Calcio

La mossa delle grandi: Juve, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18 squadre

Durante un incontro con il presidente Gravina, i numeri uno delle tre grandi del nord si sarebbero schierati a favore della riduzione del numero di squadre della Serie A da 20 a 18. La ragione? Diminuire i carichi di lavoro dei giocatori nella prossima stagione, quando le gare internazionali saranno molte di più

La mossa delle grandi: Juve, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18 squadre

Ascolta ora: "La mossa delle grandi: Juve, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18 squadre"

La mossa delle grandi: Juve, Inter e Milan vogliono la Serie A a 18 squadre

00:00 / 00:00
100 %

La battaglia che da anni divide il calcio italiano, che vede le grandi del nord da una parte ed il “resto” della Serie A dall’altra sembra vicina al redde rationem. Secondo quanto riportato dall’Ansa, infatti, i numeri uno di Juventus, Inter e Milan hanno fatto capire al presidente della Lega Calcio Gabriele Gravina che intendono ridurre il numero delle squadre che partecipano al massimo campionato di calcio italiano da 20 a 18. La mossa, arrivata dopo un vertice che si è tenuto qualche giorno fa nella sede dell’Inter, sarebbe diretta a diminuire il numero di partite, visto l’aumento delle gare nella nuova versione della Champions League. Una posizione che rischia di esacerbare di nuovo lo scontro che da anni divide il calcio tricolore.

Come la Bundesliga

Nell’incontro tenuto nella giornata di venerdì in Federcalcio, i vertici delle tre squadre più titolate d’Italia, rappresentati rispettivamente dagli ad Giuseppe Marotta, Maurizio Scanavino e dal presidente rossonero Paolo Scaroni in videoconferenza, si sarebbero presentati insieme per far capire a Gravina che la moltiplicazione degli impegni internazionali per le squadre di vertice, rendono urgente la revisione del formato della Serie A. Visto il gran numero di infortuni riportati nelle ultime stagioni e l’impossibilità di aumentare ulteriormente il carico di lavoro per i giocatori, l’unica soluzione, almeno secondo le tre grandi storiche del calcio italiano, sarebbe di ridurre il numero delle squadre di Serie A.

Meisterschale Werder Brema Bayern Monaco Fotogramma

Questo sarebbe in un certo senso un ritorno alle origini, visto che il primo torneo a girone unico, organizzato nel 1929, prevedeva la partecipazione di 18 squadre. Per gran parte della storia della Serie A il numero di squadre è oscillato tra 16 e 18, quindi non sarebbe una novità assoluta. Il passaggio a 20 squadre nel 2004 era stato voluto per rendere più interessante il torneo alle televisioni estere ma non tutti in Europa la pensano così: la Bundesliga, ad esempio, rimane ancora a 18 squadre, senza che la qualità complessiva del campionato ne abbia sofferto particolarmente.

Playoff? Troppo presto

A questo punto, superlega a parte, sembra chiaro che le grandi squadre considerino buona parte della stagione di Serie A come una sorta di allenamento alle gare internazionali, capaci di offrire ricchi contributi a bilanci sempre più in rosso. Di fronte agli assegni importanti promessi dal mondiale per club a 32 squadre, che la Juventus deve ancora conquistarsi, risparmiarsi qualche partita potrebbe essere importante. L’entrata a gamba tesa arriva alla vigilia dell’assemblea della Lega Serie A di lunedì mattina a Milano, nella quale si dovrebbe discutere specificamente di riforme al sistema calcio. Nei giorni scorsi si erano levate più voci che chiedevano maggiore autonomia, giungendo perfino a minacciare una scissione simile a quella avvenuta nel 1992 che diede origine alla Premier League inglese.

Marotta Cairo Torino Inter

Si tratta di prese di posizione in vista dell’assemblea straordinaria dell’11 marzo della Figc, nella quale le squadre di Serie A vogliono avere più peso nelle scelte relative al futuro del calcio italiano. Questa uscita delle big, che da sole valgono ben più della metà dei tifosi italiani, potrebbe rendere più complicata una sintesi. Almeno su questo argomento, Juve, Inter e Milan potrebbero trovare un alleato nel patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha sempre visto con estremo fastidio la presenza in Serie A di piazze “marginali”, rappresentanti bacini di utenza minimi. Nessuna indicazione, invece, sull’altro tema del quale si parla da tempo, l’introduzione dei playoff a fine stagione.

Se avere una final four farebbe la felicità dei broadcasters, forse sarebbe una rivoluzione troppo grande per un sistema tradizionalista come il calcio tricolore.

Commenti