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Shopping compulsivo per Natale 2022: parla la psicoterapeuta

Il rischio di cadere nello shopping compulsivo è sempre molto alto in concomitanza con il Natale e il periodo di incertezza attuale di certo non aiuta: lo spiega la psicoterapeuta Elisa Stefanati

Shopping compulsivo per Natale 2022, nel tempo dell'incertezza: parla la psicoterapeuta

Durante il periodo delle festività natalizie, e dei successivi saldi di gennaio, il rischio di farsi trasportare da uno shopping compulsivo e poco consapevole è molto elevato. L'acquisto senza freni può addirittura sfociare nell'oniomania, nota appunto come sindrome da shopping compulsivo: un comportamento disadattivo e impulsivo di shopping persistente. A scaturirla è un senso di insoddisfazione e a soffrirne sono soprattutto i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Il disturbo è tipico di quelle persone che hanno problemi di controllo degli impulsi o soffrono di crisi di ansia e sbalzi d'umore. Colpisce anche coloro che hanno uno scarso autocontrollo, un'elevata insicurezza e un'immagine negativa di sé. Spinge le persone a fare acquisti inutili e dei quali pentirsene subito, pur di abbracciare appieno un senso di soddisfazione e benessere che si rivela effimero.

Lo shopping nel tempo dell’incertezza

regali

Con la dottoressa Elisa Stefanati, psicoterapeuta presso la casa di cura Quisisana di Ferrara, facciamo chiarezza su questo disturbo e sulla psicologia dei consumi degli italiani, in vista delle festività natalizie di questo anno precario.

Dott.ssa Stefanati, quello che stiamo vivendo è un “tempo imperfetto” segnato da pandemia e guerra: come affronteranno gli italiani lo shopping natalizio?

"La conseguenza più evidente della condizione di incertezza legata agli ultimi due anni pandemici, che ha lasciato tracce evidenti soprattutto tra i giovani e gli adolescenti di un trauma collettivo di ben ampia portata, è la necessità di vivere maggiormente nel presente e nel passato. Non tanto nel futuro. Sogni e desideri sono la benzina del motore umano. Rappresentano infatti lo scopo della vita. In questi ultimi mesi si sono presentate più occasioni per pensare e riflettere. Ed in questi ultimi anni sono un po' cambiati anche i desideri. Le persone si sono misurate tutte con l’angoscia della perdita, ovvero la perdita della salute, delle certezze, delle opportunità, del lavoro, e la risultante più evidente è che si riesca meno a progettare, a desiderare, a immaginare".

Lo shopping natalizio del 2022 è segnato quindi dal tramonto del desiderio?

"Finché c'è desiderio, c'è vita. Il desiderio allunga la vita, ne dilata l'orizzonte. Quando qualcuno rinuncia ad ascoltare la chiamata del proprio desiderio, lì la vita si ammala. Questa premessa fa sorgere la domanda su come si reagirà a questa incertezza che “congela” il desiderio. Per qualcuno potrebbe aumentare il bisogno di evasione, e quindi di eccedere anche con lo shopping come precisa risposta ad un aumentato bisogno di auto-gratificazione o che gratifichi anche gli altri, qualcun altro potrebbe invece chiudersi ancor di più in un abisso depressivo. Certamente oggi si desiderano aspetti della vita prima dati per scontato: una cena tra amici, un abbraccio conviviale, una festa a sorpresa".

L’avvento del “Revenge shopping”

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Che tipologia di shopping ci aspetta quest’anno dal punto di vista della psicologia dei consumi?

"Natale si avvicina e con esso, la corsa ai regali. In materia di psicologia dei consumi, alcuni esperti già evidenziano la nascita di un nuovo fenomeno denominato 'lo shopping della vendetta' e che rappresenta una reazione psicologica a un periodo di astinenza forzata. Parliamo di un fenomeno la cui natura emotiva non risponde propriamente a una necessità funzionale di questo o quell’acquisto, ma a un volersi prendere ciò che ci è stato negato, non tanto di esigenze reali. Del resto la psicologia dei consumi evidenzia il nesso strettissimo tra psiche e shopping che risponde in larga parte alla necessità di gratificarsi: i prodotti che compriamo hanno a che fare con il piacere, la gratificazione del sé, l’appagamento di un vuoto interiore. Si potrebbe assistere al dilagare di acquisti sfrenati di quel profumo mai acquistato perché troppo costoso, di una crema preziosissima per prendersi cura della propria bellezza. Insomma uno shopping di rivincita sulle durezze degli ultimi anni".

Può rappresentare il rischio che diventi compulsivo?

"Normalmente si tratta di una forma particolare di shopping 'reattivo' e 'restitutivo' come successe dopo la crisi del 2008, ma che normalmente ha carattere momentaneo e dovrebbe esaurirsi dopo un breve periodo. Le forme compulsive invece rimandano ad una sintomatologia patologica non controllabile, e legata a situazioni psicologiche di disagio, nelle quali si perde il controllo sulla pulsione della gratificazione, ma per definirsi tale deve avere carattere persistente e continuativo".

Come trovare il giusto equilibrio sia che si tratti di acquisti on line che reali?

"È difficile prevedere con certezza cosa accadrà: ma certamente assisteremo a una mutazione degli acquisti. Una dose di gratificazione consumistica serve a stare meglio, ad alleggerire la complessità del momento, gioverà anche all’economia.

Il consiglio per ogni persona per un adattamento al reale è sempre quello di individuare le priorità".

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