Calcio

Si è diffuso come internet: 160 anni e non dimostrarli. Buon compleanno calcio

Nacque il 26 ottobre 1863 con la Football Association che codificò le regole. Poi come una "ragnatela"...

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Nulla a che vedere con il cruento calcio fiorentino che si giocava in Santa Croce, ma nemmeno qualcosa di simile al cuju cinese dell'era Song descritto dallo storico inglese Michael Wood. La nascita del calcio moderno, quello del Video assistant referee e della Goal line technology, compie oggi 160 anni. Era il 26 ottobre 1863 e nella Freemason's Tavern di Londra venne fondata la Football Association: il pallone non sarebbe stato più guardato con gli stessi occhi e toccato con gli stessi arti, perché per prima sarebbe arrivata l'esclusione dell'uso delle mani. A parte il portiere, ma solo dal 1871, sancendo così il distinguo dal rugby. È invece del 1875 l'introduzione della traversa di legno per unire i due pali e un paio di primavere dopo arriveranno i 90 minuti come termine temporale di gara. Da lì, il calcio varcherà l'oceano per arrivare in Sudamerica con regole chiare e definite, che contribuiranno a far la sua fortuna. Ne uscirà con versioni fantasiose, che ne alimenteranno il mito. Come in Colombia, dove sono incerti nell'attribuire la paternità del nuovo mondo pallonaro ad Arturo de Castro, tornato dall'Inghilterra con le 14 regole della Football Association, o a Leslie Spain, commerciante di cappelli di Panama, uomo di mondo e di una precoce passione per quello sport visto sul suolo di Sua Maestà. In Sudamerica il calcio si esalterà, sublimandosi nell'estetica e imbastardendosi nei termini: l'orsai argentino, translitterazione del più british offside, ma anche il question & answer Aurelì?-Diez divenuto erede dell'Are you ready?-Yes che sanciva il calcio d'inizio. La genesi inglese resta anche nel nome dei club, dal Boca Juniors al River Plate, così ribattezzato per la trendy traduzione del Rio de La Plata.

Dalla primogenitura della Football Association parte il viaggio verso il 1886, quando nasce l'International board, strumento deputato alla diffusione delle regole poi universalmente riconosciute. Un world wide web inteso nel senso letterale, una ragnatela di passione per gol e colpi di testa sui tutti e cinque i continenti. Nel 1925 arriva la regola del fuorigioco e si inizia una partita che resterà pressoché immutata nel corso dei decenni. Il relativamente recente divieto di prendere la palla con le mani su retropassaggio, gli assistenti d'area e il cooling break sono appendici di una storia che gli inglesi hanno scandito anche con altri passaggi epocali: il rifiuto della Nazionale a prendere parte alle prime edizioni della Coppa Rimet, perché sarebbe stato superfluo ribadire che i più forti non potevano che essere gli inventori del gioco. Erano gli anni del grande Arsenal di Chapman, quando ancora Vivian Anderson (primo calciatore nero in Nazionale, Paul Ince sarà il primo capitano di colore) ancora non era nato. Gli hooligans, le esclusioni dalle coppe, la nascita della Premier.

Con il 26 dicembre 1999 per la prima volta di una squadra senza britannici: fu il boxing day del Chelsea di Vialli a rompere il tabù. Lo stesso che provarono per primi a infrangere il 2 marzo 2016 United, City, Chelsea e Arsenal con l'incontro carbonaro per il progetto di Superlega che non avrebbe avuto seguito, sino al tentativo del 2021. Dalla stagione di Serie A in corso, i giocatori del Regno Unito non sono più considerati extracomunitari: ennesima rivoluzione, più nel significato che nei numeri. I giocatori interessati sono 11, come quelli che la Football Association decise - 136 anni fa - che sarebbero potuti scendere in campo. Perché allora come oggi, con il City campione in carica in Champions, a dettar legge sono sempre loro.

Of course.

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