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La Cgil apre alla Fornero, "ma l'articolo 18 non si tocca"

La Cgil apre alla Fornero, "ma l'articolo 18 non si tocca"

Monti l'ha promesso: dopo le pensioni tocca al lavoro. E oggi sulle colonne del Corriere il ministro al Welfare, Elsa Fornero, ha illustrato le sue idee, a partire dall'articolo 18 e ha chiesto ai sindacati un confronto sui temi dell'occupazione. La Cgil ha raccolto positivamente l'invito, come sostiene il segretario confederale con delega al lavoro, Fulvio Fammoni, ma precisa che "se tutte le volte si parla dell’art.18 è chiara la direzione verso cui si vuole andare e non è un merito condivisibile". 

"È evidente che non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare all’articolo 18 che consideriamo una norma di assoluta modernità", spiega Fammoni che chiede invece una discussione "non per slogan" della lotta alla precarietà". Inoltre, sottolinea il dirigente sindacale, "un governo tecnico che propone misure per il futuro che disegnano un nuovo modello sociale dovrebbe riflettere se questo è il suo vero compito visto che non è legittimato dal voto die cittadini e credo neanche alla maggioranza".

Per la Cgil la messa in discussione dell'articolo 18, "ossessione del precedente ministro del Lavoro", è proprio quella che impedito "qualsiasi vera riforma a partire da quella degli ammortizzatori sociali". Il governo Monti, quindi, "potrebbe e dovrebbe fare una cosa utile ed urgente: discutere di riforma degli ammortizzatori sociali, estendendo la tutela a tutti quelli che ne sono privi, e soprattutto parlare di interventi urgenti per il 2012, anno in cui la recessione farà perdere altre centinaia di migliaia di posti di Lavoro, altro che libertà di licenziamento".

"Parlando di lavoro e dei suoi problemi occorre molto più senso della realtà e della misura", dice inoltre Fammoni, "Se si vuole combattere la precarietà occorre intervenire cancellando tante forme di lavoro precario delle oltre 40 esistenti, intervenendo sul costo, facendo costare di più il lavoro precario rispetto a quello a tempo indeterminato, cosa che ad esempio non è stata fatta nella manovra per quanto riguarda l’intervento sull’Irap". La Cgil, però, critica anche l'ipotesi di un contratto unico: "Non serve.

Un contratto formativo di ingresso per i giovani esiste già, è l’apprendistato riformato che dura solo tre anni ma che non viene usato perchè cannibalizzato da forme di lavoro come i falsi stage, i tirocini, i contratti di collaborazione, le partite iva, i voucher, i contratti a chiamata".

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