Ciclismo

"Accoppiata Giro-Tour. L'ultimo fu Pantani e adesso tocca a me"

Intervista a Tadej Pogacar. Il fenomeno sloveno, numero uno del ciclismo mondiale, svela il piano per entrare ancor più nella storia

"Accoppiata Giro-Tour. L'ultimo fu Pantani e adesso tocca a me"

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Prima di venire a fare il Giro d`Italia Tadej Pogacar si farà un giretto sulle crete senesi. Domani si corrono la Strade Bianche, la più giovane delle classiche, la più bella per scenario e ambientazione, basti dire che terminerà nella suggestiva ed esclusiva "conchiglia" di piazza del Campo a Siena. Chi può permettersi qualcosa di simile? Nessuno. E non serve dire che è "la classica del nord più a sud d`Europa", un claim per certi versi anche limitativo, perché la Strade Bianche è semplicemente la Strade Bianche: unica. Nulla le si avvicina, per questo nel breve volgere di diciassette edizioni è già considerata da tutti una vera classica, una delle corse più amate dai corridori e da Tadej Pogacar in particolare che la vinse due anni fa e che quest`anno l`ha scelta per il suo battesimo stagionale con tanto di capelli mesciati in tinta strade bianche.

«È una corsa pazzesca, di una bellezza indescrivibile. Io me ne sono innamorato fin dalla prima edizione: ambientazione favolosa - ci racconta il numero uno del ciclismo mondiale -. Assieme al Giro delle Fiandre è la corsa che più mi piace, per quello che riesce a trasmettere, al cuore e alle gambe. Nel 2022 vinsi al termine di una fuga solitaria di oltre 50 chilometri nata nel settore sterrato di Monte Sante Marie, quello dedicato a Fabian Cancellara (tre vittorie per lo svizzero: è record, ndr): è uno dei ricordi più belli che ho».

Lei è all`esordio stagionale, mentre Vingegaard e Evenepoel sono in sella da un po` e hanno già raccolto vittorie in questo inizio di stagione.
«Li ho visti e mi complimento con loro, però non c`è fretta. Il mio programma è ricco e ambizioso. L`ultima vera corsa a cui ho partecipato è stata il Lombardia del 7 ottobre scorso, che mi è valso il terzo successo consecutivo nella classica di chiusura. Il riposo più lungo era necessario, dopo una stagione molto esigente e il doppio impegno Giro-Tour che mi aspetta quest`anno. Non sono mai partito ai primi di marzo, così tardi, ma era necessario modificare qualcosa nel mio programma».

Certo che incomincia subito con una corsa tosta, non certo una passeggiata...
«Come le ho detto, incomincio con una corsa bellissima, che merita di essere onorata. Essere subito competitivo non sarà facile, ma sapete che quando mi metto il numero sulla schiena io non sono certo quello che conta le pedalate».

Sa che la doppietta Giro-Tour non riesce da Marco Pantani 1998?
«Lo so perfettamente, per questo abbiamo deciso di metterla in programma. So anche che non sarà una cosa semplice, ma ci si prova. Ma come siete soliti dire voi: un passo alla volta. Ora l`importante è arrivare al meglio al Giro d`Italia. Correre sulle vostre strade sarà bellissimo, perché voi avete una grande cultura ciclistica, siete una delle culle».

Non abbiamo però più grandi corridori...
«I grandi corridori nascono qua e là di tanto in tanto: tornerà il vostro momento».

È una stagione importante che prevede anche l`Olimpiade oltre al Mondiale: dopo la Strade Bianche cosa correrà?
«È chiaro che l`avvicinamento proseguirà nel solco della gradualità. Quindi, primavera più light rispetto al passato: niente Tirreno-Adriatico ma sarò alla Sanremo: corsa pazza, anche questa fantastica, piena di fatica e adrenalina. È una di una semplicità pazzesca, ma faticosa e fiaccante come poche per dispendio di energie mentali e fisiche. Mi piacerebbe vincere, questo è chiaro, ma la Sanremo è davvero una lotteria: devi sperare che quel giorno ti giri tutto per il verso giusto. Dopo la Sanremo, poi sarò alla Volta Catalunya e alla Liegi».

Quindi non difenderà il "suo" Fiandre...
«Non si può far tutto».

L`albo d`oro della Strade Bianche degli ultimi cinque anni è pazzesco: Julian Alaphilippe, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel, lei e Tom Pidcock.
«È una corsa che non mente: il verdetto è sempre netto e chiaro. Il più forte vince e quello che vince generalmente è un atleta di assoluto spessore».

Anche lei considera questa corsa il "sesto" monumento, al pari di Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia?
«Per noi corridori e per gli appassionati è già così».

Quest`anno, sia l`edizione maschile che quella femminile sarà più dura.
«Esattamente. Per la prima volta correremo su una distanza superiore ai 200 km (215, ndr) e anche i tratti sterrati saranno di più (15, ndr): in totale più di 70 km (71,8, ndr) si correranno su strade bianche, con un circuito conclusivo che dovrebbe esaltare gli appassionati e noi corridori. I settori di Colle Pinzuto e Le Tolfe, infatti, si affronteranno due volte prima dello strappo finale al 16% di via Santa Caterina che condurrà in piazza del Campo. Sarà una corsa più esigente.

Io spero di dare spettacolo, anche perché solo così mi diverto».

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