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Google multata in Francia: "Non paga i giornali"

Batosta per il colosso statunitense: l'Autorità transalpina per la concorrenza ha inflitto un'ammenda di 250 milioni di euro

Google multata in Francia: "Non paga i giornali"

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Pesante tegola per Google. L’Autorità francese per la concorrenza ha infatti inflitto una multa di 250 milioni di euro ad Alphabet, Google, Google Ireland e Google France per non aver rispettato alcuni degli impegni resi vincolanti dalla normativa, che recepisce la direttiva UE sul diritto d'autore e i diritti connessi del 17 aprile 2019, volta a creare le condizioni necessarie per una negoziazione equilibrata tra agenzie di stampa, editori e piattaforme digitali. In altri termini,secondo l’Antitrust transalpino il colosso statunitense non ha pagato i giornali per la diffusione di notizie.

Come evidenziato nelle motivazioni, il quadro legislativo in questione mirava a ridefinire la ripartizione del valore tra gli attori del settore della stampa e ad affrontare i profondi cambiamenti che interessano quel settore da diversi anni, a partire dalla crescita del pubblico digitale e il declino della diffusione della stampa, nonché “il fatto che una quota significativa del valore pubblicitario è ora detenuta dalle principali piattaforme digitali".

Dopo aver disposto misure provvisorie sotto forma di ingiunzioni nell'aprile 2020, l’Antitrust ha constato che non aveva rispettato tali ingiunzioni e ha imposto una multa di 500 milioni di euro, oltre a ordinare a Google di rispettare, sotto forma di penalità, le ingiunzioni iniziali. In un secondo momento, l’Antritrust ha accettato per un periodo di cinque anni, rinnovabile una volta, gli impegni proposti da Google per porre fine alle preoccupazioni espresse in materia di concorrenza. All’interno di questo contesto, l’Antitrust transalpino ha dato il via libera alla nomina di Accuracy come fiduciario di monitoraggio per controllare e supervisionare l’attuazione degli impegni di Google.

Ebbene, il colosso ha violato l’impegno a collaborare e non ha rispettato quattro dei sette impegni assunti. Ma non è tutto. Per quanto concerne il servizio di intelligenza artificiale Bard lanciato lo scorso luglio, l’Antitrust ha segnalato l’utilizzo di contenuti delle agenzie di stampa e degli editori per “addestrare” il suo modello di fondazione ma senza notificare niente a nessuno. Inoltre, è stato collegato l’utilizzo dei contenuti da Bard alla visualizzazione dei contenuti protetti, senza mettere sul tavolo soluzioni tecniche in grado di consentire ad agenzie e editori di rinunciare all’utilizzo dei loro contenuti senza influire sulla visualizzazione di contenuti protetti da diritti connessi su altri servizi di Google.

La società si è impegnata a non contestare i fatti e ha avuto la possibilità di beneficiare della procedura di transazione, e ha inoltre messo sul tavolo una serie di misure correttive per affrontare alcune violazioni ravvisate dall’Antitrust.

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