Cinema

Johnny Stecchino e la censura degli Stati Uniti sul film con Roberto Benigni

Se, in Italia, Johnny Stecchino è un film diventato in qualche modo iconico e parte integrante della storia del cinema, negli Stati Uniti Roberto Benigni dovette subire una pesante censura

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Scritto insieme a Vincenzo Cerami, Johnny Stecchino è il film diretto e interpretato da Roberto Benigni che va in onda questa sera (sabato 16 dicembre) alle 21.31 su Rete 4. Insieme ad altri lungometraggi come Il piccolo diavolo e La vita è bella, Johnny Stecchino è uno di quei film che hanno collaborato ad accrescere la fama e il prestigio di Roberto Benigni, non solo in Italia, ma anche all'estero, dove è riuscito anche a vincere un premio Oscar al miglior film. Eppure l'accoglienza americana destinata al film diretto da Benigni non fu così favolerevole come avvenne per i prodotti successivi.

Johnny Stecchino, la trama

Dante (Roberto Benigni) è un uomo fiorentino che si guadagna da vivere facendo da autista per uno scuolabus di disabili, tra cui c'è anche il suo migliore amico, Lillo, che soffre di diabete. Sognatore e a tratti infantile, Dante si diverte a rubare delle banane e a imbrogliare la sua assicurazione, fingendo di avere un grave handicap al braccio e alla mano. Un giorno la sua strada si intreccia a quella della bella Maria (Nicoletta Braschi), che quasi lo investe e poi perde i sensi. Soprattutto, però, la donna decide inspiegabilmente di chiamarlo Johnny e gli disegna un neo sulla guancia, invitandola a tenere uno stuzzicadenti tra le labbra. Dopo essere stato convinto a partire per Palermo, spinto dall'amore che prova per Maria, Dante finirà in una trappola ordita proprio dalla donna di cui si è innamorato. Maria, infatti, è sposata con un boss mafioso che è il sosia di Dante e vuole usare l'ultimo arrivato come esca per i malavitosi che vogliono uccidere il vero Johnny Stecchino, che nel frattempo sta cercando di scappare. Riuscirà Dante ad avere salva la vita?

La censura degli Stati Uniti

Sebbene non sia sempre riuscito a ottenere recensione unanime nell'applaudire la riuscita del film, che secondo alcuni pecca di una prima parte un po' troppo lunga e informativa, Johnny Stecchino ha sempre messo tutti d'accordo nel sottolineare come Benigni, insieme a Cerami, sia riuscito a scrivere una sceneggiatura che riuscisse a trattare con tono quasi giocoso temi forti come la mafia e la droga. In effetti, se ci si soffermasse a guardare oltre le gag e le battute più note e iconiche, come il furto di banane o la convinzione che la cocaina possa essere una cura per il diabete, si potrebbe vedere come Johnny Stecchino sia un film che offre anche una certa critica sociale, un'accusa contro le ingiustizie e l'omertà, contro la corruzione ma anche una denuncia sull'incapacità della classe politica di guidare un paese senza farsi a sua volta corrompere.

Un messaggio che, tuttavia, è stato quasi del tutto cancellato quando il film è volato all'estero ed è approdato negli Stati Uniti. Come si legge sulCorriere della Sera, in un pezzo del 2021 che celebrava il trentesimo anniversario del film, Johnny Stecchino è stato vittima di una pesante censura da parte delle istituzioni che si occupavano proprio di stabilire il cosiddetto rate di un film e di indicare, dunque, se c'erano problemi che avrebbero potuto offendere la sensibilità del pubblico statunitense.

Nello specifico, negli Stati Uniti venne censurata la scena in cui Dante consegna all'amico Lillo il sacchetto di cocaina, nella speranza di curare il suo diabete. La scena, troppo visiva e ambigua per la censura, venne eliminata del tutto dal film, probabilmente perché considerata troppo problematica e, in qualche modo, irrispettosa, dal momento che l'argomento "droga" veniva utilizzato con tono troppo leggero. La censura non tenne conto del fatto che tanto Lillo quanto Dante sono personaggi ingenui, semplici, che rappresentano proprio una stonatura rispetto allo status quo dove l'onestà sembra essere una mera utopia.

Né la censura parve comprendere che sotto il tono scanzonato Roberto Benigni voleva trattare proprio la disonestà non solo come scelta di vita, ma anche come e proprio "virus" che intacca anche gli insospettabili: anche le persone più buone e gentili, dopotutto, finiscono col venire corrotti dalla realtà che li circonda. La scena finale - quella appunto dell'assunzione di cocaina e della successiva corsa in mezzo al traffico - non fu l'unica censura che il film dovette subire.

Come riporta Movieplayer, vennero eliminate anche intere conversazioni tra i personaggi, al punto che la pellicola distribuita negli Stati Uniti d'America e nel successivo mercato home video è più corta di ben 20 minuti rispetto a quella originale, italiana.

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