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Bergamo uno e trino: l'ex designatore esce peggio dalle nuove intercettazioni

Nei colloqui inediti con gli esponenti dell'Inter invita Facchetti per una cena a casa sua, con Moratti è premuroso e gli anticipa l'invio di Gabriele arbitro, con Galliani si confessa sotto choc a causa della sconfitta contro la Juve. É la conferma che quel calcio era molto malato

Risulta molto divertente la lettura delle intercettazioni che a puntate escono dal faldone in possesso degli avvocati di Moggi impegnati nel processo penale di Napoli. L'intento è quello di dimostrare un teorema che piace tanto agli juventini di tutto il mondo riuniti sotto le bandiere di Lucianone: così facevano tutti. Con una piccola distrazione, quella per esempio commessa dall'ex arbitro De Santis il quale è pronto a giurare «siamo tutti innocenti» con un eccesso di entusiasmo ingiustificato. Tutt'al più si può convenire sul contrario: e cioè che sono tutti colpevoli, a vario titolo naturalmente, anche coloro rimasti indenne dalla prima ondata di squaslifiche e penalizzazioni.
La figura di Paolo Bergamo, ex arbitro internazionale, quindi designatore in condominio con Pairetto, è quella che esce peggio dalle recenti pubblicazioni. É infatti sempre lui al centro del traffico telefonico. Verissimo che intrattenesse rapporti con tutti i dirigenti delle società visto che gli si rivolgevano Facchetti e Moratti per conto dell'Inter, Cellino per conto del Cagliari, Galliani e Meani del Milan, non solo Moggi, i fratelli Della Valle, Carraro. Ma è altrettanto vero che le espressioni usate dal designatore non sono tipiche di un dirigente che dovrebbe avere a cuore la terzietà del proprio ruolo e in particolare governare l'autonomia del settore arbitrale. Prendiamo per esempio i colloqui con Facchetti: tra i due viene concordato una cena privatissima a casa di Bergamo in occasione di una trasferta dell'Inter a Livorno. Si capisce più tardi che è Moratti l'invitato, il quale a sua volta chiede a Bergamo di farsi vivo dalle parti di Forte dei Marmi, se può (ma il designatore è impegnato in un raduno a Coverciano e quindi devono soprassedere,ndr). In un altro colloquio molto affettuoso Bergamo anticipa al telefono al patron neroazzurro l'invio dell'arbitro Gabriele per una partita di coppa Italia torneo per il quale non è previsto sorteggio come se gli mandasse un mazzo di fiori a casa per la signora.
Ancora più divertenti sono le espressioni usate nei confronti di Galliani, a cui Paolo Bergamo chiede addirittura sostegno morale «perchè sono solo» per poi passare a una confessione choc, «in famiglia siamo traumatizzati» e il riferimento è all'esito di Milan-Juve dell'8 maggio, 0 a 1 con gol di Trezeguet, arbitro Collina mentre il dirigente rossonero ammette che «se non avessimo perso con la Juve avremmo potuto vincere con il Lecce» prima di concludere con un «adesso concentriamoci su Istanbul», la finale di Champions con il Liverpool.


Basterebbero queste trascrizioni per dimostrare, da sole, senza tutte le altre che hanno dato vita a "calciopoli", che quel calcio era malato, molto malato, che gli arbitri erano stati trascinati su un pendio pericoloso dagli stessi difensori della loro autonomia e che pertanto solo un "repulisti" avrebbe potuto garantire una maggiore affidabilità complessiva.

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