Cinema

"Un mondo a parte", una commedia piena di valori con Albanese e Raffaele

Due fuoriclasse, un cast di comprimari non attori diretto meravigliosamente e paesaggi da favola, al centro di un film che insegna a non rassegnarsi

"Un mondo a parte", una commedia piena di valori con Albanese e Raffaele

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Un mondo a parte, il nuovo film di Riccardo Milani con attori protagonisti Antonio Albanese e Virginia Raffaele, è una commedia garbata, ironica e dai risvolti sociali.

Il regista romano, già autore di “Come un gatto in tangenziale” nonché marito di Paola Cortellesi, è al quinto lavoro con Albanese, suo attore feticcio, e ha ambientato la sua nuova fatica in un paesino di montagna di una regione a lui cara, l’Abruzzo, che ha già fatto da sfondo ad altre sue opere. Le location utilizzate si trovano tra Opi e Pescasseroli, vicino L’Aquila (appena nominata Città Italiana della Cultura 2026).

La trama verte su di un maestro elementare, Michele Cortese (Antonio Albanese), d’origine lombarda ma di ruolo a Roma, il quale decide di averne abbastanza della giungla scolastica della capitale. Dopo 40 anni di insegnamento riesce a farsi spostare, in assegnazione temporanea, ad una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sulle prime Michele si trova spaesato, inadeguato com’è alla vita di montagna e al ritmo tranquillo del piccolo borgo, ma grazie all’aiuto della vicepreside Agnese (Virginia Raffaele) e dei bambini, finisce per ambientarsi e per trovare il proprio posto nella piccola comunità. Peccato che, proprio quando tutto sembra andare per il meglio, arrivi la notizia che a causa della mancanza di iscrizioni la scuola chiuderà per sempre di lì a pochi mesi. Michele, Agnese e i bambini si uniscono quindi in una corsa contro il tempo per salvare la loro realtà scolastica e il futuro del borgo stesso. A fare la differenza sarà l’idea nata guardando un servizio al telegiornale.

Albanese e la Raffaele, che per il film ha imparato a parlare il dialetto montano dell’aquilano, hanno condiviso il set con tanti bambini e abitanti del luogo che si sono prestati al grande gioco del cinema e che si sono rivelati capaci e credibili, il vero valore aggiunto del film.

In tutta la prima parte, quella più comica, si sente l’eco di “Benvenuti al Sud”, mentre poi a tornare in mente è inevitabilmente “Io speriamo che me la cavo”; ciò detto “Un mondo a parte” ha una sua precisa identità e sposa il focus encomiabile di raccontare le difficoltà dei piccoli centri rurali a rischio scomparsa di cui è pieno il nostro Paese. Luoghi in cui “la rassegnazione si mangia a morsi con la scamorza”, ma anche di una bellezza irrinunciabile cui Milani rende bene omaggio con ampie vedute paesaggistiche e piccole meravigliose irruzioni di lupi, cervi e orsi marsicani.

"Abituarsi al peggio è la cosa peggiore che gli esseri umani possano accettare”, questa è la consapevolezza abbracciata con coraggio da adulti che, suggerisce la narrazione, possono però affidare il testimone della speranza di rinascita alle nuove generazioni.

Al netto di qualche linea narrativa di troppo che rallenta un po’ il ritmo, (come quella sulla sorella adolescente di un alunno), "Un mondo a parte" riesce nell’intento di intrattenere toccando temi importanti, dal ruolo della scuola come luogo di formazione (non solo didattica) fino allo spopolamento dei piccoli borghi, dalla bellezza della semplicità fino al valore della solidarietà.

Si resta deliziati anche durante i titoli di coda, in cui a prendersi giustamente la scena, una volta di più, è il magnifico cast di comprimari.

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