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Crack, stupri e furti. Il rampollo milanese che terrorizza le trans

Il caso è venuto alla luce grazie a una denuncia del Corriere della Sera. Il 50enne, rampollo di una famiglia falcoltosa di Milano, costringe all'uso di stupefacenti le escort salvo poi aggredirle. L'allerta nelle chat delle vittime: "Pericoloso"

Crack, stupri e furti. Il rampollo milanese che terrorizza le trans

La segnalazione arriva puntuale nelle chat di gruppo:"Pericoloso". Non hanno altro modo di difendersi le giovani trans aggredite dal rampollo di una facoltosa famiglia, se non quello di allertare le colleghe con un sms. Come riporta il Corriere della Sera che ha portato alal luce una storia fatta di violenze, abusi, possibili mazzette e droga. L'uomo, che gode della presunzione di innocenza, non è mai stato denunciato. "Se chiamiamo la polizia viene fuori che non abbiamo i documenti a posto, e comunque è la nostra parola contro la sua. E lui, se noi protestiamo, non esita a ripetere che ha un mucchio di denaro, di amicizie potenti, di avvocati a disposizione e che è capacissimo di rovinarci", ha raccontato una della vittime.

L'inferno delle escort

Botte, crack, stupri e furti. È l'inferno in cui vivono le decine di escort - per lo più brasiliane - che affollano gli appartamenti alla periferia del capoluogo lombardo. Sempre più spesso accade che, a loro insaputa, spalanchino la porta di casa a uomini violenti e armati delle peggiori intenzioni. Stupratori seriali che si accaniscono sulle vittime con ferocia inaudita per assecondare un piacere sadico e perverso. Il modus operandi è sempre lo stes so: il cliente prenota un incontro su WhatsApp di 2/3 ore mostrando in foto un mazzetto di banconote, a riprova che pagherà una cospicua somma di denaro per la performance. All'inizio appare sereno e pacifico poi, d'improvviso colpisce con violenza la vittima. Smette solo quando la malcapitata di turno gli consegna i contanti, l'incasso della giornata. A volte, i predatori usano la "droga dello stupro" per stordire le vittime. Dopo la violenza sessuale, reiterata quasi ad oltranza, l'aggressore apre la porta dell'appartamento ai presunti complici che fanno razzia di qualunque cosa: soldi, gioielli, tablet, pc e persino complementi d'arredo.

Il rampollo

"Nato il... 1966. Cittadinanza italiana, Professione pensionato, Statura 171, Segni particolari nessuno". Lo si legge sulla carta d'indentità di quello che, ad oggi, sembrerebbe essere il più temuto dei predatori sessuali di escort. Il Corriere della Sera ha consegnato la fotografia del documento, scattata di nascosto da una delle vittime, a polizia e carabinieri. Stando a quanto racconta il giornalista Andrea Galli, si tratta del rampollo 50enne di una famiglia falcoltosa. Il cacciatore, che gestisce alcune attività imprenditoriali anche fuori dal capoluogo lombardo, e dispone di numerosi appartamenti in zona San Marco, viene definito "pericoloso" nella chat tra colleghe. Contatta le ragazze - pare abbia una preferenza per quelle di nazionalità brasiliana - con un messaggio su WhatsApp in cui concorda luogo e ora dell'appuntamento. Ogni contro comincia con la preparazione del crack per drogarsi. E se le giovani rifiutano di consumare lo stupefacente, il 50enne alza le mani e picchia duro. I tentivi di placarlo sono completamente inutili dal momento che "mister x" ha tanto di quella droga in circolo da diventare incontenibile. "Devi cercare di proteggerti il più possibile - racconta una vittima - e portare l'incontro alla sua conclusione". E ancora: "Parliamo di una persona davvero feroce. - dice un'altra prostituta - Quello si mette a cercarmi ovunque pur di vendicarsi".

Truffatori, bande di ladri e maniaci sessuali

Sono decine le donne finite nella trappola del predatore seriale. Le vittime, che hanno paura di denunciare, cercano di difendersi come meglio credono o possono. Ma quella del rampollo 50enne è solo l'ultima dell'ampia casistica di malintenzionati da cui le escort devono guardarsi le spalle. Nell'elenco non mancano truffatori, bande di ladri e maniaci sessuali. Uno degli escamotage più utilizzati per guardarsi dagli avventori è quello di fornire il numero di civico sbagliato al cliente, cosicché la giovane possa osservarlo dalla finestra prima di accoglierlo in casa. A Milano viene usata un'app del telefonino: "inserendo un numero di cellulare - scrive il giornalista del Corriere - quello dell’uomo che ha appena chiamato la prostituta —, il sistema ricerca i commenti abbinati a quel numero e in precedenza depositati nelle bacheche online dei siti specializzati in annunci. Si tratta di una piccola arma, ci spiega una prostituta, per richiamare alla memoria soggetti già considerati pericolosi". Ma non basta. In tutto questo c'è l'enigma dei portinai. Secondo quanto ha raccontato una donna al giornale, pretendono dei soldi per amministrare i condomini.

È un inferno senza fine.

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