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Rocky, la vera storia dietro il film con Stallone

Rocky è un film diventato un vero e proprio cult, ma forse non tutti sanno che Sylvester Stallone si è ispirato a una storia realmente accaduta

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Rocky è uno di quei film che fanno parte non solo della storia del cinema, ma anche dell'immaginario collettivo. Uno di quei lungometraggi che hanno rappresentato anche una vera e propria svolta nella vita del suo interprete principale: Stallone, infatti, proprio grazie a Rocky non solo ha potuto costruire una carriera internazionale, ma si è anche salvato dalla bancarotta e dal fallimento. Incentrato sulla figura di un pugile italo-americano, Rocky torna in tv questa sera alle 21.25 su Rete 4.

Rocky, la trama

Rocky Balboa (Sylvester Stallone) ha ormai trent'anni e il suo sogno di fare il grande salto nel mondo del pugilato sembra essere sfumato per sempre. Consapevole di non poter guadagnare solo tramite gli incontri, Rocky fa l'esattore per un criminale che ha in pugno tutta la periferia di Philadelphia. Innamorato di Adriana (Talia Shire), sorella del suo migliore amico (Burt Young), Rocky non ha idea di essere sul punto di vedere la sua vita cambiare. Viene infatti scelto per scendere in campo contro il campione Apollo Creed (Carl Weathers), dopo il forfait di un altro pugile. Grazie all'allenamento con Mickey (Burgess Meredith) e alla sua voglia di dimostrare di non essere ancora finito, lo Stallone Italiano combatterà non solo per il titolo, ma anche e soprattutto per riaffermare se stesso.

La vera storia che ha ispirato il film

La sceneggiatura di Rocky è stata scritta dallo stesso Sylvester Stallone che, proprio recentemente, si è lamentato di non aver mai ricevuto il suo compenso per i diritti legati alla saga cinematografica dedicata allo Stallone Italiano. Tuttavia la sceneggiatura del film non è del tutto originale e si baserebbe infatti sulla vera storia di Chuck Wepner, un pugile sull'orlo del fallimento che però attirò l'attenzione grazie a un incontro contro Muhammad Ali, che, secondo quanto si legge su ScreenRant, aveva messo a disposizione la sua cintura di campione mondiale dei pesi massimi. Wepner, che nel frattempo si era guadagnato il soprannome di The Bayonne Bleeder, che può essere tradotto con l'espressione "il sanguinante di Bayonne". L'uomo si era guadagnato questo nome in un incontro di boxe del 1970 contro il campione Sonny Linton, quando aveva incossato colpi sferzanti e brutali che lo portarono ad avere numerose ferite e fratture, ma che non gli impedirono di rimanere in piedi. Naturalmente, però, la svolta fu l'incontro del 1975 contro Ali, che era già dato come favorito, anche perché Wepner non era al massimo della forma quanto il suo sfidante.

Wepner, però, sorprese tutto il pubblico che era accorso a vedere lo spettacolo, resistendo ai colpi di Ali, e riuscendo persino a mandarlo al tappeto in un'occasione, alla nona ripresa. Forse fu proprio questa "umiliazione" a spingere Ali a spingere ancora di più sull'incontro, sfogando una furia che Wepner incassò a più riprese, al punto che Ali riuscì a mandarlo al tappeto solo quando mancavano pochi secondi alla fine dell'ultima ripresa: nonostante i colpi ricevuti, Wepner riuscì comunque a rialzarsi, ma le sue condizioni fisiche erano tali da non poter proseguire, al punto che la vittoria venne data ad Ali per un K.O. Tecnico. L'incontro ha ispirato lo stesso Stallone che, nel commento al DVD di Rocky, ha detto: "Ho visto un uomo chiamato The Bayonne Bleeder che non aveva una possibilità contro quello che era probabilmente la più grande macchina da combattimento che sia mai esistita."

La storia di Wepner non ha ispirato Stallone ma è stata al centro anche del film The Bleeder, presentato al Festival di Venezia nel 2016 e incentrata proprio sul personaggio di Wepner, che fu interpretato dall'attore Liev Schreiber. Sulla storia del pugile, secondo il sito della ESPN, venne realizzato anche un documentario dal titolo The Real Rocky, diretto da Jeff Feuerzeig che sul suo documentario per la tv ha detto: "Penso che Sylvester Stallone abbia dirottato l'anima di Chuck. Questo documentario è il nostro tentativo per provare a restituirgliela". Stallone ha sempre affermato che l'ispirazione per il suo personaggio fu il pugile Rocky Marciano, ma non negò mai il legame con la storia di Wepner. Proprio quest'ultimo, in un'intervista con l'Hudson Reporter, disse: "Sly (il soprannome di Stallone, ndr) mi ha chiamato circa due settimane dopo il combattimento contro Alì e mi ha detto che avrebbe fatto questo film. Quando il primo film di Rocky è uscito io ero davvero contento.

Anni dopo ho incontrato Stallone e, nell'incontrarmi, lui mi ringraziò per l'ispirazione."

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