Calcio

Milan, addio ad Ambrogio Pelagalli: con la maglia del Diavolo salì sul tetto d'Europa

In rossonero giocò dal 1961 al 1966, vincendo anche l'ottavo scudetto della storia del club

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Il Milan dà l'addio ad Ambrogio Pelegalli, un membro di spicco della gloriosa storia del club rossonero: l'ex difensore e centrocampista, che verrà ricordato per sempre per essere stato parte della prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, si è spento ieri, lunedì 25 marzo, all'età di 84 anni.

Nato a Pieve Porto Moroine, in provincia di Pavia, il 15 febbraio 1940, crebbe calcisticamente nel Dagrada Manzoni, formazione collegata al Milan. Approdò poi in maglia rossonera a partire dal settore giovanile, siglando il primo contratto all'età di 14 anni insieme a un altro simbolo della storia del Diavolo, Giovanni Trapattoni, di cui era un grande amico. Memorabili i due successi consecutivi di quel Milan in due edizioni consecutive del Torneo di Viareggio, ovvero quelle del 1959 e del 1960.

Il debutto in Serie A avvenne all'età di 20 anni, il 29 maggio 1960, durante un Milan-Spal vinto dai rossoneri dinanzi al proprio pubblico. Ceduto in prestito all'Atalanta per "farsi le ossa" nella stagione 1960/1961, tornò a casa l'anno dopo e divenne titolare inamovibile del primo Milan allenato dal "Paròn" Nereo Rocco, svolgendo il ruolo di terzino. Sotto la guida dell'allenatore triestino vinse l'ottavo scudetto della storia rossonera, quello del 1961/1962 e soprattutto la prima Coppa dei Campioni mai vinta da una squadra italiana, oltre che la prima del club, nella stagione 1962/1963.

Quel Milan trionfò sotto il cielo di Wembley sconfiggendo in finale il Benfica di Eusebio: al gol di apertura del fenomeno portoghese rispose la doppietta di Josè Altafini per il 2-1 conclusivo. Il grande cruccio per Pelegalli fu quello di aver giocato tutte le partitre ad eccezione della finale a causa di un infortunio: al suo posto, infatti, scese in campo Gino Pivatelli. Rimase in maglia rossonera complessivamente per cinque stagioni, vale a dire fino al 1965/1966, concludendo con 154 presenze e un gol.

Fece ritorno all'Atalanta l'anno dopo, poi approdò alla Roma nel 1967/1968. Le due stagioni successive tormnò in maglia nerazzurra, dopo di che seguirono tre anni in Serie B con la maglia del Taranto, in Serie C con quella del Piacenza e tra i dilettanti con la Polisportiva Medese, di cui fu capitano e allenatore. Chiuse qui la sua esperienza sul campo, con 235 presenze e 6 reti in Serie A e 139 presenze in Serie B.

Tra i più celebri aneddoti della sua carriera un Roma-Milan (1967/1968) in cui fu scelto per difendere i pali della porta giallorossa dopo l'espulsione dell'estremo difensore Ginulfi: l'incredibile prestazione gli valse la standing ovation dell'Olimpiico, dato che grazie alle sue parate la partita si concluse col risultato di 1-1.

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