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Amori tossici e narcisismo patologico, il parere dello psicologo

Scopriamo insieme al Dott. Francesco Minelli come riconoscere un amore tossico e uscire dalla sua spirale

Amori tossici e narcisismo patologico, il parere dello psicologo

Ci sono delle relazioni sentimentali ritenute non sane chiamate amori tossici che influenzano inevitabilmente la qualità della vita di una persona.

Sono relazioni che non sono facilmente gestibili. Non consentono di farci evolvere dal punto di vista umano confinandoci in una spirale dalla quale è spesso difficile riemergere. Secondo molti studi psicologici sono le donne le potenziali vittime di questo tipo di relazioni sentimentali rispetto agli uomini. Questo accade perché molto spesso alla base di un rapporto di amore vi è il bisogno di sentirsi amati, scarsa autostima e autonomia, predisposizione ad annullarsi per l’altro.

Alla base di questo tipo di relazioni vi è quasi sempre la presenza di una persona con tratti narcisistici.

Quando e come una relazione diventa tossica

amore tossico

Su questo tipo di relazioni sentimentali il Dott. Francesco Minelli, psicoterapeuta, esperto in disturbi ansiosi, depressivi e difficoltà relazionali e dipendenza affettiva ci fa chiarezza in questa approfondita intervista.

Dott. Minelli, come potremmo definire quelle relazioni non sane chiamate “amori tossici”?

Una relazione tossica è caratterizzata da modalità ripetute e distruttive di relazionarsi all'interno della coppia. Questi schemi possono includere la gelosia, la possessività, la tendenza a manipolare, dominare, maltrattare o denigrare il partner. Allo stesso tempo, un tema comune in questo tipo di relazioni è l'intensità del legame, nonostante il dolore e la sofferenza che i membri della coppia causino l'un l'altro. In questo tipo di relazione è comune il cosiddetto “legame di fantasia”: l'illusione di un legame speciale tra due persone che possa aiutarle a risolvere le loro paure e le loro mancanze individuali, formando un falso senso di connessione. Questa connessione mostra, nella realtà, una forte dipendenza a livello affettivo.

Quali sono le potenziali “vittime” di un amore tossico?

È un problema che riguarda molte donne ma non solo. Le vittime sono spesso persone che hanno vissuto situazioni traumatiche, maltrattamenti oppure che sentono profondi vuoti emotivi o hanno vissuto la mancanza di riconoscimento e soddisfazione dei propri bisogni affettivi durante l'infanzia. La necessità di colmare queste mancanze si traduce nella ripetizione di dinamiche negative e distruttive del passato, nelle quali si seleziona un individuo sbagliato fin dall'inizio. Spesso infatti si seleziona qualcuno che ha qualità simili al membro (o ai membri) della famiglia che erano più distanti, maltrattanti o che hanno creato le più grandi ferite. Questo permette di ricreare uno scenario simile a quello del passato, con l'obiettivo di avere ciò di cui si aveva bisogno: essere finalmente visti e compresi in un modo positivo oppure impegnarsi per “fare giustizia” e cambiare il finale della propria storia.

Perché si fa tanta fatica a rendersi conto di vivere un tipo di relazione non sana come questa? Dove risiedono le cause?

Ci si rende conto razionalmente ma non è facile comprenderlo a livello emotivo. Molte donne si ritrovano a sapere molto bene cosa fare ma non riescono a metterlo in atto. Parlo spesso di un dolore minore e di un dolore maggiore: quando ci si ritrova in questo tipo di relazioni, come ho già anticipato, si tendono a ripetere meccanismi dolorosi ma familiari per tentare di colmare vuoti affettivi o “sistemare” le nostre ferite emotive. Il dolore maggiore è rimanere senza quella persona (perché ciò riaprirebbe le vecchie ferite di abbandono e solitudine) e così si sceglie di tollerare e accontentarsi di quello che dà l'altro (spesso molto poco). Le cause sono da ricondursi ad esperienze difficili a livello familiare ma non solo. Alcuni esempi sono: abusi, maltrattamenti, violenze, mancanza di attenzioni, abbandoni precoci, traumi e lutti, bullismo ecc.

Una relazione tossica può creare dipendenza?

Assolutamente sì. Anzi, direi che quando un amore diventa tossico c'è quasi sempre dipendenza a livello affettivo. La dipendenza è la stessa che si manifesta quando parliamo di sostanze: prima di tutto c'è la smania incontrollabile della sostanza o di mettere in atto un dato comportamento; successivamente, assumere la sostanza o comportarsi in quel modo porta ad un piacere temporaneo o ad una diminuzione del dolore; alla fine, si manifesta l'impossibilità di lasciare andare la sostanza o il comportamento, nonostante le conseguenze negative.

Quanto e come il mondo digitale con i social media ha incentivato questo tipo di relazioni?

Diverse ricerche hanno mostrato che l'uso eccessivo dei social media può impattare negativamente il tempo di qualità nella coppia, creare conflitti e ridurre i livelli di soddisfazione emotiva. Ricevere un like sui social media produce un picco fisiologico innescando il nostro sistema della ricompensa. Questa sensazione positiva dipende dal rilascio di dopamina nel cervello. Dato che i social media, in particolare Facebook e Instagram, si focalizzano sulla condivisione delle proprie immagini e opinioni, i giovani adulti che utilizzano queste piattaforme sono spesso inclini ad alcuni comportamenti narcisistici. Alcune ricerche, infatti, hanno mostrato che un elevato uso dei social media può predire più alti livelli di narcisismo: ciò include il tempo speso sui social media, la frequenza dei post, il numero di amici o followers e quanto spesso vengono postate foto o immagini di se stessi. Le relazioni tossiche sono spesso formate da almeno uno dei partner con tratti narcisistici.

Come riconoscere e uscire dalla spirale di un amore tossico

amore

Spesso il soggetto nei confronti del quale si prova questa forma di amore tossico è un narcisista patologico. Chi è il narcisista?

Oggi si parla di narcisista nelle sue più svariate forme e sono stati coniati tanti termini diversi che non condivido. È vero che possono esistere molti individui con tratti narcisistici ma il narcisismo vero e proprio è una diagnosi che rientra nei disturbi di personalità del DSM V (Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali). L'individuo con questo disturbo di personalità mostra un elevato senso della sua stessa importanza. Mostra un forte bisogno e ricerca attenzioni costanti, desidera l'ammirazione degli altri. Un'altra caratteristica fondamentale è la quasi totale mancanza di empatia e comprensione delle emozioni altrui. Dietro la maschera di un'estrema sicurezza, si nascondono ferite profonde e insicurezze che possono emergere anche a seguito di critiche minime. Alcuni comportamenti tipici infatti possono essere:

  • diventare impazienti o arrabbiarsi quando si viene ignorati;
  • avere difficoltà a gestire le proprie emozioni;
  • evitare chi mette in dubbio le proprie capacità;
  • tendenza a manipolare e a non voler vedere realtà alternative alla propria;
  • impossibilità di tollerare errori e fallimenti.

Il narcisismo patologico è più uomo o donna secondo lei?

Dai dati delle ultime ricerche si stima che circa il 6% della popolazione abbia un disturbo di personalità narcisistica. Negli anni i risultati hanno mostrato che è più prevalente negli uomini che nelle donne — 7.7% contro 4.8%. Le donne e gli uomini possono inoltre mostrare caratteristiche diverse: le donne sembrano più interessate al proprio aspetto e all'apparenza, mentre gli uomini si focalizzano sul potere e il controllo.

Si può uscire dalla spirale di un amore tossico? Se sì come?

È assolutamente possibile uscire dalla spirale di un amore tossico. Dal mio punto di vista, la soluzione migliore è come sempre quella di iniziare un percorso psicoterapeutico che possa aiutarci a conoscerci e ad individuare i meccanismi che portano a vivere questo tipo di relazioni (specie se ce ne sono state più di una). Non è semplice uscire da soli da queste dinamiche perché spesso sono inconsce e perché i nostri meccanismi di adattamento ci portano ad evitare ciò che ci fa soffrire. È nostra responsabilità però quella di iniziare questo lavoro interiore. Affrontare quell'antica sofferenza con l'aiuto di un professionista esperto è proprio il miglior modo per cominciare a diventare consapevoli dei nostri modelli di comportamento dannosi, spesso guidati da parti dissociate di noi stessi in risposta a reazioni di trauma.

Quando possiamo guarire i nostri traumi, che siano derivanti dall'infanzia o successivi, possiamo cominciare a riprovare un senso di sicurezza e integrità nei nostri corpi e menti e questo potrà ridarci la possibilità di scegliere chi avere accanto.

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