Calcio

La Juventus di corto muso nel nome di Capitan Vialli

Omaggio al grande ex da club e tifosi. Un altro gol nel finale: lo segna Danilo con la fascia al braccio...

La Juventus di corto muso nel nome di Capitan Vialli

Dentro un pomeriggio del tutto particolare, in una Torino umida e grigia, all'interno di un'atmosfera inevitabilmente condizionata dalla scomparsa di Gianluca Vialli, la Juventus batte l'Udinese 1-0 e colleziona l'ottava vittoria di fila senza subire gol. Decisivo, nel finale, il primo gol stagionale di Danilo: assist di Chiesa, arrivato dalla panchina come Paredes che aveva dato il via all'azione. I bianconeri restano quindi aggrappati alle prime posizioni e venerdì faranno visita al Napoli capolista.

Prima di tutto e di tutti, il ricordo di Vialli ed Ernesto Castano, lui pure ex capitano bianconero e campione d'Europa con l'Italia nel 1968 scomparso in settimana. L'onore di ricordare l'ex centravanti è toccato a Gianluca Pessotto, oggi dirigente e già compagno di squadra dello stesso Vialli: «Ciao Luca, siamo sicuri che stasera sei qui da qualche parte in mezzo a noi - così l'ex difensore prima del via, la voce rotta dall'emozione -. Siamo qui in tanti per farti sapere che non ti dimenticheremo mai e non smetteremo mai di volerti bene così come è stato dal primo giorno. Sei stato per noi una guida. Compagno di spogliatoio e di vittorie, capitano e amico. Nessuno potrà scordare la tua ironia, la tua classe, il tuo carisma e la tua tenacia. Nessuno potrà scordare le emozioni che ci hai dato con le tue giocate e i tuoi gol e con i tuoi sorrisi. Ora siamo qui tutti insieme allo stadio ad abbracciarti. Così come siamo sempre stati pronti a esultare a ogni tua prodezza. Ciao capitano, fai buon viaggio. Ti vogliamo bene».

Poi, la gara. Allegri ritrova Di Maria titolare perla prima volta dal 18 settembre e lo piazza dalle parti di Kean, titolare al posto di Milik. Il campione del mondo, applaudito prima del via insieme al connazionale Paredes sotto gli occhi di Agnelli (all'ultima casalinga da presidente), sgambetta qua e là senza esagerare. Da una sua punizione nasce però il colpo di testa di Rugani che esalta Silvestri. È una discreta Juve, che ha sempre la tendenza ad abbassarsi troppo ma che prova anche a ripartire appena possibile. Chiesa è in panchina, Locatelli fatica in mezzo al campo e McKennie non incide, partendo da destra.

L'Udinese fa il suo: Success e Udogie si cercano spesso, la pressione alta viene portata con regolarità e Szczesny deve impegnarsi un paio di volte su Walace, pericoloso prima di testa e poi con una conclusione dal limite. Volenti o nolenti, le azioni più pericolose dei bianconeri arrivano quando c'è di mezzo Di Maria. Che si intende nello stretto con Miretti spedendo Kean davanti al portiere, pur in posizione defilata: il numero uno friulano è però attento e a metà gara il punteggio è ancora quello dell'inizio. Quel che segue è una ripresa in cui la Juve vorrebbe ma non riesce a sfondare, con l'Udinese che ogni tanto punge e che si illude fino a quattro minuti dalla fine. Quando sulla sinistra Chiesa torna lui e inventa una giocata al volo per l'accorrente Danilo.

In gol con la fascia di capitano nel giorno in cui è stato pianto il capitano della Champions vinta nel 1996.

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