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Porti penalizzati e più inquinamento: la follia dell'ultima eco-tassa Ue

In nome dell'ambientalismo l'Ue vuola tassare i mercantili che fanno scalo nei porti europei del Mediterraneo. Ma la mossa è un autogol. Il presidente della Regione Occhiuto: "Norma delirante, aumenterebbe l'inquinamento"

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L'ennesimo autogol all'insegna dell'ambientalismo arriva ancora una volta dall'Europa. E a rimetterci è (anche) l'Italia. Con l'obiettivo di abbattere le emissioni climalteranti, l'Ue ha infatti previsto norme destinate in alcuni casi a fallire su tutti fronti: su quello ecologista in primis, ma anche e soprattutto su quello economico. La tassa sulle grandi navi porta container, al riguardo, è un perfetto esempio di sceleratezza green. L'Unione Europea ha infatti deciso di introdurre una corposa gabella per i mercantili che scegliessero - come avviene oggi - di fare scalo nei porti europei sul Mediterraneo prima di raggiungere i grandi porti del nord Europa o quelli americani. Una mossa deleteria per la nostra economia di settore e per l'indotto a essa collegato.

A denunciare l'eco-follia sui porti mediterranei è stato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che in una nota ha espresso tutta la propria contrarietà alla norma paventata da Bruxelles. "Una delirante misura della Commissione europea, al momento prevista nel pacchetto 'Fit for 55', se fosse approvata così come concepita e senza modifiche, rischia di far perdere competitività e importanti quote di mercato al porto di Gioia Tauro a partire dal 2024", ha dichiarato il presidente di Regione ed esponente di Forza Italia. La suddetta tassa sulle navi porta container - ha spiegato Occhiuto - "verrebbe pagata al 100% nella tratta tra due porti Ue, al 50% se uno dei due porti (di provenienza o di approdo) è extra Ue, mentre non esisterebbe per una navigazione tra due porti extra Ue". Questo significa che "una nave proveniente dall'India e diretta in Usa pagherebbe zero euro se decidesse di fare scalo in un porto nordafricano".

Il risultato della "cervellotica trovata" è facilmente immaginabile: tanti terminalisti sceglierebbero come porti di trasbordo scali extra Ue, anche a costo di aumentare le miglia di navigazione, scelta che a conti fatti produrrebbe più emissioni di Co2 rispetto a quelle rilasciate con le attuali rotte. Il suddetto provvedimento europeo, insomma, avrebbe come effetto un en plein in negativo, con la penalizzazione di alcuni porti mediterranei e l'aumento delle emissioni climalteranti. "Una misura di questo tipo avrebbe due effetti perversi: da una parte avvantaggerebbe enormemente i porti nordafricani, e dall'altra aumenterebbe l'inquinamento nel mar Mediterraneo. I terminalisti sceglierebbero anche rotte più lunghe pur di non versare centinaia di migliaia di euro di tasse", ha affermato Occhiuto, evidenziando le macro contraddizioni della possibile direttiva.

"L'Europa che legifera contro i porti europei. Sembra una barzelletta, ma purtroppo non è così", ha osservato ancora l'esponente forzista e presidente di Regione, sottolineando come tra i porti europei più colpiti ci sarebbe anche quello italiano di Gioia Tauro, il primo porto d'Italia per transhipment. "Il Mediterraneo non può essere trasformato in un’area commerciale nella quale vigono regole diverse in base all'appartenenza o meno degli Stati all'Unione europea. O questa nuova tassazione vale per tutti i porti che si affacciano sul Mediterraneo o tutti gli scali mediterranei devono essere esentati dall’introduzione di questa misura", ha tuonato infine Occhiuto, formulando l'auspicio che l'Italia si difenda da questa norma in sede Europea.

L'Ue - ha concluso il presidente - "quando agisce in modo ideologico, dimostra tutta la sua miopia e la sua siderale distanza dalla vita reale dei territori e delle realtà economiche".

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