Calcio

Rissa all’assemblea generale del Porto: cosa è successo

Gli scontri fisici tra soci ed ultrà, che hanno costretto ad interrompere l'assemblea generale del club lusitano, sono l'ultimo episodio di una lotta tra gruppi di potere che rischia di trascinare nel caos i Dragões in un momento difficile della loro storia

Rissa all’assemblea generale del Porto: cosa è successo
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Più che un’assemblea di un club tra i più importanti d’Europa, sembrava una rissa in un bar. La scena avvenuta all’Arena do Dragão, dove si teneva l’assemblea generale del Porto, è lontanissima dalla tradizione democratica del club lusitano, con scontri tanto gravi da costringere la direzione del club ad interrompere l’evento e rimandarlo a lunedì prossimo. La riunione, indetta per modificare alcune regole prima dell’elezione del successore del presidente Pinto da Costa, che guida il club dal lontano 1982, è degenerata nel caos, con alcuni feriti in quello che uno dei candidati, l’allenatore André Villas-Boas, ha definito “il giorno più nero della storia del Porto”. Vediamo quindi cosa è successo davvero, le reazioni e come questo incidente potrà influire sul futuro dei Dragões nell’anno del 130° anniversario dalla fondazione.

Un’assemblea caotica

Visti gli scricchiolii dopo 40 anni del regime di Pinto da Costa, nei quali il padre-padrone del Porto ha fatto il bello e cattivo tempo, il clima attorno al club si era già arroventato nelle settimane scorse, con una serie di scontri procedurali ed accuse incrociate in vista delle cruciali elezioni per la presidenza del prossimo aprile. Pochi, però, si aspettavano che l’assemblea generale straordinaria si trasformasse in un incontro di lotta libera. Visto il gran numero di soci presenti, oltre cinquemila, la discussione per le modifiche proposte allo statuto si è tenuta in un campo da basket dell’arena coperta costruita a poca distanza dallo stadio ma senza prevedere particolari misure di sicurezza. Non c’è voluto molto per capire come questa scelta fosse stata azzardata.

Appena Henrique Ramos, un membro del consiglio d’amministrazione, si è scagliato contro alcune delle modifiche proposte, a suo dire antidemocratiche, è successo di tutto. Ramos è stato allontanato in maniera brusca dall’assemblea, venendo aggredito fisicamente dallo speaker ufficiale del Porto, Fernando Saul. Il fatto che si tratti di due figure conosciute nella tifoseria, che peraltro si punzecchiavano da diverse settimane sui social, ha fatto degenerare la situazione. Gli ultras del gruppo Super Dragões avrebbero dato il via ad aggressioni fisiche, lanci di bottiglie, calci e pugni, prima di occupare il tunnel vicino all’impianto. C’è voluto l’intervento della polizia per riportare la calma ma, quando si è scatenata un’altra rissa, si è deciso di sospendere fino a nuova data l’assemblea.

Se alcuni dei soci del Porto sono stati costretti a farsi medicare all’ospedale, sui social si sono moltiplicati i racconti degli incidenti, i video e parole pesanti verso un evento mai visto nella lunga storia del prestigioso club lusitano. Le attenzioni di molti si sono concentrati sul capo degli ultrà del Porto, Fernando Madureira, con una petizione pubblica per chiederne l’espulsione dal club, visto il suo ruolo negli incidenti. La condotta del capo ultrà, conosciuto come “Macaco”, sarebbe stata ‘inadeguata’ ed avrebbe portato ‘gravi danni’ all’immagine del club. Espellere un socio non è una cosa semplice, visto che richiede il voto dell’assemblea generale, cosa che potrebbe aprire le porte ad incidenti ancora più gravi.

La condanna di Villas-Boas

Uno dei candidati alla presidenza del Porto, l’ex tecnico di Chelsea e Tottenham André Villas-Boas, ha commentato a caldo l’accaduto, prima ai microfoni dei media subito dopo l’assemblea, per poi continuare sul proprio profilo Instagram. “Questo è uno dei giorni più neri nella storia del Porto. Una vergogna, un'organizzazione senza scrupoli, senza rispetto per i soci di questo grande club. Il 20 novembre ci riproveremo, il Porto ha bisogno di ritrovarsi nei principi e nei valori che ha, quello che è successo oggi non deve e non può più ripetersi. Nella serata di martedì, poi, ha rincarato la dose, dichiarando a margine di un incontro che “gli organi sociali dell’FC Porto hanno assistito tranquilli e sereni mentre una guardia pretoriana aggrediva fisicamente soci del club. A questo punto è necessario che il club risponda in maniera organica e democratica, che non permetta che un’assemblea generale sia dominata da un manipolo di pretoriani che fa e disfa le cose come meglio crede”.

Se alcune delle norme in discussione sono abbastanza esoteriche, sono molti a sospettare che si tratti di modifiche fatte per consentire al presidente di difendersi dall’assalto di un candidato forte e molto popolare con la tifoseria del Porto come Villas-Boas. Più che lo slittamento delle elezioni da Aprile a Giugno, la norma più controversa è quella che riguarda i requisiti per essere eletti e per votare. Un socio avrebbe bisogno di 15 invece di 10 anni prima di poter presentare la candidatura; inoltre, per evitare che un candidato si “compri” la presidenza, prima di poter votare, un membro dovrà essere socio da almeno due anni. Ad arroventare ulteriormente il clima, il fatto che ogni modifica allo statuto deve essere approvata con il 75% dei voti. Una situazione, insomma, che definire complicata è un eufemismo.

Villas Boas OM Man City

La risposta del club

Per provare ad arginare le polemiche, nella serata di martedì il Porto ha emesso un comunicato ufficiale a riguardo degli incidenti e delle prossime mosse della società lusitana. Il club per prima cosa prova a dipingere la rissa in maniera positiva: A questa assemblea ha partecipato un numero di soci molto maggiore del solito, il che è un segno della vitalità dell'FC Porto e della sua dimensione associativa che dovrebbe essere notata come molto positiva”. Se gli scontri avvenuti tra i membri sono riprovevoli e offuscano una storia secolare di cultura democratica”, la direzione dell'FC Porto “utilizzerà i mezzi a sua disposizione per identificare i responsabili dell'aggressione fisica e mobiliterà gli altri organi direttivi al fine di avviare un procedimento disciplinare.

Pepe Porto Anversa

Vista l’importanza di giungere al più presto ad un voto su questi cambiamenti allo statuto, la società ha deciso di convocare di nuovo l’Assemblea Generale lunedì 20 novembre ma “farà di tutto per garantire le massime condizioni di sicurezza”. Viste le polemiche che si stanno moltiplicando in queste ore, il rischio che la nuova assemblea veda il ripetersi di incidenti simili è piuttosto elevato, cosa che complicherebbe non poco la situazione istituzionale all’interno del club. L’annuncio arrivato in serata che l’assemblea del 20 sarà aperta a tutti i soci del Porto potrebbe ulteriormente complicare la situazione. C’è chi sospetta che dietro a tutte le polemiche ci siano i sostenitori del presidente, disposti a tutto pur di rimanere al controllo, ma, almeno al momento, non ci sono prove a sostegno di questa tesi.

Una cosa è certa: il comportamento tenuto non è degno della storia di un club tanto prestigioso come il Porto.

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