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Cairo ha perso la pazienza e vuole un Toro infuriato

Tre minuti e quaranta secondi (di orologio) per presentare la trasferta di Piacenza: Stefano Colantuono, allenatore del Toro, è arrabbiato. I tifosi pure. Il presidente Cairo non è da meno, idem il ds Rino Foschi. Il tutti contro tutti non è ancora scattato, ma la classifica granata non è quella sognata: il pareggio casalingo dell’ultimo turno contro il Lecce (granata in vantaggio al 90' e raggiunti al 93') è costato il primato in classifica e il buon umore. Oggi, a Piacenza e su un campo che storicamente non porta bene ai granata (sei ko consecutivi), urge riscatto. Non dovrebbe essere difficile, per una squadra che in attacco schiera Gasbarroni, Di Michele e Bianchi: però in casa Toro anche le cose semplici diventano tremendamente complicate. L'attuale stagione lo conferma: magari di qui in avanti comincerà una cavalcata trionfale, però le quattro sconfitte patite nelle prime tredici giornate non erano state preventivate. «Sono tranquillissimo», ha buttato lì Colantuono. Il quale al momento non rischia la panchina, ma certo si sta rendendo conto di quanto sia difficile domare una piazza come quella granata, sempre impaziente e pretenziosa. Del resto, due sole vittorie negli ultimi otto turni non possono essere accolte con soddisfazione da parte di chi immaginava una serie B vinta in carrozza: dopo il blitz sul pullman di ritorno da Trieste e la contestazione di lunedì sera allo stadio, venerdì una delegazione di tifosi ha nuovamente incontrato tecnico e dirigenti. Pare che nessuno abbia alzato la voce, ma si continua a camminare su un filo. «Sono arrabbiato e realista - ammette Foschi -. Io predico umiltà, ma devo anche trasmettere rabbia. Nessuna disperazione né depressione, però: siamo a soli due punti dalla promozione diretta. Di sicuro, abbiamo l'obbligo di risalire: la rosa è stata costruita per una classifica altissima». Eppure, nonostante gli 11 gol di Rolando Bianchi (sui 20 della squadra) e la superiore tecnica di Di Michele (comunque discontinuo e a secco dal 19 settembre), si naviga a vista: il centrocampo non ha ancora trovato la quadra giusta e, senza quella, i punti persi nei finali di partita si sprecano. Basti un dato: negli ultimi dieci minuti di gara il Toro ha già perso cinque pesantissimi punti.

Cairo, al momento, sbuffa (più o meno) in silenzio: vale però la pena ricordare che dall’agosto 2005 a oggi sulla panchina granata si sono succeduti De Biasi (tre volte, addirittura), Zaccheroni, Novellino (due volte) e Camolese. Meglio insomma non dare per scontata la pazienza del presidente.

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