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Verniciano la neve di arancione: ora gli eco-vandali attaccano pure le gare di sci

Alcuni contestatori sono entrati in pista dopo il traguardo e hanno imbrattato la neve, gettandosi poi a terra per protesta: uno sciatore non ci sta e protesta vivacemente contro i manifestanti

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Dopo il ciclismo e l'atletica, anche al mondo dello sci è toccato doversi sorbire la classica e inutile manifestazione ambientalista degli eco-vandali che, ancora una volta, mettono a rischio con le loro azioni dimostrativo la sicurezza degli atleti. Ogni situazione è propizia per ottenere visibilità e nemmeno lo sport, ormai, più immune a queste iniziative a dir poco discutibili, giusto per utilizzare un forte eufemismo. Questa volta è successo a Gurgl (Austria) in occasione della seconda manche dello slalom.

Tutto è accaduto dopo l'arrivo al traguardo di Marco Schwarz, quando ancora dovevano scendere sulla pista tirolese Loic Meillard, Fabio Gstrein, Clement Noel e Manuel Feller. In quel momento alcune persone hanno deciso di scavalcare le balaustre e hanno invaso la zona dell'arrivo armati di bombolette spray per colorare la neve di arancione. La sicurezza è subito intervenuta per liberare il parterre. Non senza fatica, però, visto e considerato che gli ecologisti più estremi - come già abbiamo visto quando invadono strade e autostrade - si sono sdraiati per terra senza opporre resistenza. Davanti a questa scena lo sciatore norvegese Henrik Kristoffersen, probabilmente anche condizionato dalla sua seconda manche non così positiva, ha reagito furiosamente contro alcune delle persone coinvolte. Il personale di servizio è riuscito a trattenere la sua rabbia, per evitare la rissa, quando stava per saltare addosso minaccioso verso di loro.

Subito dopo è arrivata la spiegazione dello sportivo scandinavo: "Quello che è accaduto oggi nella seconda manche probabilmente dividerà le opinioni, ma io non riesco a rimanere fermo dinnanzi a un'ingiustizia". Kristoffersen tiene a precisare il fatto che non ci sia alcun dubbio che il clima sia un problema enorme e lui non vuole di certo minimizzare la questione: "Tuttavia, l'interruzione di un evento come questo non potrà mai essere né il momento né il luogo giusto per protestare - ha aggiunto -. Per la maggior parte degli atleti questa è tutta la vita. Almeno quattro di loro hanno visto rovinare la rispettiva performance e questa ai miei occhi è una grande ingiustizia". Ed effettivamente la gara è stata interrotta per più di dieci minuti, con i top 4 rimasti fermi ai nastri di partenza. In quei momenti ogni pausa prolungata può pesare come un sasso a livello psicologico e, di fatto (a parte Feller), tutti hanno eseguito l'ultima run in maniera pessima.

Per dirla con le parole del telecronista di Sky Nicola Roggero, che nello scorso luglio stava commentando il meeting di atletica di Stoccolma interrotto dalla presenza di manifestanti sulla pista, questi dimostranti restano solo degli emeriti "imbecilli".

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