Calcio

Euro 2024, è record di ct italiani qualificati

Sono cinque i commissari tecnici che hanno portato la loro nazionale alla fase finale che si disputerà in Germania dal prossimo 14 giugno al 14 luglio. Dalla nostra Italia al Belgio, passando per la Turchia e finendo alle favole Ungheria e Slovacchia

Euro 2024, è record di CT italiani qualificati

Non solo Luciano Spalletti con la nostra Italia che grazie al pareggio a reti inviolate contro l’Ucraina ha conquistato il secondo posto e l’accesso diretto agli Europei da detentrice del titolo ma anche Vincenzo Montella con la Turchia, Domenico Tedesco che ha qualificato il Belgio, Marco Rossi c.t. dell’Ungheria e Francesco Calzona, alla guida della Slovacchia. Cinque storie differenti, cinque percorsi differenti ma lo stesso identico risultato: qualificati. Alcuni fanno più notizia, altri sono ormai una certezza. Per la prima volta nella storia, però, su 24 partecipanti, 5 nazionali saranno guidate da un tecnico italiano. È record assoluto.

Nazionale di calcio della Slovacchia
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Il caso che ha fatto più clamore, anche perché fra i cinque rappresenta l’impresa più rilevante, è quello di Francesco Calzona con la Slovacchia, sia perché Skriniar e compagni non sono proprio una delle più forti nazionali continentali, sia perché Calzona è quasi del tutto sconosciuto – eccezion fatta fra gli addetti ai lavori – sia in Italia che all’estero e chi lo conosce lo associa a Maurizio Sarri, del quale è stato assistente per lungo tempo (soprattutto quando il tecnico toscano era alla guida di Empoli e Napoli). Il percorso della Slovacchia nel gruppo J è stato oltre le più rosee aspettative: 22 punti conquistati, figli di 7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte (entrambe contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo che ha chiuso a punteggio pieno). Le reti realizzate sono state 17, quelle concesse solamente 8. Il tecnico calabrese è stato nominato alla guida della nazionale slovacca il 30 agosto 2022, dopo essere stato per un solo anno uno dei più stretti collaboratori di Luciano Spalletti al Napoli nella prima stagione del tecnico toscano. Dal modo di giocare di Calzona si può ben vedere come molte delle idee tecnico-tattiche siano pressoché identiche a quelle del tecnico di Certaldo, che lo scorso anno lo aveva definito come “un innovatore” in una lunga intervista al Corriere dello Sport.

Marco Rossi

Chi invece da sorpresa si è trasformato in certezza è Marco Rossi con la sua Ungheria. L’allenatore torinese per la seconda volta consecutiva qualifica la nazionale agli Europei da prima in classifica. Gruppo G chiuso con 18 punti, figli di 5 vittorie e 3 pareggi. Nessuna sconfitta per l’italiano che già nel 2020 aveva conquistato la qualificazione in Lega A in Uefa Nations League per poi, nella stagione successiva, giocarsi uno storico primo posto nel Gruppo 3 e perdendo una storia qualificazione alla fase finale proprio per mano degli azzurri dopo aver battuto sia Inghilterra (storico il 4-0 inflitto ai ‘Tre Leoni’ al “Molineux”) che la Germania. Lo stesso Rossi ha più volte escluso la possibilità di allenare in Italia: "Se fossi rimasto in Italia oggi sarei a lavorare nello studio di commercialista di mio fratello". Oggi ha dimostrato per l’ennesima volta come la perseveranza possa battere anche il talento.

Altra prima classificata è stata la Turchia di Vincenzo Montella che ha chiuso il Gruppo D con 17 punti, appena uno in più della Croazia di Modric. I turchi hanno dettato il ritmo grazie a 5 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta, quella contro i croati per 2-0 lo scorso 28 marzo. Montella si è anche preso la soddisfazione di battere in amichevole la nazionale che ospiterà gli Europei, la Germania, lo scorso 18 novembre imponendosi 3-2 in rimonta. L’ex tecnico di Milan e Roma ha fatto esordire anche il giovanissimo Yildiz, già nel giro della prima squadra della Juventus. A fargli compagnia anche gli altri Serie A Celik della Roma e Kutlu del Genoa.

Nazionale di calcio Italiana
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Altro gruppo, altra capolista. Si tratta del Belgio di Domenico Tedesco che ha superato l’Austria nella sfida per il primato nel gruppo F. L’ex allenatore del Lipsia dopo una vita passata in Germania – salvo la parentesi alla guida dello Spartak Mosca fra il 2019 e il 2021 – guida i ‘Diavoli Rossi’ dallo scorso febbraio. 20 i punti conquistati sui 24 disponibili, con 6 vittorie in 8 partite e 2 pareggi. La nazionale che Tedesco sta costruendo ricalca in pieno la sua dottrina da allenatore di club: un giusto mix fra giovani di belle speranze e giocatori esperti. Basta vedere, ad esempio, l’ultima sfida contro l’Azerbaigian. Accanto a Lukaku e Vertonghen, c’erano Doku e Theate, due ventenni. Il Belgio arriva ai nastri di partenza come una delle favorite (già accaduto per i Mondiali e per gli scorsi Europei), in prima fascia e, anche, da eterna incompiuta. Questa rappresenta, indubbiamente, la sfida principale di Tedesco, quella di non lasciare ai belgi la nominata di “eterna seconda” (migliori piazzamenti a Mondiale ed Europeo sono rispettivamente un terzo posto [2018] e un secondo posto [1980]). Infine, non per ordine d’importanza, l’Italia. Luciano Spalletti è stato bravo a ricucinare una nazionale spaccata dopo l’addio di Mancini, a rinsaldare gli animi dei giocatori. Non era scontato qualificarsi, soprattutto dopo la mancata qualificazione ai Mondiali. L’Italia difenderà il titolo in Germania e lo farà divertendosi, giocando a calcio e recitando il ruolo che meglio le si addice, quello dell’outsider.

Nazionale di calcio del Belgio
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Non era mai accaduto che ben cinque nazionali fossero rappresentate da un italiano in panchina in una competizione come Europei o Mondiali. E, questa soddisfazione deve anche aiutare a rispondere a vecchie domande con un retrogusto polemico: perché Marco Rossi, ad esempio, non ha mai avuto la possibilità di allenare in Italia in Serie A o in Serie B? È possibile che Domenico Tedesco abbia avuto fortuna solo in Germania? Montella non sfonda con il Milan ma in Turchia va bene? Domande alle quali, tutti questi allenatori, hanno risposto sul campo. Allenare è il mestiere più bello del mondo. Lo è ancora di più quando ci si toglie soddisfazioni su sfide che sembrano impossibili.

Ma questo, come sappiamo, è il bello del calcio.

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