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Prima i soldi, poi la fede

Dinanzi al pallone anche Allah concede deroghe

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Dinanzi al pallone anche Allah concede deroghe. Il brasiliano Neymar jr ha firmato, per il club saudita Al-Hilal, un contratto di 112 milioni annuali, in dollari, inutile aggiungere netti perché non sono previsti prelievi fiscali. La cifra non è spropositata, altri sodali del brasiliano incassano somme clamorose, Cristiano Ronaldo guida la comitiva con 260 milioni di dollari, 200 di stipendio base ai quali vanno aggiunti 60 milioni come percentuale tra diritti tv e marketing. Ritorno a Neymar jr: il contratto prevede una serie di benefit, dimora colossale da lui disegnata e realizzata da uno staff di architetti, geometri e personale di cantiere scelti personalmente dal calciatore, 25 stanze, tre saune, piscina 10x40, maxi frigobar rifornito quotidianamente di succhi di Acal e Guarana, costo totale dell'impresa: 50 milioni di dollari, senza bonus facciata. Ma ecco il colpo di scena: Neymar ha ottenuto di poter ospitare la fidanzata, Bruna Biancardi da cui ha avuto una figlia. Orbene le leggi religiose fanno divieto assoluto della convivenza ma Allah ha dovuto accettare, dinanzi a certi investimenti ogni ménage è tollerato anche perché il principe Mohammed bin Salman, presidente del Public Investment Fund, 700 miliardi di patrimonio, proprietario del club e di altre tre squadre, ha dichiarato: «Se Neymar e compagni fanno alzare dell'1 per cento il Pil, tutto il resto non mi interessa». Prima la pecunia, a seguire il Corano. Post scriptum: nell'ultima esibizione con la nazionale, Neymar è stato contestato dalla torcida che gli ha lanciato contro sacchetti di pop corn.

Nuova fornitura per il frigidaire.

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