Cinema

"Volgare". "Non mi riguarda": scontro tra Vanzina e Nyt su Vacanze di Natale

In occasione della festa per i 40 anni del film con Calà e De Sica, il New York Times ha stroncato senza mezzi termini il filone comico-natalizio tanto da innescare un acceso dibattito nel mondo cinematografico

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Pochi giorni fa sono stati celebrati i 40 anni dall’uscita in sala di “Vacanze di Natale”, il celebre film dei fratelli Vanzina prodotto da Filmauro e da Luigi e Aurelio De Laurentiis. Primo instant movie del cinema italiano, è diventato un vero e proprio cult tanto da diventare precursore del fortunato filone comico a tema natalizio, passato alla storia come “cinepanettone”. Ma ad infiammare il dibattito ci ha pensato il New York Times: l’inviato del giornale statunitense, Jason Horowitz, ha stroncato senza mezzi termini il filone cinematografico tutto italiano, definito "sessista e volgare". Social network roventi, tanto da spingere lo stesso Enrico Vanzina a prendere posizione.

Insieme all’amato fratello Carlo, Enrico Vanzina ha lavorato su sceneggiatura e soggetto del film con protagonisti Jerry Cala, Christian De Sica e Claudio Amendola. Sul j’accuse del Times ha le idee molto chiare: "Il mio film, 'Vacanze Natale’, non è un cinepanettone, dunque le critiche non mi riguardano. Non aggiungo altro perché non voglio alimentare alcuna polemica". Il settantaquattrenne ha aggiunto: "Sto rispondendo proprio ora ad Horowitz, con il quale sono in ottimi rapporti".

Enrico Vanzina ha gettato acqua sul fuoco, proponendo il suo punto di vista. Ma l’inviato del New York Times non è stato molto tenero con i cinepanettoni, ponendo l’accento sull’amore degli italiani per le “commedie natalizie allegre e stereotipate” e soprattutto sul tentativo di produttori e fan di“riscattare questi film come classici di culto che hanno elevato a forma d'arte la predilezione italiana per farsi le corna, l’umorismo da toilette e le imprecazioni folcloristiche scaturite dagli incontri tra italiani di diverse classi e regioni”.

“Vacanze di Natale” ha avuto diversi seguiti – quattro dal 1990 al 2000 – il cinepanettone si è successivamente spostato verso mete esotiche come India, Egitto e New York. “Tra nudità e stereotipi razziali” secondo il giornale statunitense, tre decenni di successi fino al declino legato all’invecchiamento delle star, alla crescente presenza delle piattaforme streaming e ai cambiamenti nei gusti e nell’economia del settore. Ma occhio alle possibili sorprese, Aurelio de Laurentiis non ha dubbi: “Il cinepanettone è esattamente ciò di cui l’era post-#MeToo ha bisogno”. E ancora, riporta il Nyt: “Ha proposto l'idea di realizzare un film in stile #MeToo suggerendo persino un titolo volgare. ‘Questo potrebbe essere un buon titolo per un film’, ha detto, spiegando che sarebbe basato sulla sincerità.

Quando ha chiesto il parere del suo assistente, questi ha elogiato l'idea”.

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