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Anticipo una tantum, 150 mila dipendenti pubblici lo dovranno restituire

Gli statali godranno di un acconto complessivo di 7,3 miliardi di euro stanziati dal governo con la finalità di rinnovare i contratti del pubblico impiego

Anticipo una tantum, 150 mila dipendenti pubblici lo dovranno restituire

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150 mila dipendenti pubblici dovranno restituire l’anticipo una tantum

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Sono 150 mila i dipendenti pubblici che dovranno restituire l’anticipo “una tantum”. Questa situazione si verificherà in vista dei prossimi aumenti contrattuali, la somma verrà ricevuta prima del pagamento delle tredicesime e dovrà essere ritornata prima di Natale. Le motivazioni alla questione sono tecniche. Ecco come funzionerà il processo di restituzione.

Le ragioni

La questione dell’erogazione e della rispettiva restituzione è prettamente tecnica ma, molto probabilmente, nelle prossime settimane verrà definito un cedolino ad hoc. I dipendenti statali godranno di un anticipo complessivo di 7,3 miliardi di euro stanziati dal governo con la finalità di rinnovare i contratti pubblici. Di questi due miliardi verranno versati istantaneamente.

Chi riguarda

La misura riguarda i dipendenti statali come medici, professori, poliziotti e funzionari ministeriali. Queste figure nelle buste paga riceveranno importi che variano da 600 a 2mila euro in base al livello contrattualistico. La somma in questione è un acconto delle delle quote mensili dell'indennità di vacanza contrattuale che viene maggiorata di 6,7 volte in base a quanto definito nel decreto anticipi. I dipendenti pubblici avrebbero dovuto ricevere la quota nel 2024.

Un esempio

Considerando un dipendente che nel 2024 avrebbe dovuto percepire 50 euro mensilmente secondo la nuova indennità di vacanza contrattuale, facciamo un esempio. La somma viene distribuita da gennaio a dicembre, inoltre anche la tredicesima include questa cifra, ma verranno versati tutti prima di Natale e saranno in totale 650 euro. Nel caso in cui il soggetto in questione andasse in pensione nel mese di febbraio dovrebbe poi provvedere con la restituzione della somma ricevuta dal momento del pensionamento in poi.

Netto finale più basso

Inoltre il netto finale rischia di essere più basso poiché nel 2024 non ci sarà più il bonus di 1,5 punti percentuali per gli statali poiché non è stato rinnovato per il 2023. Questi importi hanno un valore minimo di 23 euro circa e massimo di quasi 70 euro per ogni mensilità. Variano, anche in questo caso, in base ai contratti. Le somme in questione riguardano i redditi fino a 50mila euro e possono essere compensate parzialmente dall'accorpamento delle prime due aliquote Irpef previsto dalla riforma fiscale.

I nodi da sciogliere

In merito alle questioni ancora da risolvere bisogna inoltre comprendere se nella misura in questione rientrano anche i dipendenti di Comuni e Regioni. Complessivamente sono 500mila lavoratori che rientrano nel comparto delle funzioni locali. Sia i Comuni che le Regioni dovranno ricavare le risorse dai propri bilanci. Un altro nodo da sciogliere riguarda il versamento dello 0,5% in vigore prima del decreto anticipi, bisogna chiedersi se verrà versato comunque nonostante ci sia l’indennità di vacanza contrattuale.

in merito al tema si attende una risposta da parte dell’esecutivo.

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