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"Questo è razzismo". Salvini smaschera Amnesty International

Con un comunicato social, Amnesty International ha dichiarato che non sarà al Lucca Comics a causa del patrocinio dell'Ambasciata Israeliana

"È razzismo". Salvini smaschera Amnesty International

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Il fumettista Zerocalcare ha dato il via a una schiera di personaggi e di associazioni che, a causa del patrocinio dell'Ambasciata di Israele al Lucca Comics, hanno deciso di disertare. Amnesty International, sezione italiana, è una di quelle associazioni che ha annunciato di non presenziare alla più importante convention di fumetti organizzata nel nostro Paese ma la replica del vicepremier e ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Matteo Salvini, è stata immediata.

"Il patrocinio dell'ambasciata israeliana al Lucca Comics ci spinge a rinunciare alla nostra presenza", scrive l'associazione umanitaria, in aperta polemica con l'organizzazione ma, soprattutto, con lo Stato di Israele, che dopo l'attacco subito lo scorso 7 ottobre ha deciso di intervenire in maniera massiccia nella striscia di Gaza. "Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei Paesi di provenienza degli artisti che realizzano l'immagine del festival. Ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite di vite civili", concludono da Amnesty Italia. La risposta di Matteo Salvini non si è fatta attendere ed è stata molto concisa: "Questo si chiama razzismo"

Una presa di posizione netta, quella dell'associazione, che arriva comunque dopo che Zerocalcare ha annunciato la sua assenza per questo motivo. Oltre ad Amnesty, un altro fumettista ha annunciato che non ci sarà. È Maicol&Mirco, che ha spiegato la sua decisione attraverso una striscia condivisa sul suo profilo nella quale si autodefinisce un "artista impegnato" in una ipotetica conversazione. "Quest'anno a Lucca non si può andare, c'è il patrocinio dell'ambasciata israeliana in Italia, Beh, hai visto che casino a Gaza? Noi autori impegnati non possiamo fare finta di niente", si legge.

"Non conosco Zerocalcare e mi permetto di dire che un artista, specialmente oggi, deve mandare segnali distensivi ma molti di loro, da sempre, fiutano l'area del dissenso più conveniente per fare business. Rifiutare una partecipazione a un evento culturale perché c'è il patrocinio di Israele è assurdo, così come era assurdo censurare Dostoevskij", afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. L'esponente del partito di maggioranza al governo, nella sua nota, fa anche una seconda riflessione: "Molti artisti sono politicamente scorretti per convenienza ed è così dagli anni settanta, quando dichiararsi di sinistra e impegnati portava a vendere più dischi.

Ognuno è libero di esprimere la sua critica ma confondere responsabilità politiche eventuali con una cultura intera o uno Stato è solo un modo divisivo ma molto utile a farsi pubblicità".

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