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Non solo il granchio blu, ecco tutte le altre specie che minacciano il nostro mare

Insieme a Francesco Tiralongo, ricercatore e docente di Zoologia dell’Università di Catania, uno dei maggiori esperti in Italia di specie alloctone, facciamo un quadro sugli alieni presenti nel Mediterraneo italiano

 Pterois miles. Credits: Amedeo Iannuzzi
Pterois miles. Credits: Amedeo Iannuzzi

Nonostante circoli nei nostri mari già da tempo, il granchio blu è diventato il protagonista mediatico dell’estate. Questo alieno – che distrugge la fauna marina italiana del Mediterraneo e sta causando enormi danni anche nel Delta del Po – sta allarmando pescatori, associazioni e istituzioni. È stato immortalato in scatti e video insieme alla premier Giorgia Meloni o al presidente della Regione Veneto Luca Zaia nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione volta a farci capire come sia pericoloso questo crostaceo – per arginarlo il governo ha già stanziato 3 milioni di euro per le cooperative di pesca, un cifra però considerata non bastevole da tutti.

Abbiamo capito, inoltre, che, per combattere la sua proliferazione, il granchio blu deve trovare ampio impiego nella ristorazione (la stellata Chiara Pavan non è l’unica che lo cucina) e nella Gdo. Bisogna creare un mercato che spinga i pescatori a non rigettarlo a mare ma a venderlo per il consumo umano, rimuovendolo di fatto dall’ambiente. Ma a Venezia c’è chi lo sta sperimentando pure per produrre biogas. Il granchio blu, comunque, non è l’unico alieno che nuota nel Mediterraneo. Per avere un quadro delle altre specie non indigene presenti nelle nostre acque, abbiamo interpellato Francesco Tiralongo, ricercatore e docente di Zoologia dell’Università di Catania, uno dei maggiori esperti in Italia di specie alloctone.

granchio blu
Granchio blu

Secondo lo studioso, non ci sono dubbi: gli alieni invasivi sono molto pericolosi perché stanno alterando la nostra biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi, causando talvolta danni ingenti alla nostra economia. Per questi esemplari nessuna pietà, quindi, l’espansione degli alloctoni deve essere contenuta con ogni mezzo. In un intervento su Facebook, lo stesso Tiralongo ha recentemente sottolineato la necessità della rimozione degli alieni, a prescindere da qualsiasi utilizzo.

tiralongo
Francesco Tiralongo, ricercatore e docente di Zoologia dell’Università di Catania

Pesce scorpione (Pterois miles)

Uno dei pesci più invasivi al mondo e di cui presto si sentirà parlare in Italia, Tiralongo ne è convinto, è il pesce scorpione. “Questa specie ha già colonizzato il settore orientale del Mediterraneo – ci spiega lo studioso – ma è apparsa in Italia in tempi relativamente recenti (la sua prima segnalazione risale infatti al 2016 quando un esemplare fu osservato per la prima volta nella Sicilia Orientale)”. All’inizio sembrava un’apparizione sporadica, ma dal 2023 sono aumentate le segnalazioni, soprattutto in Calabria e in Puglia.

pesce scorpione
Pesce scorpione

Si tratta di un vorace predatore proveniente dal Mar Rosso che può causare grossi danni all’ecosistema predando le specie autoctone e quindi, indirettamente, anche alle attività di pesca – continua Tiralongo– ma il pesce scorpione può nuocere anche direttamente all’uomo. Possiede, infatti, delle spine velenifere che causano dolorose punture. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i pescatori, perché questo pesce, aggrovigliandosi nelle reti. può facilmente pungerli durante le operazioni di smagliamento. Sono sempre di più gli incidenti che si stanno verificando quest’estate nel Mediterraneo”.

La cosa positiva è che il pesce scorpione è buono da mangiare. “Appartenendo alla stessa famiglia dei nostri scorfani – ci spiega Tiralongo – può essere cucinato senza pericolo per la salute (in cottura si annulla l’effetto velenoso delle tossine). In Grecia e a Corfù, ad esempio, sono tanti i ristoranti che lo propongono nei menu".

Granchio blu nuotatore (Portunus segnis)

Questa specie è simile al granchio blu. Ma si distingue per la presenza di arabeschi chiari presenti sul carapace. “A differenza del suo celebre cugino che proviene dalla costa Atlantica americana – racconta Tiralongo – questo granchio viene dal Mar Rosso. Con un potere distruttivo simile, la specie in questione ha già letteralmente invaso le vicine coste tunisine ed è pronta ad esplodere anche in Italia non appena le condizioni ambientali saranno ideali per la specie”.

Portus segnis
Granchio blu nuotatore. Credits: Alfio Germanà

Al pari del granchio blu, è ottimo in cucina. Vari ristoratori siciliani lo stanno importando da qualche anno e lo servono con successo nei loro indirizzi. “Ma questi granchi potrebbero essere utilizzati, dopo esser sminuzzati, anche come mangime in itticoltura, oltre che per il consumo umano”.

Pesce coniglio (Siganus spp.)

Come il pesce scorpione anche i pesci coniglio (sono diverse le specie ndr) sono dotati di aculei veleniferi. Anche se le punture sull’uomo hanno effetti meno dolorosi – spiega il ricercatore dell’Ateneo catanese. Queste specie indopacifiche non solo sono commestibili, ma in alcuni paesi (Grecia, Cipro, Turchia) hanno volumi al consumo molto elevati. Sia per i privati che per la ristorazione dove vengono serviti in vari modi, sia alla griglia che in zuppe. Altre specie di pesci coniglio, inoltre, vengono addirittura allevate fuori dal Mediterraneo.

Pesce coniglio scuro
Pesce coniglio scuro

Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)

Attenzione anche al Pesce palla maculato che, a differenza degli altri pesci menzionati, è potenzialmente letale se consumato dall’uomo. “Possiede infatti una tossina nota come tetrodotossina che a differenza di quelle presenti nei pesci scorpione e coniglio è termostabile, quindi non viene inattivata dalla cottura – continua Tiralongo – la specie danneggia reti da pesca ed ecosistema.

lagocephalus sceleratus
Pesce palla maculato

E se maneggiato incautamente, può causare lesioni serie agli arti a causa della sua dentatura tagliente. Qualche anno fa, in Turchia, ha tranciato la falange di una bambina di 8 anni che stava facendo il bagno”. Per ora non c’è una campagna attiva nel Mediterraneo per combattere il pesce palla maculato, ma quando aumenteranno gli esemplari bisognerà pensare a soluzioni creative per smaltirlo, visto che non può essere mangiato.

Pesce flauto (Fistularia commersonii)

Tiralongo e la sua equipe stanno monitorando questa specie da oltre un decennio. “Proviene dal Mar Rosso e in soli sette anni (2000-2007) si è diffuso in ogni angolo del Mediterraneo – racconta Tiralongo – poco dopo il suo arrivo in acque italiane, la specie si è diffusa rapidamente.

Tuttavia ad oggi l’abbondanza sembra essere in calo.”

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