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Calderoli tende la mano al Cav: "Sulla Libia verso una soluzione"

Roberto Calderoli è ottimista: il conflitto fra Lega nord e Pdl sulla questione dei bombardamenti contro la Libia "si sta avviando verso una soluzione". Il ministro della Semplificazione: "La nostra mozione metterà tutti d'accordo: impegna il governo a fissare un termine entro il quale far cessare qualsivoglia azione militare". Dello stesso parere il presidente del Consiglio: "La mozione presentata dalla Lega è un contributo costruttivo e pragmatico per trovare la soluzione al dibattito in corso tra le forze politiche sulla vicenda libica"

Calderoli tende la mano al Cav: 
"Sulla Libia verso una soluzione"

Prove tecniche di disgelo. Il conflitto fra Lega nord e Pdl sulla questione dei bombardamenti contro la Libia "si sta avviando verso una soluzione": il ministro e coordinatore leghista Roberto Calderoli ha dato oggi il segnale del disgelo nella maggioranza. Calderoli si è detto sicuro che la mozione leghista, che impegna il Governo a "fissare un termine entro il quale far cessare qualsivoglia azione militare", metterà d’accordo tutti, maggioranza e opposizioni, "fatte salve - ha detto - posizioni politiche di chi pensa ancora che si debba dare la spallata ad ogni cambiar del vento". Sulla stessa linea di pensiero il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che considera la mozione presentata dalla Lega "un contributo costruttivo e pragmatico per trovare la soluzione al dibattito in corso tra le forze politiche sulla vicenda libica".

Renzo Bossi butta acqua sul fuoco A tranquillizzare gli alleati ci ha pensato anche Renzo Bossi, il figlio del leader del Carroccio, che ha ribadito: "La Libia è una cosa, il governo è un’altra". L’evoluzione della giornata traspare nelle dichiarazioni dei maggiorenti berlusconiani. In mattinata Fabrizio Cicchitto ammoniva: "È il momento della riflessione e non di pronunciare parole in libertà". Ma in una seconda nota diventava possibilista: "Sulla Libia bisogna lavorare per definire un percorso che, mantenendo ferma la Risoluzione dell’Onu e quella della Camera del 24 marzo, tenga conto delle preoccupazioni delle posizioni della Lega". E dopo l’annuncio di Calderoli, il ministro Altero Matteoli ha commentato: "Ancora una volta prevale il buonsenso e la maggioranza ritrova la sintesi necessaria per governare il Paese". All’appello di Calderoli per un’intesa bipartisan l’opposizione ha risposto picche. "Non ci faremo coinvolgere dai giochetti della Lega", ha tagliato corto Dario Franceschini del Pd, che però non ha convinto l’Idv: "Il Pd dice no alla mozione della Lega? Bene, ora - ha commentato Massimo Donadi - pronunci un no altrettanto chiaro ed inequivocabile su quella del Governo". Mentre il senatore democratico Vincenzo Vita con l’indipendente Beppe Giulietti ha chiesto «un ripensamento» delle mozioni: "La pace è un bene supremo che non può essere declinato secondo i calcoli della tattica". Nulla cambia invece per l’Udc: "Noi - ha affermato il leader centrista Pier Ferdinando Casini - in Parlamento faremo prevalere l’interesse dell’Italia, perché prima delle nostre beghe politiche, prima della campagna elettorale, c’è l’Italia, gli italiani e i nostri militari". 

Ma il Pd ci prova con la Lega Nel pomeriggio il Pd continuava a fare l'occhiolino al Carroccio. "Noi chiediamo alla Lega di votare la nostra mozione". Rosy Bindi, presidente del Pd, replica così alla richiesta del ministro Roberto Calderoli alla sinistra di votare la mozione del Carroccio sulla Libia. "Capisco - ha detto a Trieste - che la Lega deve conciliare l’inconciliabile, ma non può chiedere a noi di andare in aiuto della maggioranza in rottura. Noi - ha aggiunto il presidente del Pd - abbiamo presentato una mozione per salvare la faccia al Paese, che loro ci stanno facendo perdere nella comunità internazionale". Secondo la Bindi, Lega e Pdl "devono mettersi d’accordo nella loro maggioranza, e siccome non ci riusciranno devono trarre le conseguenze.

Questo Paese - ha concluso - non ha più una maggioranza politica al governo".

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