il Secolo

d'Italia. "Grazie al protagonismo a livello comunitario del ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, rimette in discussione il quadro normativo attuale che risulta inadeguato".

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