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Ristorante, ecco quando si può non pagare il conto

Nel momento in cui il cliente si siede al tavolo e gli viene presentato il menù si sottoscrive un contratto fra lui e il ristoratore. Ecco in quali casi il pagamento del conto può essere contestato

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Andarsene da un ristorante senza pagare il conto? Normalmente va contro alle regole, eppure esistono delle particolari condizioni in cui la legge lo consente. Un cliente insoddisfatto può, in determinate circostanze, alzarsi dal tavolo e lasciare il locale senza effettuare il pagamento.

Il "contratto" fra cliente e esercente

A spiegare a Il Messaggero in quali occasioni è possibile agire in tal senso sono gli avvocati dello studio legale Castagna, che per prima cosa portano l'attenzione su un primo punto fondamentale: nel momento in cui una persona entra in un ristorante, viene a crearsi la sottoscrizione di un contratto tra ristoratore e cliente. Bene dunque tenerlo a mente. Fra le due parti c'è effettivamente uno scambio: uno somministra beni e servizi, l'altro paga un corrispettivo in denaro. La trattativa comincia dal momento in cui viene consegnato il menù, con la lista dei beni serviti e relativo prezzo.

"Nel momento in cui si ordina, si accetta la proposta e il contratto si conclude", spiegano gli avvocati. Eppure, proprio perché di contratto effettivo si tratta, "se una delle parti non rispetta gli obblighi derivanti dall'accordo, la parte non inadempiente ha il diritto di non onorare il suo impegno, in questo caso di non pagare il conto".

Quando non pagare

Ma in quale dei tanti casi che possono capitare in un ristorante è possibile alzarsi dal tavolo e non pagare il conto? Primo fra tutti, abbiamo l'assenza di un listino prezzi all'interno e all'esterno del locale. "Se il cliente mangia senza che gli sia stata data possibilità di conoscere il costo di ogni singolo piatto,può rifiutarsi di pagare il conto", chiariscono i legali dello studio legale Castagna. Ci sono però delle precisazioni da fare. Il cliente deve aver chiesto di prendere visione di un menù con i prezzi. È diritto del consumatore conoscere i costi dei beni offerti, e il cameriere non può rifiutarsi di rispondere a precisa domanda. Si tratta di una vecchia norma, addirittura l'articolo 180 del Regio decreto n. 635/1940. "Chi non rispetta questa norma, rischia 308 euro di multa, oltre a veder andar via il cliente sazio e senza pagare nulla", spiegano gli avvocati.

Altro caso in cui è possibile non pagare, riguarda quelle pietanze che hanno prezzi che non corrispondono al menù. Se viene ordinato un particolare piatto, magari a base di un preciso pesce, il ristorante risulta inadempiente al contratto nel caso in cui serva un pesce diverso. Le derrate del menù, specifica la legge, devono essere quelle servite. I prezzi, inoltre, devono essere gli stessi trascritti sul menù. Nel caso in tali condizioni non vengano rispettate, il cliente può rifiutarsi di pagare.

Arriviamo poi al servizio. In caso di scarsa qualità del servizio offerto, o di personale maleducato, il pagamento del conto può essere contestato. "Chiaramente quest'ultima possibilità non si riferisce al livello di gradimento del pasto che si è appena consumato, bensì alle ipotesi in cui vi siano continui errori nel portare la propria ordinazione al tavolo (ordino un piatto e ne arriva un altro) oppure, volutamente, nel piatto vengano inseriti ingredienti di qualità inferiore rispetto a quelli segnati sul menù", spiegano dallo studio legale. "Da ultimo rientra in questa eventualità il personale che non si comporta, durante il servizio, con correttezza, diligenza e a regola d'arte come richiede la professione che sta svolgendo". Fra gli esempi abbiamo cibi mal conservati, o addirittura scaduti. In questo caso, è possibile rifiutarsi di pagare.

Quando pagare

Al di fuori delle precise condizioni esaminate, il cliente è tenuto a pagare il conto. Si deve pagare anche in caso di prezzo elevato, se questo è regolarmente indicato. Talvolta nella cronaca vengono riportate notizie di pasti abbondanti poi conclusi con conti salatissimi. In quel caso il cliente è tenuto a pagare. "I soggetti in questione potranno essere accusati di reati che vanno dall'insolvenza fraudolenta fino ad arrivare alla truffa nei casi più gravi. Al ristoratore a questo punto non resterà altra scelta se non quella di avvisare le forze dell'ordine e attenderne l'arrivo per l'identificazione dei soggetti e per sporgere querela di parte", spiegano gli avvocati.

Attenzione però, perché il ristoratore non può obbligare il cliente a restare nel locale. C'è il rischio di sequestro di persona.

Fondamentale, dunque, conoscere l'identità dei clienti, così da poter sporgere regolare denuncia.

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