Cinema

“The Devil on Trial – Processo al Diavolo”, il docufilm horror che atterrisce

Storia vera di una famiglia segnata da presunti fenomeni paranormali e del primo processo per omicidio volontario in cui la difesa cita la possessione demoniaca come attenuante

“The Devil on Trial – Processo al Diavolo”, il docufilm horror che atterrisce

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The Devil on Trial – Processo al Diavolo, il nuovo docufilm Netflix Original, non è il solito titolo dedicato ai fan del cinema del terrore, bensì un’opera in grado di bilanciare varie componenti: l’horror, il true crime e il documentario di cronaca giudiziaria.

Al centro della scena c’è la ricostruzione di un omicidio del 1981 che al processo la difesa cercò di attribuire a possessione demoniaca (circostanza giuridica inedita in America fino ad allora). Il regista, Christopher Holt, presenta un resoconto quanto più credibile possibile di una storia inquietante accaduta nella provincia americana degli anni ’80 e già alla base del film “The Conjuring 3”.

Siamo a Brookfield, nel Connecticut. Alan Bono è stato ucciso dal 19enne Arne Cheyenne Johnson, che però si è dichiarato non colpevole dell’omicidio, in quanto sostiene di essersi trovato sotto il potere di Satana. Il fatto è che all’epoca Johnson è fidanzato con Debbie Glatzel, la cui famiglia si trova a fronteggiare la possessione diabolica del figlio più piccolo, David. Durante un esorcismo condotto sotto la guida dei celebri demonologi Ed e Lorraine Warren (quelli la cui versione romanzata è protagonista della saga "The Conjuring”), Johnson chiede accidentalmente al demone che possiede il bambino di entrare nel suo corpo, la richiesta pare essere accettata e averlo portato a commettere un delitto.

Tra resoconti di prima mano, immagini di repertorio, speciali dell’epoca e video amatoriali, a colpire di più sono le voci registrate di possessioni che, come recita una frase in sovrimpressione nell'incipit del docufilm, sono quelle autentiche.

Lo spaccato di provincia americana non fa solo da sfondo della vicenda ma da humus alle contraddizioni della famiglia medio-borghese profondamente religiosa che ne è coinvolta.

Il punto cruciale è che malgrado un certo realismo, “The Devil on trial – Processo al Diavolo” non vuole fugare il dubbio su cosa sia stato a generare il comportamento delittuoso. Che si sia trattato di vera possessione o di mera rabbia omicida, il dato di fatto che colpisce è che sulla presunta presenza demoniaca ci sia chi si è arricchito; i coniugi Warren per oltre 80.000 dollari e i genitori del ragazzino posseduto solo per miseri 4.000. Si insinuano dunque dubbi su chi siano davvero i due acchiappa-demoni: furbi ciarlatani o autentici mediatori tra diverse dimensioni?

Viene lasciata allo spettatore la scelta della versione dei fatti a cui credere, ma solo dopo avergli anche raccontato come gli eventi non possano essere liquidati con la sola prospettiva dei protagonisti direttamente coinvolti. Nella terza parte infatti si lascia spazio a una rivelazione che punta a razionalizzare quanto mostrato in precedenza e cambia completamente le carte in tavola.

La messa in luce di contenuti contraddittori rende “The Devil on trial – Processo al Diavolo” un terrificante viaggio nel sovrannaturale ma anche nei meandri della mente umana.

Dando spazio a diverse interpretazioni di quanto avvenuto si va incontro a un finale senza dubbio curioso e accattivante che sottolinea una volta di più come la realtà di quanto narrato non sia verificabile.

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