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Ita-Lufthansa, sabotaggio a Bruxelles

La replica alle obiezioni di Margrethe Vestager da parte del ministro Giorgetti: "Il governo italiano sta facendo gli interessi dell’Italia e dell’Europa. A Bruxelles c’è qualcuno che fa gli interessi della concorrenza"

Ita-Lufthansa, sabotaggio a Bruxelles

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«Il governo italiano sta facendo gli interessi dell’Italia e dell’Europa. A Bruxelles c’è qualcuno che fa gli interessi della concorrenza». Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, replica alle obiezioni di Margrethe Vestager all’ingresso di Lufthansa in Ita, a quanti gli chiedono un’opinione sulle ultime dichiarazioni della commissaria. È evidente l’allusione del ministro alle compagnie considerate più vicine alla Vestager, in particolare Air France. Ma ecco i nuovi paletti stante che, secondo la commissaria danese, l’assorbimento del vettore italiano nel gruppo tedesco potrebbe limitare la concorrenza su rotte del valore di 3 miliardi euro. Va precisato che nella mattinata Giorgetti aveva replicato a stretto giro senza entrare in polemica diretta con Vestager, asserendo che si continuerà a «lavorare sul dossier al fine di presentare nel più breve tempo possibile i rimedi per giungere a una positiva soluzione». Lufthansa, invece, ha spiegato di essere pronta «a proporre soluzioni costruttive compatibili con una realtà economica dell’aviazione così competitiva come quella italiana». Poi, ieri sera Giorgetti ha ribaltato prospettiva anche perché le parole di Vestager lo avevano chiamato direttamente in causa.
Nello specifico le obiezioni di Bruxelles attengono alle criticità evidenziate nella lettera del 23 gennaio scorso. L’integrazione può «ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l’Italia ai paesi dell’Europa centrale» in quanto l’unico concorrente è spesso Ryanair, che, in molti casi, opera «da aeroporti meno facilmente raggiungibili». Inoltre l’operazione può distorcere il mercato sulle rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone perché le altre compagnie sono poco competitive. Infine, come noto, su Milano Linate Ita avrebbe una posizione dominante. Vestager, come detto, si è spinta oltre, rintuzzando le rimostranze del ministro Giorgetti (azionista unico di Ita) che sabato scorso aveva lamentato come la Commissione Ue impedisca le fusioni tra le imprese per creare grandi aziende capaci di competere a livello globale. «Se si ripercorre la storia dell’approvazione delle fusioni nei quasi 10 anni del mio mandato, si scoprirà che numerose grandi aziende sono state create attraverso delle fusioni; e questo succede perché in realtà molto spesso è possibile approvare una fusione preservando allo stesso tempo la concorrenza», ha rimarcato il commissario. Fino alla replica di Giorgetti nessuno aveva messo in dubbio la coerenza delle parole di Vestager. Va detto, infatti, che l’ingresso di Air France-Klm nella svedese Sas con il 20% non ha praticamente necessitato di notifiche sia per l’entità della partecipazione che per lo stato di decozione del vettore scandinavo. Allo stesso modo, Korean Air ha incontrato pochi ostacoli nell’acquisizione di Asiana benché sia quasi monopolista in Europa (è stato solo imposto l’ingresso di T’Way). Ita non è né sull’orlo del baratro (ha pressoché raggiunto il breakeven operativo) né è stata pienamente considerata una realtà nuova rispetto alla vecchia Alitalia. Il presidente del vettore, Antonino Turicchi, domani in una conferenza stampa illustrerà le strategie della compagnia anche per venire incontro alle obiezioni. Già presentando i risultati preliminari, Turicchi aveva anticipato come Linate fosse il problema minore perché «175 slot sono troppi», quindi non vi sarebbero difficoltà a ridurre la presenza. Ma essere meno competitivi sul lungo raggio significa essere meno profittevoli.

Tutte queste problematiche sono state sintetizzate nelle parole del ministro Giorgetti.

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