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Marcatori tumorali: cosa sono e a cosa servono

Il dosaggio dei marcatori tumorali permette di identificare nel sangue, nelle urine o in alcuni tessuti corporei diverse sostanze che possono indicare la presenza di una neoplasia. Attenzione però, un livello elevato di marcatori tumorali non è sufficiente da solo per fare una diagnosi

Marcatori tumorali: cosa sono e a cosa servono
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Un marcatore tumorale è una sostanza (proteina, ormone) prodotta dalle cellule tumorali o dalle cellule normali in risposta al cancro. I marcatori tumorali si trovano in basse concentrazioni nel sangue della maggior parte delle persone ma la quantità di ciascuna di queste sostanze può aumentare, a volte di molto, quando il cancro è presente nell’organismo. Alcuni marcatori tumorali sono specifici per un tipo di tumore, mentre altri possono essere presenti in diverse tipologie di neoplasie.

Esistono diversi generi di marcatori tumorali.

  • alfa-fetoproteina (AFP): prodotta nel siero del feto, è presente durante la gravidanza nel liquido amniotico e passa in quantità infinitesimale nel sangue materno, poi scompare gradualmente nei neonati. Nei fumatori si possono osservare livelli moderatamente elevati, intorno a 10 ng/mL, senza che il cancro sia associato a questo dosaggio;
  • antigene tumorale 125 (CA 125): è prescritto per il monitoraggio dei tumori ovarici al fine di verificare la risposta al trattamento e individuare una recidiva dopo il trattamento. Può anche essere prescritto se una paziente presenta segni suggestivi di un'altra condizione cancerosa;
  • antigene tumorale 15-3 (CA 15-3): è un marcatore abbastanza specifico per il cancro alla mammella. La sua percentuale può tuttavia aumentare in presenza di altri tumori come il cancro dell'ovaio, del fegato e talvolta del polmone. Il dosaggio del sangue CA 15-3 viene generalmente effettuato per verificare l'efficacia terapeutica del trattamento del tumore alla mammella oppure per individuare una recidiva dopo l'attuazione del trattamento;
  • antigene carboidrato 19-9 (CA 19-9): è indicato per valutare la risposta al trattamento del cancro del pancreas (in fase avanzata), o se si è ripresentato dopo il trattamento, indicando quindi una recidiva;
  • antigene carcinoembrionale (CEA): è prescritto principalmente per facilitare la diagnosi del cancro del colon-retto e per monitorare la risposta al trattamento. Anche il valore del suo dosaggio è considerato un fattore prognostico per la malattia. Può essere indicato inoltre per stabilire la prognosi di pazienti affetti da vari tumori, come il cancro al seno e al polmone;
  • gonadotropina corionica umana (HCG o BHCG) nella diagnosi dei tumori genitali. Questo ormone è prodotto naturalmente dalla placenta durante la gravidanza ma viene prodotto anche da alcune cellule tumorali. Il dosaggio della gonadotropina corionica umana (HCG o BHCG) è coinvolto nella diagnosi di alcuni tumori, in particolare del cancro ai testicoli, del cancro dell’ovaio (tumore a cellule germinali) e di un certo tipo di cancro dell’utero. Aiuta anche a valutare l'efficacia terapeutica del trattamento;​​
  • antigene prostatico specifico (PSA): è una proteina prodotta naturalmente dalle cellule della prostata. Un esame del sangue misura la quantità di PSA nel sangue. È utile per lo screening del cancro alla prostata in presenza di fattori di rischio (età, storia) o sintomi suggestivi. È interessante anche per valutare l'efficacia del trattamento e monitorare un'eventuale recidiva. Va sottolineato che solo 1 uomo su 4 il cui livello PSA è anomalo sviluppa il cancro alla prostata.

I marcatori tumorali sono talvolta chiamati biomarcatori.

Perché eseguire un prelievo per verificare marcatori tumorali

I marcatori tumorali vengono misurati per:

  • rilevare il cancro in persone che hanno una storia familiare di un particolare cancro ma che si presentano asintomatici;
  • diagnosticare un tipo di tumore;
  • scoprire quanto sia diffusa la neoplasia (stadiazione);
  • prevedere l'aggressività del cancro;
  • prevedere a quale trattamento è probabile che il cancro risponda;
  • prevedere la probabilità che il cancro si ripresenti (recidiva) dopo il trattamento;
  • scoprire se il trattamento contro il cancro stia funzionando oppure se la malattia sia ricomparsa dopo il trattamento.

Come viene eseguito il test dei marcatori tumorali

I marcatori tumorali vengono solitamente misurati in laboratorio oppure in ospedale. Di solito non è necessario fare nulla di specifico per prepararsi a questo prelievo. Un tecnico di laboratorio preleverà un campione di sangue, che verrà poi analizzato utilizzando apparecchiature specifiche. Quando il marcatore tumorale viene utilizzato per determinare se il trattamento sia efficace oppure se la malattia sia ricomparsa, viene misurato su numerosi campioni prelevati in un determinato periodo (test seriali).

Cosa significano i risultati

Il dosaggio di un marcatore tumorale da solo non è sufficiente per rilevare oppure diagnosticare il tumore. I risultati dei test sui marcatori tumorali devono essere combinati con i seguenti fattori:

  • un approfondito questionario anamnestico
  • un esame fisico-clinico
  • ulteriori esami di laboratorio
  • diagnostica per immagini

Quando il dosaggio di un marcatore tumorale viene utilizzato per monitorare l'efficacia del trattamento, si possono confrontare i risultati delle analisi con quelli ottenuti prima del trattamento. Se il dosaggio di un marcatore tumorale diminuisce o torna alla normalità, ciò può significare che il trattamento è efficace, soprattutto se prima risultava elevato.

Un aumento del livello di un marcatore tumorale può significare che il cancro non risponde al trattamento, sta crescendo o si è ripresentato (recidivo). Un leggero aumento non è necessariamente grave. Piuttosto, il medico osserva la tendenza al rialzo nel tempo.

La chemioterapia può causare un aumento temporaneo del dosaggio di un marcatore tumorale. Questo accade perché provoca la rapida distruzione delle cellule tumorali che rilasciano una grande quantità di marcatore tumorale.

Se i risultati sono anomali il medico può raccomandare altri esami, procedure diagnostiche, percorsi di follow-up oppure trattamenti farmacologici.

Limiti dei marcatori tumorali

Ci sono limiti ai marcatori tumorali.

Di solito sono necessari altri esami per diagnosticare il cancro o per scoprire se si sia ripresentato dopo il trattamento. Ecco alcune limitazioni dei marcatori tumorali:

  • Alcune patologie o condizioni non cancerose possono aumentare il livello dei marcatori tumorali. Alcuni dosaggi possono essere elevati nelle persone che non hanno il cancro.
  • Alcuni marcatori tumorali sono specifici per un particolare tipo di cancro mentre altri possono essere elevati in presenza di molti tipi di tumore.
  • I marcatori tumorali potrebbero non essere elevati prima che il cancro peggiori. Ciò non è utile per individuare il cancro nelle sue fasi iniziali o per sapere se il cancro si sia ripresentato dopo il trattamento.
  • Alcuni tumori non hanno marcatori tumorali conosciuti.
  • In alcune persone il dosaggio dei marcatori tumorali non è elevato anche se il tipo di cancro che hanno, solitamente produce marcatori.
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