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Paolo Pininfarina e “il Giornale”, quella storica chiacchierata per i 90 anni dell’azienda

Paolo Pininfarina e “il Giornale”, quella storica chiacchierata per i 90 anni dell’azienda

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Paolo Pininfarina e “il Giornale”, quella storica chiacchierata per i 90 anni dell’azienda

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“Nonno Pinin l'ho visto quando ero bambino, da lui ho preso la forte personalità e la visione del futuro; papà Sergio mi ha insegnato i valori della disciplina e del rispetto verso gli altri, il rigore e l'etica del lavoro; mio fratello Andrea guardava sempre avanti, cogliendo nel futuro tante opportunità”.
Era l’8 febbraio 2020, poche settimane prima che la pandemia ci privasse delle abitudini di persone libere. Paolo Pininfarina, quella mattina, alla Triennale di Milano, con la voce rotta dall’emozione aveva introdotto con queste parole la celebrazione dei 90 anni dell’azienda.


Nel 2030 il Centenario

Paolo, però, non sarà presente alla cerimonia per lo spegnimento della centesima candelina nel 2030. Il destino se l’è portato via all’età di 65 anni. Il prossimo, dunque, sarà un anniversario che vedrà uniti, nell’Aldilà, Paolo con il nonno “Pinin”, papà Sergio e il fratello Andrea, travolto da un’auto nell’estate del 2008 mentre in sella al suo scooter si stata recando in ufficio.


Todt: “La vostra firma sulle auto più belle”

In più occasioni, soprattutto in occasione dei Saloni dedicati all’auto, Ginevra in primis, mi era capitato di intervistarlo. Sempre disponibile, l’ultima volta che gli ho parlato è stata proprio quell’8 febbraio di festa nel tempio milanese delle mostre d’arte, del design e dell’architettura. Era radioso, oltre che emozionato. Poco prima Jean Todt, come presidente della Federazione internazionale dell'automobile, collegato online aveva commentato così le creature della Pininfarina: “Le più belle macchine in assoluto portano la vostra firma”.

Cisitalia 202 e Battista: due cimeli

Era felicissimo, terminato l’evento, nel vedere all’esterno della Triennale tantissimi giovani ammirare alcuni modelli griffati Pininfarina, considerati dei veri cimeli: una Cisitalia 202, prima vettura al mondo a essere esposta permanentemente in un Museo di Arte Moderna, il MoMA di New York, e la Battista, ultima nata, hypercar completamente elettrica da 1.900 cavalli, capace di passare da 0 a 300 orari in 12 secondi e con 450 chilometri di autonomia. Passato, presente e futuro dell’azienda.


“La coerenza, il Dna, i valori del marchio e la determinazione sono sempre riusciti a farci superare i momenti più duri. Design e lusso non passeranno mai di moda. E il futuro, in attesa di celebrare il Centenario, sarà all'insegna di vedere il bello insieme alla tecnologia”, le sue parole che ho annotato sul taccuino.


La forza della tradizione

“La Pininfarina del 2020 è la stessa degli anni Trenta - la sua ulteriore riflessione -: la centralità del design, il senso estetico in grado di creare bellezze senza tempo, l’ossessione per la qualità, la forza di una tradizione che sposa industria, tecnologia e ricerca stilistica, la propensione alle collaborazioni di lungo periodo. Coerente con questi valori, la Pininfarina ha costruito 90 anni di innovazione. Le capacità storicamente espresse nel settore automotive - design, engineering, produzione di serie limitate - sono solo una porzione della gamma di servizi che Pininfarina può offrire oggi ai suoi clienti”.


Orgoglio italiano

Era l’8 febbraio 2020. Oggi, quattro anni dopo, salutiamo questo grande imprenditore, portabandiera dell’Italia che ama e realizza il bello, nel segno della passione.

Insegnamenti che non saranno dispersi: la leggenda della Pininfarina continua.

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