Cinema

Bruce Willis, le amnesie e le difficoltà sul set: "Era una marionetta"

L'attore sarebbe stato "spremuto" fino all'ultimo dai membri del suo entourage, anche se i segnali della patologia erano evidenti da anni

Bruce Willis, le amnesie e le difficoltà sul set: "Era una marionetta"

Nonostante avesse già iniziato a palesare in modo chiaro da tempo dei sintomi di una patologia che gli rendeva estremamente arduo recitare, Bruce Willis avrebbe continuato a lavorare, mentre tutti sul set facevano finta di niente.

Le rivelazioni

Stando ad alcune indiscrezioni, dei segnali di evidente sofferenza emersero già nell'aprile del 2021, in occasione delle riprese del film di azione White Elephant. Willis non era in grado di ricordare a memoria le battute previste dal copione, tanto che uno degli assistenti del regista doveva dettargli il testo da ripetere dinanzi alla telecamera tramite un auricolare.

Questi potrebbero essere stati quindi i primi sintomi della patologia diagnosticata all'attore, vale a dire la demenza frontotemporale. Una disfunzione neurodegenerativa che ha spinto i familiari a convincere Willis a ritirarsi definitivamente dalle scene. Il vero problema è che chi si è reso conto, sui set degli ultimi film da lui girati, che l'attore stava male avrebbe continuato a fare finta di nulla.

Problemi di memoria

Senza l'ausilio dell'auricolare, per Bruce Willis era pressoché impossibile ricordare integralmente le battute scritte sul copione. Questa "dotazione extra" non era comunque passata inosservata ai membri della troupe, che iniziavano a chiedersi sempre più spesso il perché del ripetersi di quella condizione inusuale.

La scusa riferita a chi si faceva giustamente delle domande era sempre la stessa: l'attore aveva perso l'udito all'orecchio sinistro a causa di un incidente verificatosi durante le riprese di Trappola di cristallo. Ciò che non tornava ai più attenti osservatori era che l'auricolare comparisse tanto all'orecchio destro quanto a quello sinistro, per cui la teoria dell'incidente iniziava a vacillare. Il suo entourage continuava a minimizzare il problema e a "spremere" Willis. Lo stesso regista di White Elephant Jesse V. Johnson, che lavorò con l'attore quando ancora era uno stuntman, avrebbe rivelato che "chiaramente non era più il Bruce che ricordavo".

"Una marionetta"

Il problema, quindi, sembra proprio essere quello degli stretti collaboratori di Willis, consci dei suoi problemi di salute ma intenzionati a continuare a sfruttarne le prestazioni sul set. Tanto che durante le riprese di Out of Death al regista Mike Burns venne richiesto di comprimere tutte le scene in cui l'attore compariva (almeno 20 minuti di film per circa 25 pagine di dialoghi) in un'unica giornata di ciak. Quindi, secondo contratto, tutto in un tempo massimo di otto ore di riprese.

Non va meglio l'anno successivo, quando, sempre a Mike Burns, viene proposto un altro film con l'attore. "Tranquillo, sta meglio, sembra un'altra persona", lo rassicurano i membri dell'entourage di Willis, come riportato da Il Messaggero, ma la realtà è ben altra.

Chiari i segnali di peggioramento dell'attore: "Era solo una marionetta", ha rivelato un membro della troupe del film Paradise City al Los Angeles Times.

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