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"Le forze dell'ordine uccidono". In tv il fango di Raimo sulla Polizia

Sceneggiata a PiazzaPulita: Raimo srotola l'elenco degli "omicidi" delle forze dell'ordine. Continua la campagna della sinistra per delegittimare la polizia

"Gli omicidi delle forze dell'ordine". In tv il fango di Raimo sulla Polizia

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"Gli omicidi delle forze dell'ordine". In tv il fango di Raimo sulla Polizia

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L'estrema sinistra italiana, forte dell'appoggio istituzionale dei gruppi parlamentari, e non solo, prosegue nella sua campagna d'odio e delegittimazione delle forze dell'ordine, in particolare della Polizia di Stato, corpo di sicurezza alle dipendenze del ministero dell'Interno, dispiegato sul territorio per la tutela dei cittadini. Sono arrivate solo condanne a metà dalla sinistra per l'assalto alla questura di Torino, sempre con quei "ma" che depotenziano la stigmatizzazione di un'azione eversiva. E poi ci sono gli intellettuali di riferimento di questa sinistra che vanno in tv con i cartelloni in cui fanno l'elenco degli "omicidi" della polizia dal 1948 a oggi.

Lui è Christian Raimo, sedicente intellettuale faro della sinistra italiana, professore, attivista e scrittore, nonché ex assessore del Municipio III di Roma, esponente dell'ultra-sinistra. "Questo è un sommario. Gli omicidi di carabinieri, polizia e polizia penitenziaria", dice mentre srotola un maxi-foglio di carta che lo stesso Corrado Formigli, conduttore del programma Piazzapulita, in onda su La7, viene invitato a reggere. "Ma cosa c'entra? La polizia sono criminali? Vuoi criminalizzare la polizia? Guarda che la polizia difende anche le minoranze in una democrazia", è il commento di Gian Micalessin, firma de il Giornale, davanti a quell'assurdo manifesto contro gli agenti.

"Questi sono gli omicidi di braccianti, studenti, sindacalisti. Non violenti, ma in scioperi e manifestazioni", ha proseguito Raimo, che ignora completamente i poliziotti caduti negli scontri. "Queste sono persone uccise durante le manifestazioni, non con le armi in mano", prova a dire Raimo, cercando una replica a chi gli ha fatto notare come la sua narrazione sia colpevolmente di parte, per tracciare un racconto che non tiene conto di gran parte del contesto. Ed è quando Raimo, che al III Municipio di Roma è stato sostituito da Luca Blasi, esponente dei centri sociali che ultimamente è finito al centro delle polemiche, ha mostrato il nome di Carlo Giuliani tra gli omicidi della polizia, che i presenti hanno capito che si era raggiunto un limite.

Sono pochi quelli che non ricordano che Carlo Giuliani tentò di assaltare una camionetta con un gruppo di carabinieri a bordo, durante il G7 di Genova, armato di estintore. Inserirlo nella lista degli "innocenti" e dei "bravi ragazzi" che cadono nelle grinfie dei cattivi esponenti delle forze dell'ordine è parte del solito tentativo di modificare la realtà, raccontando solo parte di un tutto allo scopo di far ricadere le colpe su chi ha avuto una reazione. Una tecnica rodata, che si ritrova anche nelle manifestazioni di Pisa, dove si racconta solo dei manganelli e non dell'assalto al cordone di sicurezza. Come se i poliziotti vadano in piazza per esercitare violenza e godendone.

Anzi, qualcuno ha detto anche questo.

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