Calcio

Saluto romano e gesto della scimmia, episodi di razzismo in Marsiglia-Atalanta: chi è il tifoso fermato

Il ragazzo, un 18enne di Cenate Sopra alla sua prima trasferta, è già comparso davanti al giudice

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Saluto romano e gesto della scimmia, episodi di razzismo in Marsiglia-Atalanta: chi è il tifoso fermato

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Due episodi andati in scena sugli spalti dello stadio Vélodrome di Marsiglia nel settore in cui si trovavano i tifosi dell'Atalanta hanno rovinato la serata della semifinale d'andata dell'Europa League della Dea: ad essere bloccato dalle forze dell'ordine locali, proprio mentre stava salendo sull'autobus che lo avrebbe ricondotto a Bergamo, è stato un giovane tifoso nerazzurro. Si tratta, come riferito da Il Corriere, di un 18enne originario di Cenate Sopra, che tra l'altro stava affrontando la sua prima trasferta.

Cosa è successo

La sera dell'incontro, giovedì 2 maggio, gli ultras dell'Atalanta erano osservati speciali dei responsabili alla sicurezza dell'impianto sportivo, a causa del timore che potessero verificarsi dei disordini tra due tifoserie particolarmente "calde": nel settore ospiti del Vélodrome, l'"Orange", erano presenti 2.779 supporters nerazzurri. Alcune immagini, divenute in breve virali sul web, mostrano in particolare due tifosi compiere dei gesti razzisti: uno mima chiaramente il gesto della scimmia verso il suo obiettivo, l'altro fa il saluto romano col braccio destro teso.

Dopo aver preso visione dei filmati, la polizia locale ha atteso l'uscita degli ultras dell'Atalanta, riuscendo tuttavia solo a bloccare il primo dei due. Come detto si tratta di un giovane di Cenate Sopra, partito da Telgate con un viaggio organizzato dal Club Amici del paese e dal gruppo Deadalmen di Dalmine. Secondo alcuni colleghi di tifo, il 18enne avrebbe reagito in quel modo perché irritato dalle provocazioni di tifosi avversari che gli rivolgevano gestacci gli puntavano la luce di un laser contro.

L'uscita dallo stadio

Momenti di tensione si sono registrati nelle fasi di uscita dall'impianto, dato che gli ultras nerazzurri sono stati invitati in italiano a lasciare gli spalti ben 10 minuti prima della conclusione dell'incontro. Chi lo ha fatto è stato aggredito da una trentina di tifosi del Marsiglia, i quali sono anche saliti in piedi sulle loro auto, danneggiandole.

Le operazioni si sono concluse con grande fatica e ci sono venute oltre due ore e mezza dalla fine del match a causa del metodo utilizzato: prima sono stati fatti uscire coloro che erano giunti allo stadio in autobus, poi quelli che avevano invece un mezzo proprio. Il 18enne è stato intercettato mentre saliva sul bus diretto a Bergamo. Raggiunto dai genitori nella notte di giovedì, il giovane è già comparso dinanzi al giudice ma ancora non sono noti provvedimenti ai suoi danni.

I commenti

Pur avendo condannato gli episodi di razzismo, gli ultras atalantini hanno denunciato la pessima gestione della situazione da parte delle autorità locali nonché l'aggressione subita dai tifosi marsigliesi più vicini al settore Orange, che per tutto il match hanno insultato gli italiani lanciando sugli spalti fumogeni e petardi.

"Condanno in modo netto il comportamento di alcuni tifosi italiani. È intollerabile e indegno. Non c’è spazio per il razzismo in un uno stadio, né fuori", ha commentato il primo cittadino Benoit Payan.

"L’Uefa e la giustizia devono mostrarsi implacabili di fronte a comportamenti del genere: combatteremo sempre il razzismo", ha spiegato invece il presidente del Consiglio regionale Renaud Muselier.

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