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Ryanair e l'Italia, 15 anni di storia fra sanzioni e richiami. "Se ne vanno? Arriveranno altri"

Ryanair batte i piedi, si prende i meriti e minaccia di scegliere altre rotte, ma la sua storia in Italia non è idilliaca. Nessun timore da parte di Enac: "Il mercato italiano è appetibile e la società non lo lascerà, ma anche se lo farà ci saranno altri operatori che entreranno"

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Tensione con Ryanair, dopo le recenti affermazioni del ceo Eddie Wilson che, a seguito dei provvedimenti introdotti dal governo col Dl asset-investimenti, ha lanciato attacchi nel corso di un'intervista concessa a Repubblica. Elencando i meriti della compagnia irlandese, Wilson ha definito il decreto italiano come illegittimo, arrivando a fare paragoni con "l'Unione sovietica nel 1917". Dichiarazioni che hanno naturalmente portato alla dura risposta di Renato Schifani, governatore della Sicilia, una delle regioni maggiormente colpite dal caro-tariffe dei voli.

Il dibattito è ancora aperto, i toni molto accesi. Intervenuta sulla vicenda, anche l'Enac ha risposto alle velate minacce di Ryanair. La compagnia aerea lascerà l'Italia? Ci sarà spazio per altri vettori.

La storia non proprio immacolata di Ryanair

Su Ryanair, fra l'altro, c'è molto da dire. Presentatasi come compagnia low-cost, in questi anni ha collezionato un discreto numero di sanzioni e richiami. Come ricordato da Il Messaggero, si va dalla pubblicità ingannevole alle pratiche scorrette. Per ben 11 volte, a partire dal 2008, la società è stata ripresa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, per un totale di 11 milioni di euro di sanzioni comminate. Fra le pratiche contestate, c'è il non aver fornito adeguate informazioni "sulle condizioni e i costi di un'offerta", oppure "l'ostacolato esercizio dei diritti dei consumatori" e la riduzione "del 65% dello spazio per il bagaglio a mano compreso nella tariffa standard".

Chiunque viaggi, per piacere o per lavoro, conosce la compagnia. Ed è ben consapevole di quale sia la situazione.

I guadagni stellari

Malgrado le lamentele di Ryanair, i guadagni registrati di recente non sono affatto negativi, anzi. Si parla di entrate cospicue, come ammesso dalla stessa società, e tutto grazie all'incremento di traffico e tariffe. L'ultimo "anno fiscale" si è chiuso a marzo con un utile netto di 1,43 miliardi per la compagnia irlandese. Lo scorso luglio sono poi stati registrati i dati del primo trimestre: anche in questo caso i risultati sono stati ottimi, con un utile netto a 663 milioni.

Le criticità

Mentre i bilanci della compagnia crescono, aumentano anche i disagi per i viaggiatori, specialmente per chi vive nelle isole. Il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani è sul piede di guerra, e illustra i tanti problemi presenti. "Si sono create situazioni di mancata concorrenza, quasi di monopolio, sfruttate per vessare la popolazione con prezzi esorbitanti", afferma il governatore, come riportato da Il Messaggero.

Giusto per citare un esempio, lo scorso 23 dicembre, dati Antitrust, un volo Roma – Palermo è arrivato a costare fino 373 euro, per poi calare di prezzo passata l'Epifania. Andamenti di questo genere li troviamo anche in altre tratte, come Milano – Palermo. In crisi anche gli spostamenti da e per la Sardegna. Nel mese di luglio, ha fatto sapere Felice D'Angelo, ceo di Italia-Rimborso, società che si occupa proprio dei risarcimenti connessi al traffico aereo, sono stati segnalati oltre 500 disservizi, fra voli cancellati o in ritardo. Altro elemento importante: molti di questi disservizi, ben il 70%, sono collegati a compagnie low-cost. "Rispetto a due estati fa, i prezzi per il trasporto dei passeggeri sono in aumento del 110,8%", ha fatto invece sapere Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

Il ceo di Ryanair Eddie Wilson, però, si difende, rispondendo alle polemiche insorte dopo le sue dichiarazioni relative al decreto del governo. "Costa tutto di più, dalle tasse aeroportuali al cherosene fino alle retribuzioni. E se poi andiamo a vedere l'estate è evidente che la tariffa sia ancora più alta: la gente viaggia, l'offerta in Europa è ancora inferiore a quella del 2019, anche se noi vendiamo più posti del periodo pre-Covid". Sarà. Un dato, tuttavia, è innegabile, ossia il prezzo del carburante: nel primo semestre del 2023 il costo del combustibile per il settore dell'aviazione civile ha avuto un calo del 45%.

Le minacce

Il decreto italiano, secondo il ceo della compagnia irlandese, sarà un autogol. Perché? A Malta, Cipro e alle Canarie starebbero esultando. "Sanno che noi voleremo di più verso di loro, piuttosto che essere prigionieri in Italia", ha dichiarato Eddie Wilson.

Dalle parti dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, però, non sembre esserci grossa preoccupazione.

"È vidente che il mercato italiano è appetibile e la società non lo lascerà, ma anche se lo farà ci saranno altri operatori che entreranno", ha commentato Pierluigi Di Palma, il presidente dell'Enac.

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