Economia

Bankitalia: "E' allarme su lavoro e conti pubblici"

Via Nazionale conferma i segnali di ripresa (il pil cresce dell'1%), ma punta il dito sull'occupazione (bruciati 500mila posti) e sui conti pubblici (netto deterioramento). Preoccupazione per il credito alle imprese

Bankitalia: "E' allarme 
su lavoro e conti pubblici"

Roma - Luci e ombre. Rispettivamente poche e molte. Il bollettino di Bankitalia sullo stato di salute dell'economia italiana è ancora allarmante. E' sì iniziata la ripresa nel terzo trimestre 2009, con un pil cresciuto a +1%, ma la ripresa è ancora debole e fragile, a livello mondiale. Le maggiori perplessità di Palazzo Koch riguardano i conti pubblici, in netto peggioramento, e il lavoro, con l'occupazione che continua a perdere.

Ripresa Il pil italiano è tornato a crescere dopo 15 mesi di caduta continua, ma l’intensità della ripresa economica "rimane incerta". Lo sostiene la Banca d’Italia nel Bollettino economico, secondo cui nel terzo trimestre la crescita è stata di circa l’1% rispetto ai tre mesi precedenti. "Anche in Italia - afferma via Nazionale - si stima che nel trimestre estivo il pil sia tornato a crescere, dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione, che avevano riportato la produzione ai livelli della fine del 2000. L’incremento è stimabile nell’1% circa sul periodo precedente". A questo aumento "contribuirebbe il deciso rialzo della produzione industriale in agosto (peraltro da considerare con cautela data l’accentuata erraticità dei fattori stagionali nei mesi estivi), il primo dopo la pesante contrazione osservata tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2009 (-22,1%). Parte di questo recupero - spiega Bankitalia - è verosimilmente destinato alla ricostituzione di un adeguato livello delle scorte, scese in alcuni comparti a livelli molto bassi". Tuttavia, avverte il bollettino di Palazzo Koch, "ancora non si intravede una chiara inversione di tendenza né della domanda interna né di quella estera".

Conti pubblici Lo stato dei conti pubblici "è in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate". È l’allarme che arriva da Bankitalia. Sulle prospettiva, si evidenzia, "pesa l’incertezza ancora elevata riguardo ai tempi e all’intensità della ripresa ciclica". Gli economisti di Via Nazionale fanno riferimento, in particolare, all’andamento del gettito fiscale. Nei primi nove mesi del 2009 il gettito tributario erariale si è ridotto del 3,2 per cento, nonostante la forte crescita di alcune imposte sostitutive straordinarie. Citando i dati contenuti nell’ultima relazione previsionale e programmatica, il documento ricorda che l’obiettivo per l’indebitamento netto è fissato al 5% del pil, pari al valore tendenziale, e che "il suo conseguimento prevede, in base al quadro analitico a legislazione vigente, una ripresa del gettito tributario, una forte decelerazione della spesa primaria corrente e una netta flessione degli investimenti pubblici".

Occupazione Resta alto l’allarme occupazione. Nel secondo trimestre dell’anno, secondo Palazzo Koch, "la perdita è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l’effetto delle iscrizioni all’anagrafe di lavoratori immigrati. È stata di circa 300mila unità la flessione dei lavoratori comunemente definiti come precari, in maggioranza giovani". Nel terzo trimestre, inoltre, "si è ancora intensificato il ricorso alla cassa integrazione guadagni: le ore complessivamente autorizzate sono aumentate di circa il 30% rispetto al trimestre precedente". Nel dettaglio, rispetto al secondo trimestre del 2008, la diminuzione dell’occupazione è stata di 378mila unità (-1,6%), come risultato di una riduzione più forte del numero degli occupati di nazionalità italiana (-562mila) e di un aumento dell’occupazione straniera (184mila). Quest’ultimo dato, tuttavia, avverte via Nazionale, riflette "esclusivamente il recepimento nei dati anagrafici della crescita della popolazione straniera residente (aumentata di 307mila unità) e potrebbe riguardare pertanto lavoratori già in attività".

Credito Continua a contrarsi la crescita del credito. Il credito bancario al settore privato non finanziario, si legge nel documento, "continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione". In agosto la crescita sui 12 mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 %. Un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10%. Nel secondo trimestre del 2009 la qualità degli attivi bancari ha continuato a peggiorare.

Il flusso di nuove sofferenze rettificate (che tengono cioè conto della posizione del debitore nei confronti dell’intero sistema bancario e non soltanto di un singolo intermediario) in rapporto ai prestiti complessivi, annualizzato e al netto dei fattori stagionali, ha raggiunto l’1,9% (1,6 nel primo trimestre).

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