Economia

Bankitalia, ripresa debole: "Pesa calo occupati e cig" Sacconi: "Cifre scorrette"

Secondo via Nazionale l’economia italiana può crescere dello 0,7% nell’anno in corso, per poi accelerare all’1% nel 2011. La dinamica dei consumi, nonostante il recupero, resta troppo debole

Bankitalia, ripresa debole: 
"Pesa calo occupati e cig" 
Sacconi: "Cifre scorrette"

Roma - Sarà una ripresa debole quella che porterà il Pil italiano a crescere dello 0,7% quest’anno e dell’1% nel 2011, secondo le previsioni della Banca d’Italia contenute nel Bollettino Economico. "Nei prossimi due anni - scrive Palazzo Koch - le componenti interne della domanda dovrebbero fornire un contributo esiguo alla crescita. Come è spesso avvenuto nel recente passato in analoghe fasi cicliche, il principale sostegno alla ripresa verrebbe dalla domanda estera, in un contesto in cui, tuttavia, l’economia mondiale stenta a tornare su un sentiero di crescita sostenuta". Ma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, replica: "E' scorretto sommare, come fanno solo la Cgil e il servizio studi della Banca d’Italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati".

Prospettive di crescita "Nel complesso - prosegue via Nazionale - valutiamo che l’economia italiana possa crescere dello 0,7 per cento nell’anno in corso, per poi accelerare all’1 nel 2011". Si tratta si una previsione soggetta ad un alto margine di incertezza. "Il tasso, inferiore all’1 per cento, prospettato per la crescita del Pil dell’Italia nella media di quest’anno, è il valore centrale di un ventaglio ampio di possibilità: con una probabilità del 70 per cento esso si collocherebbe in un intervallo di circa 1 punto percentuale".

Commercio internazionale Secondo via Nazionale "tra gli elementi che potrebbero determinare uno scenario più favorevole per la crescita vi è l’eventualità di una dinamica più vigorosa del commercio internazionale (specie nel 2011, anno per il quale si assume che la domanda mondiale aumenti a un ritmo ancora nettamente inferiore a quello medio degli ultimi 20 anni), nonchè la possibilità - nel breve periodo - di una più vivace ricostituzione delle scorte.

Consumi bassi "La dinamica dei consumi e degli investimenti privati - afferma Palazzo Koch - nonostante il recupero del terzo trimestre del 2009, rimane debole. Sui consumi incide negativamente la situazione del mercato del lavoro", perché "il calo del numero degli occupati si traduce in una caduta del reddito disponibile delle famiglie, mentre l’incertezza sulle prospettive tende a frenarne la propensione alla spesa". "I consumi delle famiglie - spiega Via Nazionale - continuerebbero a subire il freno della forte riduzione del potere d’acquisto che, in presenza di una dinamica dei prezzi molto contenuta, ha risentito del calo dei redditi nominali. La flessione del reddito disponibile reale aggrava un ristagno quindicennale, senza riscontro negli altri principali paesi dell’area dell’euro".

Sacconi: "Lettura scorretta" "Sommare, come fanno solo la Cgil e il servizio studi della Banca d’Italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti ’scoraggiatì è un’operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri paesi dove ci si attiene all’autorità statistica". Secondo Sacconi, questo "significa peraltro negare quell’effetto della politica di governo, concertata con le parti sociali, per cui in una crisi globale della domanda si è voluta conservare la base produttiva e occupazionale, attraverso la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, rispetto a possibili processi di deindustrializzazione o frettolose espulsioni della manodopera". Sacconi aggiunge che "è stato lo stesso governatore della Banca d’Italia peraltro ad apprezzare questa scelta in più occasioni. Porre una questione così artificiosa alimenta solo la sfiducia, l’incertezza e la confusione nel momento in cui è essenziale garantire la corretta percezione della dimensione della crisi a partire da quella sociale.

Istituzioni e attori sociali dovrebbero fare riferimento ai dati dell’istituto a ciò preposto, l’Istat, le cui statistiche sono parte integrante del sistema europeo Eurostat, che permette il raffronto con i numeri degli altri paesi". "Questi numeri - conclude - dicono che il tasso di disoccupazione in Italia era al 7,4% nel secondo trimestre e all’8,3% nel mese di novembre, ben al di sotto delle percentuali due cifre della media europea".

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